Saturnino Gatti, il Rinascimento abruzzese.

– For the English version, please refer to the end of this page –

Abbiamo già conosciuto Saturnino Gatti come scultore in occasione di un articolo dedicato alle statue lignee abruzzesi di San Sebastiano: “I San Sebastiano abruzzesi”, in questo Blog.

Oggi visiteremo una piccola chiesa nascosta tra le montagne vicino L’Aquila. Il luogo si chiama Villagrande di Tornimparte, qui sul finire del ‘400 il giovane Saturnino Gatti, pittore e scultore, realizzò un bellissimo ciclo di affreschi che voglio farvi conoscere.

Per rendere l’articolo più interessante (spero) ho coinvolto una banca, una nota casa editrice e la regina Elisabetta II d’Inghilterra.

Ovviamente non lei in persona ma una gentile responsabile della collezione personale di Sua maestà, conservata nella Biblioteca reale del Castello di Windsor. La regina ha ereditato un disegno rinascimentale che raffigura una intrigante musa la quale, in base ad un recente studio, sembra avere a che fare con il nostro Saturnino.

Inoltre propongo alcuni raffronti fotografici tra le opere trattate in questo articolo. Mi fa da guida un prezioso testo su Saturnino Gatti scritto dallo storico dell’arte Ferdinando Bologna.


Tornimparte – Chiesa di San Panfilo – Foto Leo De Rocco


Tornimparte è un piccolo paese immerso nel verde, luogo ideale per escursioni e passeggiate. La chiesa che visitiamo oggi è dedicata a San Panfilo, santo e vescovo nato vicino Sulmona, a lui è dedicata la Cattedrale della città di Ovidio e dei confetti, dichiarata monumento nazionale (foto sotto).


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Sulmona – Cattedrale di San Panfilo – Foto Leo De Rocco


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Sulmona – Cattedrale di San Panfilo, portale gotico con le statue di San Panfilo e San Pelino – Foto Leo De Rocco


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Sulmona – Cattedrale di San Panfilo, cripta – Foto Leo De Rocco


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Sulmona – Acquedotto medievale – Foto Leo De Rocco


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Sulmona – Acquedotto medievale, 1267 – Foto Leo De Rocco


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San Panfilo, Tornimparte – foto Leo De Rocco


La chiesa di San Panfilo a Tornimarte è in stile medievale (XI sec.), ricalca il classico romanico abruzzese, con un bel portico che protegge alcuni affreschi esterni, il portale con una lunetta e sulla facciata un rosone con la figura di Panfilo da Sulmona benedicente. La trovo chiusa, ma il gentile parroco che abita lì vicino mi viene ad aprire.

Appena entrati il colpo d’occhio offerto dal ciclo di affreschi (nell’abside) è straordinario: prospettiva, profondità e colori creano l’illusione che la rappresentazione pittorica sia realmente in movimento.

Del resto il Rinascimento è ormai maturo, questi affreschi sono datati 1495, circa venti anni prima il duca di Atri, Giulio Antonio d’Acquaviva, aveva fatto ricostruire sulle rovine di Castrum San Flaviano la prima “Città ideale”, Giulianova, tanto cara agli architetti rinascimentali.

Mentre Silvestro dell’Aquila, in questi stessi anni impegnato alle rifiniture di quello che sarà il capolavoro del rinascimento abruzzese, il Mausoleo di San Bernardino a l’Aquila, aveva già scolpito il San Sebastiano ligneo secondo i nuovi canoni rinascimentali. Il suo San Sebastiano Saturnino lo realizzerà non molto tempo dopo questi affreschi, che rappresentano uno dei più preziosi gioielli d’arte di questa regione.

L’Eterno in gloria mentre benedice e con una mano regge il mondo è circondato da cherubini e angeli, alcuni suonano antichi strumenti musicali, tra i quali un organo a canne, mentre altri spargono petali di fiori che sembrano precipitare dalla volta addosso a chi sta guardando.

Gli angeli coristi intonano il Gloria in Excelsis Deo, come ci ricordano due angeli che reggono il cartiglio con stampate le note musicali, insieme a una gran folla tra santi, sante e profeti.

Sulle pareti inferiori, come diapositive in proiezione, ecco le scene della Passione con la cattura, flagellazione, deposizione fino alla resurrezione di Gesù colto, non come il Cristo di Piero della Francesca che ha ancora un piede dentro il sarcofago e l’altro poggiato sul bordo mentre i soldati di guardia sono ancora addormentati, ma nel momento dell’ascesa in cielo, con il vento che fa svolazzare il mantello bianco e il vessillo, un soldato svegliato e impaurito e sul fondo un cielo che albeggia color lapislazzuli.


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Tornimparte – Chiesa di San Panfilo – affreschi di Saturnino Gatti, dettaglio – Foto Leo De Rocco


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Tornimparte – Chiesa di San Panfilo – affreschi di Saturnino Gatti, dettaglio – Foto Leo De Rocco


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Tornimparte – Chiesa di San Panfilo – affreschi di Saturnino Gatti, dettaglio – Foto Leo De Rocco


Due angeli gemelli con la stessa acconciatura pregano mentre un altro, seduto perché sapeva chi stava arrivando, annuncia lo straordinario evento alle appena giunte Maria vergine, Maria di Cleofa e Maria di Magdala con in mano ancora il vaso pieno di balsami, profumi e unguenti. Sembra che Maria di Cleofa le stia dicendo:“non servono più, il Salvatore è risorto”.

Saturnino le ritrae tutte bionde, come la Dama del Pollaiolo e la dorata Venere di Botticelli, secondo la moda rinascimentale. Della stessa nuance sono tutti i personaggi affrescati, compreso San Vito, ritratto con due cani e il frate francescano che gli sta di fronte.


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Tornimparte – Chiesa di San Panfilo – Foto Leo De Rocco


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Tornimparte – Chiesa di San Panfilo – Foto Leo De Rocco


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Tornimparte – Chiesa di San Panfilo – Foto Leo De Rocco


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Tornimparte – Chiesa di San Panfilo – Foto Leo De Rocco


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Tornimparte – Chiesa di San Panfilo – Foto Leo De Rocco


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Tornimparte – Chiesa di San Panfilo – Foto Leo De Rocco


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Tornimparte – Chiesa di San Panfilo – Foto Leo De Rocco


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Tornimparte – Chiesa di San Panfilo – Foto Leo De Rocco


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Tornimparte – Chiesa di San Panfilo – Foto Leo De Rocco


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Tornimparte – Chiesa di San Panfilo – Foto Leo De Rocco


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Tornimparte – Chiesa di San Panfilo – Foto Leo De Rocco


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Tornimparte – Chiesa di San Panfilo – Foto Leo De Rocco


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Tornimparte – Chiesa di San Panfilo – Foto Leo De Rocco


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Tornimparte – Chiesa di San Panfilo – Foto Leo De Rocco


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Tornimparte – Chiesa di San Panfilo – Foto Leo De Rocco


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Tornimparte – Chiesa di San Panfilo – Foto Leo De Rocco


L’effetto cromatico e scenografico è di grande impatto visivo. Ed è ancora tale nonostante evidenti restauri e vari rimaneggiamenti di dubbia qualità effettuati in passato e l’apertura di una finestra nel 1922 che causò la perdita della scena della crocifissione. Inoltre nel 1958 gli affreschi furono danneggiati da un incendio e per questo ancora una volta rimaneggiati.

Ma lo stile raffinato di Saturnino è ancora visibile, ricorda la scuola rinascimentale fiorentina. Stile che ritroviamo in altre sue opere, come si può notare dal seguente confronto fotografico che vi propongo, con la scuola del Verrocchio.


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Madonna con Bambino – Saturnino Gatti – per gentile concessione ad Abruzzo storie e passioni dalla Banca Popolare di Modena


Madonna con Bambino, Bottega di Andrea del Verrocchio, 1470 circa – Metropolitan Museum New York – Foto Leo De Rocco


Saturnino Gatti, Traslazione Santa Casa di Loreto, 1510c., dettaglio – Metropolitan Museum New York – Foto Leo De Rocco


Saturnino Gatti, Traslazione Santa Casa di Loreto, 1510c. – Metropolitan Museum New York – Foto Leo De Rocco


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Saturnino Gatti, Traslazione Santa Casa di Loreto, 1510c. Dettaglio – Metropolitan Museum New York


Nella seconda metà del ‘400, in un’epoca molto importante per la storia dell’arte, l’aquilano Saturnino Gatti (San Vittorino 1459 – L’Aquila 1518) appena adolescente, muoveva i primi passi nel mondo dell’arte nella bottega di Silvestro dell’Aquila, altro grande protagonista del Rinascimento abruzzese. (“I San Sebastiano abruzzesi” in questo blog)

Successivamente entrò in contatto con la scuola romana e umbra ma soprattutto viaggiò a Firenze per completare la sua formazione e cercare ispirazione negli ambienti artistici influenzati dalla celebre bottega del pittore, orafo e scultore Andrea del Verrocchio, punto di riferimento formativo dell’epoca. Com’è ormai stra-noto in quella bottega passarono Leonardo, Botticelli, Domenico Ghirlandaio, Pietro Perugino…

Saturnino lavorò stabilmente anche tra Firenze e Urbino in quanto, come vedremo, fu chiamato da Federico di Montefeltro per la realizzazione dell’opera più preziosa della sua biblioteca: la Bibbia miniata. La formazione artistica nella Firenze dell’epoca di tanti artisti italiani durante il Rinascimento era la normalità, Firenze era considerata una scuola per tanti artisti emergenti come appunto il nostro Saturnino ma anche per altri abruzzesi, come Francesco da Montereale (Montereale, 1466 – L’Aquila, 1541) che fu allievo prima di Saturnino poi del citato Pietro Perugino, a sua volta maestro di Raffaello.


Dettaglio degli affreschi di San Panfilo di Tornimparte – Foto Leo De Rocco


Pietro Perugino, Pietà, dettaglio, 1483c. – Galleria degli Uffizi, Firenze – Foto Leo De Rocco


Francesco da Montereale, Pietà, 1540c. – MuNDA L’Aquila – Foto Leo De Rocco


Saturnino Gatti è stato però trascurato per anni dalla storia dell’arte (mi riferisco a quella non locale), destino simile per l’altro Magister del Rinascimento abruzzese: Andrea de Litio. (“Atri, tra Adriano e Andrea de Litio”, in questo blog).

Solo recentemente, grazie soprattutto a Ferdinando Bologna, l’arte di Saturnino è stata approfondita, sistematizzata, quindi rivalutata. L’insigne storico dell’arte, massimo esperto di Saturnino Gatti a livello internazionale, nonché uno dei principali studiosi delle opere del Caravaggio, ha presentato recentemente: “Saturnino Gatti. Pittore e scultore del Rinascimento aquilano”, (Edizioni Textus). Il volume è in assoluto la prima completa monografia dell’artista abruzzese, frutto di una attenta e dettagliata ricerca che il prof. Bologna ha iniziato partendo proprio dagli affreschi qui a San Panfilo in Tornimparte.

Grazie allo studio di questi affreschi alcune opere che oggi fanno parte di prestigiose collezioni museali internazionali e in passato attribuite ad altri autori, vengono finalmente riconsegnate nelle mani del pittore aquilano.


Cristo e la Vergine intercedono a favore dell’umanità, 1490 circa – Saturnino Gatti – Museo delle Belle Arti, Montreal


San Girolamo nel deserto, 1475/80 – Saturnino Gatti – The Walters Art Museum, Baltimora – San Girolamo (347-420), è uno dei quattro Padri latini della Chiesa, insieme ai santi Agostino, Ambrogio e Gregorio Magno, ed è famoso per aver tradotto la Bibbia in latino, nota come Bibbia Vulgata. Girolamo trascorse quattro anni nel deserto, rappresentato con i pericoli e la desolazione simbolicamente con lo scorpione e il ramarro. Il libro aperto contiene una lettera di Sant’Agostino in cui Girolamo viene paragonato a San Giovanni Battista.


Tra queste opere troviamo due dipinti: il “Cristo e la Vergine” conservato al Museum of Fine Arts di Montreal e un “San Girolamo” conservato al Walters Art Gallery di Baltimora, entrambi in passato attribuiti al Perugino, ma anche al Pinturicchio (San Girolamo) e al Ghirlandaio (Cristo e la Vergine) ora attribuiti dal prof. Bologna a Saturnino Gatti.

Sono invece opere attribuite da tempo all’artista aquilano (da Federico Zeri): il “Trasporto della Santa Casa“, oggi nella collezione del Metropolitan Museum di New York (foto sopra) e una “Madonna con Bambino” nella collezione della National Gallery of Art di Washington.


Urbino – Palazzo Ducale di Federico da Montefeltro – Foto Leo De Rocco


Altre due opere, analizzate dal professor Bologna nel suo testo, mi hanno incuriosito: una miniatura e un disegno.

La miniatura rappresenta la “Visione di Geremia” (vedi la galleria fotografica, foto gentilmente concessa ad Abruzzo storie e passioni dalla Panini Editore) presente nella citata Bibbia di Montefeltro che Lorenzo de’ Medici donò al Duca di Montefeltro. In verità un dono simbolico perché l’opera fu commissionata direttamente dal Duca Federico; il Magnifico piuttosto “prestò” al Duca un grande miniaturista dell’epoca che era al suo servizio, Francesco di Antonio del Chierico il quale, d’accordo con il suo committente, creò una squadra di miniaturisti, tra essi: Francesco Rosselli, Davide il Ghirlandaio, (fratello di Domenico), Attavante Attavanti e il nostro Saturnino. L’opera, realizzata in due anni l’opera (1477-1478), diventerà il codice miniato più prezioso e importante al mondo, oggi conservato nella Biblioteca Vaticana. Da rilevare che la miniatura in questione, dopo una prima attribuzione a Botticelli era, (fino allo studio approfondito del prof. Bologna), considerata di attribuzione “ignota“.


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Saturnino Gatti, Visione di Geremia – facsimile della Bibbia di Federico da Montefeltro, concessione Franco Cosimo Panini Editore (2003-2005) copyright


L’intrigante disegno, detto la “Musa della Roccia”, è invece conservato nella Royal Library del Castello dei Windsor in Inghilterra, per anni attribuito prima a Botticelli poi a Giovanni Santi, padre di Raffaello. L’attribuzione al Santi deriva dal similare soggetto che l’artista urbinate dipinse nell’ambito del “Ciclo delle Muse” per il Palazzo Ducale di Urbino, (oggi alla Galleria Corsini Roma), quindi creduto un suo disegno preparatorio. Inoltre la stessa musa la ritroviamo nel dipinto, sempre del Santi, della “Visitazione”, nella chiesa di Santa Maria Nuova a Fano.

Ferdinando Bologna ribalta questa ricostruzione e dimostra che la Musa di Windsor è opera di Saturnino Gatti, ossia un suo disegno eseguito durante il citato periodo a Urbino, quando era al servizio di Federico da Montefeltro. La corrispondenza stilistica tra la Musa e alcuni angeli affrescati nella chiesa di San Panfilo, lascia pochi dubbi, come potete constatare anche dalle foto.


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Saturnino Gatti, Musa della Roccia, concessione Royal Library Windsor Castle – Royal Collection Trust/© Her Majesty Queen Elizabeth II – 2015 copyright


La Royal Library presso il Castello di Windsor, dopo mia richiesta, ha gentilmente concesso la pubblicazione per questo articolo del disegno (per una più alta definizione rispetto alle eventuali foto online) della Musa della Roccia (1), disegno fa parte della collezione della famiglia Windsor.

A proposito della Musa di Windsor, fotografando gli affreschi nella chiesa di San Panfilo ho notato la somiglianza tra un dettaglio, un gioiello a pendaglio indossato da alcuni angeli e il simile gioiello visibile al collo della bella Musa nel disegno di Windsor, come pure sulla veste della Madonna di Loreto (nel dipinto al Metropolitan). Inoltre guardate anche il panneggio delle due figure, soprattutto i risvolti sulle spalle: è evidente che è opera della stessa mano. (foto sotto)

Come è lampante, a mio avviso, il richiamo alla Musa della Roccia nell’elmo alato indossato dal personaggio ritratto ai piedi del sepolcro svegliato nel momento della resurrezione di Gesù.


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Dettaglio Musa della Roccia – (per gentile concessione Royal Library© -Windsor Castle England)


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Dettaglio angelo


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Dettaglio viso Musa di Windsor


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Dettaglio elmo alato, affreschi di Tornimparte


Il ciclo degli affreschi della chiesa di San Panfilo in Tornimparte rappresenta dunque l’opera omnia di Saturnino Gatti, il paradigma artistico grazie al quale è stato possibile studiare nel dettaglio il suo personale stile e confrontarlo con alcune importanti opere, finalmente oggi riconosciute sue.


Madonna con Bambino e i santi Nicola, Antonio e Francesco – Saturnino Gatti – Chiesa di Santa Maria Assunta – Assergi (Aq) – foto Leo De Rocco


Perché questo straordinario artista abruzzese è stato per così tanto tempo trascurato? La risposta eloquente ce la fornisce sempre Ferdinando Bologna:

“Nell’arte non ci sono centro e periferia, ma solo centro, a seconda delle angolazioni che si scelgono. Bisogna superare i vecchi cliché che vedono la periferia come inerte e passiva e considerare minore ciò che non coincide con le grandi personalità codificate dalla tradizione”.
Saturnino Gatti, pittore, scultore e, scopriamo, anche miniaturista, finalmente l’attenzione su questo artista non è più circoscritta solo a livello locale e tra gli addetti ai lavori, ma si rivolge ora al grande pubblico, nazionale e internazionale.


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Saturnino Gatti, Madonna in Trono, 1515, dettaglio – MuNDA L’Aquila – Foto Leo De Rocco


Negli ultimi tempi si registra dunque un rinnovato interesse per l’arte rinascimentale abruzzese, soprattutto quella aquilana. Alcune recenti pubblicazioni hanno finalmente focalizzato l’attenzione sull’importante ruolo della pittura aquilana di quel periodo e sui suoi collegamenti con Firenze, ma anche con la scuola umbra e laziale. Questo rinnovato interesse lo dobbiamo soprattutto al contributo scientifico di Ferdinando Bologna.

Leo De Rocco

Copyright –All rights reserved– Non è consentito nessun uso del testo e delle foto presenti in questo articolo senza autorizzazione scritta derocco.leo@gmail.com – Pictures, it is forbidden to use any part of this article without specific authorisation.


Francesco da Montereale, Madonna con Bambino e Santi, 1505 – MuNDA L’Aquila – Foto Leo De Rocco


Natività, terracotta policroma, XVI sec. – Saturnino Gatti – MuNDA – foto Leo De Rocco


Ringraziamenti: (1) Si ringrazia per la gentile collaborazione: la Direzione della Royal Library Windsor Castle (Miss Rhian Wong) – Royal Collection Trust/© Her Majesty Queen Elizabeth II, 2015; la Banca Popolare di Modena e dell’Emilia (Dott. Sebastiano Simonini); la Casa Editrice Textus (Segreteria); il Parroco della Chiesa di San Panfilo in Tornimparte; la Divisione Arte della Franco Cosimo Panini Editore spa, Modena – Fonti: Saturnino Gatti. Pittore e scultore del Rinascimento aquilano, Ferdinando Bologna, Textus Editore, Roma, maggio 2015 – Foto: Leo De Rocco: Firenze, marzo 2015 – Celano, aprile 2015; Urbino, New York, Assergi, Sulmona, L’Aquila e Tornimparte, giugno 2015


English Version

The Genius of Abruzzo

In a small church in the mountains of L’Aquila in Abruzzo, a young painter has given to the history of art spectacular Renaissance frescoes that miraculously have survived until today, after centuries of wars, pillages and earthquakes.


San Panfilo - Tornimparte, giugno 2015

St Panfilo’s Church – Tornimparte, Abruzzo – June 2015


As one enters the church of San Panfilo, in Villagrande di Tornimparte, they are immediately overwhelmed by the beauty of the frescoes from the late fifteenth century, which ere immortalised by a great artist from Abruzzo. This was Saturnino Gatti of L’Aquila (Pizzoli, about 1457 – L’Aquila, about 1518), an artist that for years was neglected by scholars and enthusiasts and that is still not very famous even amongst the people of Abruzzo.

The alternation of the frescoes in the porch of the church of Tornimparte creates the illusion that everything is in motion, thanks to the brilliant play of perspectives, depths, shades, colours and chiaroscuros: the Eternal Glory on the vault and the Capture, Flagellation, Deposition and Resurrection of Christ on the walls, appear as sequences of projected film images. The optical effect, which comes from the great visual impact and the refined style, is comparable only to the amazing Renaissance school of Florence.

In the second half of the 1400s, which was a crucial time for the history of art, Saturnino Gatti of L’Aquila attended the School of Art of Florence, as a teenager. He was apprenticed, together with his peers Leonardo, Botticelli, Domenico Ghirlandaio and Pietro Perugino in the workshop of Andrea del Verrocchio, who was a painter, goldsmith and sculptor. His artistic production, in part only discovered in recent times, thus raises the name of Saturnino Gatti amongst the great Italian Renaissance artists.


Pietro Perugino, Deposizione, dettaglio, Galleria degli Uffizi - Firenze, marzo 2015

Pietro Perugino, The Deposition, detail, Uffizi Gallery – Florence, March 2015


Saturnino Gatti, Deposizione, San Panfilo - Tornimparte, giugno 2015

Saturnino Gatti, Deposition, fresco’s detail St Panfilo – Tornimparte, June 2015


The distinguished historian Ferdinando Bologna, leading expert of Gatti’s work at international level and leading scholar of the artworks of Caravaggio, has recently presented an interesting book entitled: “Saturnino Gatti. Pittore e scultore del Rinascimento aquilano” (Saturnino Gatti. Painter and sculptor of the Renaissance of L’Aquila), published by Textus. The book is the very first monograph of this artist of Abruzzo, the result of a careful and detailed research of Bologna, who started his work from the frescoes in the church of San Panfilo in Tornimparte. By studying these frescoes, several artworks that are now part of prestigious collections presented in international museums and that in the past were attributed to other artists are now returned in the hands of their rightful owner, Saturnino Gatti.


Saturnino Gatti, Metropolitan New York

Saturnino Gatti, Translation of the Holy House of Loreto, 1510, Metropolitan Museum of Art – New York


There are two beautiful paintings amongst these artworks: the “Christ and the Virgin” in the Museum of Fine Arts in Montreal and the “Saint Jerome” kept in the Walters Art Gallery in Baltimore, both attributed to Perugino in the past. Artworks that are universally recognised for decades as artwork of Saturnino Gatti (Federico Zeri) include the “Transport of the Holy House” owned by the Metropolitan in New York and the “Virgin Mary with Child” exhibited at the National Gallery of Art in Washington.

However, two other artworks of Saturnino Gatti also capture our curiosity for beauty and history: (a) the marvelous décor of the Bible in miniature of the Duke of Montefeltro, gift of inestimable value by Lorenzo de’ Medici (kept in the Vatican Museums), and that for years considered to be of “author unknown”; (b) a beautiful drawing depicting the “Woman standing before rocks“, preserved in the Royal Library of Windsor Castle in England, which was attributed for years to Botticelli and Giovanni Santi, Raphael’s father. Thanks to the courtesy of the Royal Library at Windsor Castle, we can admire the drawing in this article (1).

As far as this painting is concerned and whilst photographing the frescoes in the church of San Panfilo, I noticed the similarity between a detail on the neck of the angels painted by Saturnino Gatti and the one on the neck of the beautiful painting of the Muse in Windsor. Obviously, the comparison is proposed by me without any scientific claim.


Musa della Roccia, concessione Royal Library Windsor

Woman standing before rocks, detail, Royal Collection Trust/©Her Majesty Queen Elizabeth II


San Panfilo, Tornimparte - giugno 2015

St Panfilo, detail, Tornimparte – June 2015


The frescoes in the church of San Panfilo in Tornimparte therefore represent the complete works of Saturnino Gatti, an artistic paradigm through which it was possible to study in detail the style of the artist from Abruzzo and compare it with some important artworks, which are now finally recognised as his own. Why was this Genius neglected for so long? The answer is eloquently provided by the Ferdinando Bologna, stating that “in art there is no “centre and periphery”, but only “centre”, depending on the angle that this is chosen. The old clichés that see “periphery” as inert and passive must be overcome and what does not coincide with the codified-by-tradition great personalities must be considered to a lesser degree.”


Il San Sebastiano di Gatti fotografato nella mostra di Parigi.

Saturnino Gatti, St. Sebastian statue at the Paris exhibition


Saturnino Gatti was also an excellent sculptor (see the article titled The two Sebastiano – in this blog – April 2015). His art slowly begins to leave the narrow circle of experts and thanks to the interest of the italian art critic Vittorio Sgarbi, the sixteenth-century sculpture of San Sebastian was chosen to represent the art of Italy and of Abruzzo at the Expo Milan 2015. “When I am asked to tell the one that I like most in the world, I say Saturnino Gatti, because he is as great as Raphael, but unknown to the world. He is a genius“, said Sgarbi. Saint Sebastian of Saturnino Gatti was also exhibited in Paris in a prestigious exhibition held in 2015 at the Musée Maillol , entitled “Les Borgia et leur temps“.

Lately, there has been a significant interest in the Renaissance art of Abruzzo. Some publications have focused their attention on the important role of the L’Aquila painting and its links with Florence, the Umbrian school and the one of Lazio. This revival of interest along with the prestigious contribution that Ferdinando Bologna made with his beautiful book, appear as a light of hope for the universalisation of the Genius of Abruzzo, Saturnino.

Leo De Rocco


Copyright – All rights reserved – This article and the pictures shown on this website are private. It is thus prohibited to retransmit, disseminate or otherwise use any part of this article without written authorisation. (1) The author and owner of this blog, Leo De Rocco, would like to thank for their kind collaboration and availability: the management of the Royal Library of Windsor Castle (Miss Rhian Wong) – Royal Collection Trust/©Her Majesty Queen Elizabeth II; the Bank Banca Popolare di Modena e dell’Emilia (Mr Sebastiano Simonini); the Publisher Textus (Secretariat); the parish priest of the Church of San Panfilo in Tornimparte; the Publisher Franco Cosimo Panini Spa, Modena – Photos: by Leo De Rocco, Florence, March 2015 – Tornimparte, June 2015 – Author/Blogger: Leo Derocco, leo.derocco@virgilio.it

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