“Nella Pescara di oggi, rutilante di aggressività moderna, via Manthonè è una bacheca, uno scrigno scheggiato, uno stipo che custodisce l’aroma quasi affatto smarrito di una città che certo conobbe pigre e borghesi dolcezze.” (Giorgio Manganelli, 1987)
12 marzo, oggi è l’anniversario della nascita di uno dei personaggi abruzzesi più famosi e conosciuti: Gabriele d’Annunzio. Più che ripercorrere tutta la sua stra-nota biografia, propongo qui alcuni scatti fotografici che ho realizzato nella casa dove nacque, quella come sapete di Corso Manthonè a Pescara, (vedi galleria fotografica).

Corso Manthonè è la stessa via dove nacque, sempre a marzo ma diversi anni dopo, (1910), anche il grande Ennio Flaiano, intellettuale, scrittore, e sceneggiatore di film che hanno segnato la storia del cinema italiano e internazionale, come “La Dolce Vita”, per citarne uno.

Lo stesso Flaiano nei suoi scritti ricorda la casa di d’Annunzio quando da bambino sua madre gli indicava il balcone dove “nei tardi pomeriggi stava seduta donna Luisa, col volto infelice per la lontananza del figlio.”
La testimonianza di Flaiano di un suo ricordo così lontano può evocare l’idea di un cambio generazionale, tra d’Annunzio e Flaiano, anagraficamente avvenuta proprio su questa via storica di Pescara. Ma non si deve cadere nell’errore di pensare ad una netta contrapposizione, un taglio netto, perché se è vero che Flaiano rappresenterà un’anima moderna, il dannunzianesimo non è affatto assimilabile (come qualcuno fa) ad un polveroso periodo stile vittoriano che sa di muffa, anzi.
D’Annunzio fu un grande innovatore, un intellettuale rivoluzionario che gettò le basi alla modernizzazione culturale, a cominciare dalla comunicazione.

La lontananza di d’Annunzio dalla casa di via Manthonè 101, causa della “‘infelicità” della madre del poeta, descritta da Flaiano, inizia già poco prima dell’adolescenza: all’età di 11-12 anni Gabrielino lo troviamo studente, già spavaldo e sicuro di sé, al Convitto Cicognini di Prato.
Ma anche dopo il collegio e il liceo, nonostante i ritorni in Abruzzo e le visite alla madre qui nella casa natale, d’Annunzio abiterà in diversi luoghi abruzzesi e non: in una stanza in affitto a Roma, nella vicina Francavilla al Mare, per alcuni mesi (di passione) a San Vito Chietino, ma anche a Napoli, Settignano, Venezia, Arcachon, Parigi…fino ad approdare a Gardone Riviera.

Nei prossimi articoli racconterò la storia della sua casa di vacanza a San Vito Chietino, in cui soggiornò per una intera estate di passione con la sua amante dell’epoca, la romana Barbara Leoni, e da dove trasse ispirazione per il suo ultimo romanzo della trilogia “Della Rosa”.

E vi racconterò la storia del dipinto di Francesco Paolo Michetti “Il Voto” e il suo collegamento con Miglianico, un paese del chietino, dove ancora oggi si celebra ogni anno un rito che Michetti e d’Annunzio videro all’epoca rimanendone impressionati.
Vi porterò anche a scoprire l’Abbazia di San Clemente a Casauria, altro luogo dannunziano…

Se decidete di visitare la casa natale di d’Annunzio vi consiglio, per un percorso più completo, di abbinare la visita anche alla vicina Cattedrale di San Cetteo, sia perché la sua costruzione fu fortemente voluta dallo stesso d’Annunzio, che tra l’altro le dedica anche alcune righe nelle “Novelle della Pescara”, e sia perché al suo interno troverete la Cappella dedicata alla madre dello scrittore pescarese, la citata Luisa De Benedictis, sepolta nella Cattedrale cittadina per volere del figlio, un privilegio che di solito spetta a sante e regine, e questo è molto dannunziano, insieme ad una scultura di Arrigo Minerbi e un dipinto di San Francesco attribuito al Guercino e appartenuto a d’Annunzio.

Galleria fotografica






















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