Pietranico e Alanno. Arte, fede e tradizione.

In copertina: falò primaverili a Pietranico, durante la processione della Madonna della Croce ‐ Foto Leo De Rocco per Abruzzo storie e passioni

Tra le colline di Alanno e Pietranico ‐ Foto Leo De Rocco per Abruzzo storie e passioni

Introduzione

L’Abruzzo è una terra dove arte e fede si uniscono in un dialogo silenzioso e profondo. In questi luoghi il Barocco, con le sue forme sinuose e la sua teatralità, non fu soltanto un’espressione artististica, ma divenne un linguaggio popolare, segno di devozione e di identità.

Viaggiando tra le colline pescaresi abbiamo scoperto gli amboni medievali di Santa Maria del Lago a Moscufo e di Santo Stefano a Cugnoli. Entrambi sono opera di Nicodemo, il magister del Romanico abruzzese già collaboratore di Roberto e Ruggero, autori dei meravigliosi arredi sacri scolpiti nella pietra che abbiamo ammirato nella chiesa di Santa Maria in Valle Porclaneta a Rosciolo dei Marsi e nell’abbazia di San Clemente al Vomano di Notaresco.

Se il Romanico abruzzese ci ha rivelato una spiritualità scolpita nella pietra, severa, riflessiva e a tratti misteriosa, proseguendo questo itinerario d’arte fra i dolci declivi collinari, ora ci aspetta il Barocco, per stupirci ed  emozionarci.

Non lontano da Cugnoli, due piccoli paesi circondati da uliveti, vigneti e campi di grano, che sfumano in lontananza tra le vallate boscose della Maiella, custodiscono tesori rappresentativi dell’arte barocca regionale: gli oratori mariani di Santa Maria delle Grazie (1505) ad Alanno e Santa Maria della Croce (1618) a Pietranico.

Racconti popolari, miracoli e fede accompagnano la storia di questi borghi, contribuendo a plasmare l’identità culturale e religiosa delle comunità. La tradizione orale, spesso intrecciata alla leggenda, conserva e tramanda la memoria delle apparizioni mariane, che nei secoli hanno ispirato la costruzione degli oratori. Così avvenne nel 1498 ad Alanno e similmente a Pietranico circa un secolo dopo, nel 1613.

Entrambi documentano i rispettivi eventi miracolosi: quello di Pietranico con una semplice epigrafe posta sul portale della controfacciata, mentre l’oratorio di Alanno si mostra ancora più, per così dire, barocco, con un ciclo di rilievi istoriati – ben quattro – che ricopre l’intera controfacciata.

Nel nostro blog, dove le impressioni d’occhio e di cuore si incontrano, cercheremo come sempre rimandi, analogie e racconti che uniscono arte e devozione, accompagnati da una ricca galleria fotografica.

Prima parte

Le antiche pietre di Pietranico

Chissà se il toponimo del paese deriva da quella gigantesca pietra che si erge sul punto più alto del colle, anticamente chiamata la “Pietra iniqua”. La roccia svetta tra i tetti di Pietranico e insieme al campanile della chiesa parrocchiale, intitolata a San Michele e Santa Giusta, disegna il profilo del paese. I pietranichesi la chiamano anche “Pietra di Castello”, in ricordo dell’antico castello longobardo costruito sull’altura, di cui non restano tracce.

Lo sperone roccioso pietranichese ricorda la grande roccia detta Morgia di Gessopalena e la leggenda ad essa collegata, che narra di un Abruzzo anticamente abitato da giganti capaci di spostare massi enormi per costruire mura ciclopiche, come quelle sul Monte Pallano, tra Tornareccio e Bomba (vedi galleria fotografica).

Il passato di Pietranico vive nelle pietre, curiosando nei dintorni scopro alcuni curiosi manufatti rocciosi sparsi nella campagna. Ma in questo caso i giganti non c’entrano, queste rocce sono state scolpite dall’uomo e hanno la forma di grandi vasche. Sono pietre che non raccontano leggende ma la vita, quella vera, fatta di sacrifici e duro lavoro degli antenati dei pietranichesi.

Sono vasche rupestri, veri e propri monumenti arcaici contadini, presenti qui a Pietranico ma anche in altre in altre zone dell’Italia, in particolare in Sicilia e in Calabria. Grazie alla forma, al livellamento calibrato quasi al millimetro e ai canali ben raccordati, queste vasche potrebbero essere state utilizzate per la raccolta dell’acqua oppure, più verosimilmente, per rendere ottimale la pigiatura dell’uva. Probabilmente il vino così prodotto, oltre al consumo locale, costituiva merce di scambio (con la lana) sui vicini tratturi.

Storie di emigranti

Parlare di lavoro e sacrifici qui a Pietranico evoca ricordi e storie legate alla emigrazione. Il paese fino alla metà del ‘900 fu interessato da un notevole flusso migratorio, tanti furono i pietranichesi partiti, insieme ad altri abruzzesi nati tra queste colline, per cercare fortuna all’estero, soprattutto negli Stati Uniti, in Canada e nell’America del Sud, ma anche in Argentina e in Venezuela e ovviamente in Europa, in particolare in Svizzera, Germania e Francia.

La storia della Madonna di Pietranico racconta anche le vicende di questi abruzzesi e dei loro discendenti, rimasti molto legati ai luoghi d’origine, nonostante da generazioni vivono all’estero. Si tratta di una Madonna in terracotta risalente al XVI secolo e attribuita alla bottega di Saturnino Gatti, uno degli artisti più rappresentativi del Rinascimento abruzzese al quale abbiamo dedicato un articolo (Saturnino Gatti e il Rinascimento abruzzese). La statua è stata restituita alla comunità grazie agli abruzzesi che vivono all’estero.

La storia di questa statua è alquanto rocambolesca. Fin dal ‘500 si trovava a Pietranico e lì rimase per quattro secoli, fino al disastroso terremoto del 1915, quando venne spostata prima L’Aquila poi nel Museo dell’abbazia di San Clemente a Casauria. Quindi fu nuovamente riportata a L’Aquila e depositata per decenni nei magazzini del Museo Nazionale d’Abruzzo, dove fu praticamente dimenticata. Ridotta a pezzi dal terribile terremoto del 2009, venne riconosciuta grazie a una vecchia foto ritrovata per caso a Pietranico.

Una storia travagliata quella della Madonna di Pietranico, ma con un lieto fine. Dopo il ritrovamento fu restaurata grazie anche ai fondi raccolti dagli italoamericani su iniziativa dell’Italian America Museum di New York e della Pro Loco di Pietranico. Dopo l’esposizione nel 2011 presso il Consolato Generale d’Italia a New York, l’opera finalmente fece ritorno dopo cinque secoli a Pietranico, oggi è custodita nella chiesa di San Rocco.

Tra fede, storia e leggenda.

Poco distante dal paese, su un panoramico colle che domina una valle boscosa incorniciata nello splendido scenario naturalistico della Maiella, si trova l’Oratorio di Santa Maria della Croce. Prima di visitare le architetture e gli interni, ho cercato in paese informazioni sull’evento miracoloso legato alla storia di questa chiesa, in modo da poter riscontrare eventuali similitudini con altri racconti popolari abruzzesi legati alla fede.

Queste storie parlano di riti, tradizioni e fede, sono racconti affascinanti e testimoniano un coinvolgimento popolare che rimanda a un Abruzzo arcaico, descritto in passato, soprattutto nei suoi aspetti più eccessivi – pensiamo ad esempio ai fedeli di Miglianico che leccavano il pavimento del Santuario di San Pantaleone in segno di ex voto – da artisti, intellettuali e letterati, tra tutti Francesco Paolo Michetti e Gabriele d’Annunzio.

La grande tela di Michetti Il Voto, esposta nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma, ma anche, dello stesso artista Gli Storpi, e I Serpari, oggi nella collezione del Museo Michetti di Francavilla al Mare, unitamente alle storie popolari ammantate di fede e superstizione narrate da Gabriele d’Annunzio nelle sue opere, in particolare negli Idolatri e nel Trionfo della Morte, sono esempi eloquenti di come artisti e intellettuali raporesentavano quel lontano passato.

Come nella storia di Pietranico anche a Rapino, nel chietino, la chiesa della Madonna del Carpineto, chiamata dai rapinesi “Madonna della Pioggia”, situata non lontano dall’antico rione dei ceramisti, ricorda che la sua costruzione avvenne a seguito di un’apparizione mariana a un fanciullo del posto, un contadino che invocava la grazia di Maria affinché cessasse la siccità che rendeva arido il suo campo.

Parimenti accadde tra Casalbordino e Pollutri, sempre nel chietino, dove si narra che l’apparizione mariana avvenne sempre a un contadino del posto dopo le sue invocazioni alla Vergine affinché salvasse il raccolto da una tempesta di grandine. Si cita anche l’anno, il 1576. Sul luogo sarà edificato il Santuario della Madonna dei Miracoli, visitato dallo stesso d’Annunzio nel 1889 insieme all’amico Francesco Paolo Michetti, il quale dipingerà Gli Storpi ispirato proprio da quel viaggio. Gabriele d’Annunzio invece citerà il viaggio in un episodio del citato romanzo, ultimo della trilogia “della Rosa”, in gran parte ambientato a San Vito Chietino.

La salvezza miracolosa di alcuni pastori da piogge torrenziali e frane di rocce nei pressi della Grotta del Cavallone, a Taranta Peligna, citata da d’Annunzio nella tragedia pastorale la “Figlia di Iorio”, è invece alla base della costruzione del Santuario della Madonna della Valle. Secondo la tradizione popolare nel XV secolo la Madonna apparve sul ramo di una quercia secolare ad alcuni pastori rifugiati in una grotta a causa di una frana, che dalla montagna minacciava il paese di Taranta Peligna. Per grazia ricevuta i pastori intagliarono la statua della Madonna nel legno della stessa quercia e realizzarono una edicola votiva. Sullo stesso luogo sarà costruito l’attuale Santuario.

Il racconto popolare di Pietranico trovo sia interessante in questo articolo dedicato all’arte e ai racconti popolari tramandati da generazioni, per via della citazione del “bastone fiorito”, che rimanda alla iconografia di due celebri pale d’altare, eseguite dal Perugino e dal suo allievo più illustre: Raffaello Sanzio. Si tratta, come vediamo nella galleria fotografica, delle due versioni del famoso dipinto lo Sposalizio della Vergine, un’opera molto importante nella storia dell’arte.

Il racconto di Pietranico narra di una apparizione mariana avvenuta il 25 marzo 1613, giorno in cui si festeggia l’Annunciazione, a un giovane contadino, tale Domenico del Biondo, alle prese col suo terreno reso arido della siccità. Come abbiamo visto tutti questi racconti hanno in comune le condizioni estreme di maltempo. Non è un caso, a mio avviso queste storie popolari hanno la stessa matrice, da cercare nei testi biblici. Il primo profeta d’Israele, Elia, ritiratosi sul Monte Carmelo, fu testimone dell’apparizione di colei che diventerà la Madre di Gesù, la quale, apparsa su una nube, portò la pioggia che salvò dalla devastante siccità la terra di Israele. La Vergine Maria aiutò anche il giovane contadino di Pietranico, rendendo di nuovo fertile il suo terreno, in cambio della grazia chiese di far costruire una chiesa in suo nome nei pressi di un’altura in contrada “della Croce”, non lontano da Pietranico.

Il bastone fiorito e i grandi falò

Il fanciullo riferì ai paesani “l’ordine” ricevuto, ma non venne creduto, in suo aiuto però avvenne il miracolo: alcune rose profumate improvvisamente sbocciarono dal bastone che il contadinello usava per andare nei campi, ora diventati fertili, nel mentre le campane iniziarono a suonare senza che nessuno le toccasse. Il miracolo era compiuto e la comunità del piccolo paese iniziò il pellegrinaggio sul luogo dell’apparizione, nei pressi del quale sarà edificata prima una cona e successivamente una chiesa.

Ma quello non fu il solo miracolo. A Pietranico si racconta che nella primavera del 1675 bande di disertori fuggiti dai reparti dei mercenari assoldati dall’esercito spagnolo che occupava L’Aquila, si aggiravano tra i paesi abruzzesi saccheggiandoli. I devoti pietranichesi invocarono la protezione della Vergine. “E’ stata la Madonna della Croce”, raccontano, a far desistere gli assalitori spagnoli, facendo sembrare “il paese circondato da alte fiamme”.

Così come avvenne a Fara Filiorum Petri, nel chietino, dove si racconta che Sant’Antonio trasformò un bosco di querce in “giganteschi falò” spaventando così l’esercito francese, che nel 1799 minacciava di invadere il paese. Da allora i faresi rievocano il miracolo accedendo ogni anno la sera della vigilia della festa di Sant’Antonio le “Farchie”, enormi fasci di canne vegetali.

Anche i pietranichesi in primavera rievocano l’evento prodigioso della Madonna della Croce celebrando la “Novena dei falò”. Dal 24 aprile, per nove giorni, tutte le sere accendono piccoli fuochi davanti alle loro case e la sera del due maggio la statua della Madonna della Croce viene portata in processione per le vie del paese inondate dalla luce e dal calore di grandi falò, dove ardono rami di ginestra e ulivo.

Oltre agli eventi estremi di maltempo, in particolare grandine, pioggia e siccità, come abbiamo visto legati alle apparizioni mariane, anche a proposito del bastone fiorito, citato nel racconto pietranichese, proviamo a fare alcune comparazioni.

L’evento miracoloso narrato nel 1613 a Pietranico rimanda ai vangeli apocrifi che raccontano il simile episodio miracoloso accaduto a Giuseppe in occasione del suo matrimonio con la Vergine Maria. Ecco un passo del racconto: “Indossato il manto dei dodici sonagli, il sommo sacerdote entrò nel santo dei santi e pregò riguardo a Maria. Ed ecco che apparve un angelo del Signore, dicendogli: Zaccaria, Zaccaria esci e raduna tutti gli scapoli del popolo. Ognuno porti un bastone: sarà la moglie di colui che il Signore designerà per mezzo di un segno. Uscirono i banditori per tutta la Giudea e tutti accorsero portando un bastone, entrarono nel tempio e dopo le preghiere solo il bastone di Giuseppe, della stirpe reale di Davide, ebbe il segno: fiorì” (1).

In un altro racconto si narra che Giuseppe, mentre lavorava il legno, annunciò ad alcuni amici che lo stavano salutando l’avvenuto miracoloso concepimento della Vergine Maria, ma non venne creduto – come il giovane contadino di Pietranico quando raccontò ai suoi paesani l’apparizione – Giuseppe insistette affermando che “è stato annunciato dall’angelo del Signore”. Allora uno dei presenti gli dice: “Se è la verità che il bastone che hai in mano fiorisca adesso.” E così accadde, tra lo stupore dei presenti.

Nella storia dell’arte troviamo il riferimento al bastone fiorito nel famoso dipinto di Raffaello, Sposalizio della Vergine, in cui viene raffigurato Giuseppe con in mano un ramo la cui cima è coronata da delicati fiori, nel mentre un ragazzo spezza il suo rimasto secco.

Per la realizzazione del suo capolavoro Raffaello si ispirò al medesimo tema iconografico che il suo maestro Pietro Perugino, di cui fu allievo anche l’abruzzese Francesco da Montereale (Montereale 1466, L’Aquila 1541), stava dipingendo, o aveva appena terminato di dipingere, tra il 1501 e il 1504 per la Cappella del Santo Anello, nel Duomo di Perugia, dove è tradizionalmente custodito l’anello nuziale di Maria. Il dipinto, rubato da Napoleone, si trova da due secoli in Francia (vedi galleria fotografica); mentre la versione di Raffaello è custodita nella Pinacoteca di Brera.

Oratorio di Santa Maria della Croce

Al visitatore la chiesa appare come un modesto edificio campestre adibito al culto, lo stile architettonico è quello delle chiese che un tempo segnavano le vie tratturali, non a caso il Tratturo Magno passa proprio da queste parti. Non appena varcato l’ingresso, che guarda un suggestivo terrazzamento panoramico, vera oasi di pace, le linee sobrie ed essenziali cedono il posto alla opulenza decorativa.

Sembra di assistere a uno spettacolo pirotecnico improvviso, con il tripudio barocco colorato d’oro, blu, azzurro e bianco, tra putti, cherubini, arcangeli, colonne, fregi, stucchi, dorature, decorazioni, finti marmi, dipinti, archi, bassorilievi, statue e affreschi. Tutto raccolto nell’unica navata, opera di un certo Berardino Cardelli, probabilmente originario, riportano le fonti, di Santo Stefano di Sessanio, e nelle due piccole cappelle laterali, una dedicata alla Crocifissione e l’altra alla Santissima Annunciazione, opera di artisti vari, tra i quali Tommaso di Bernardino Aquilano.

L’oratorio di Pietranico, dichiarato “bene di notevole interesse storico ed artistico nazionale” con un Decreto Ministeriale del 1950, nel corso del tempo ha registrato diversi apprezzamenti da parte di studiosi e storici dell’arte, alcuni dei quali, come Federico Zeri e Bernard Berenson, ebbero modo di visitare questo oratorio e quello della vicina Alanno.

Lo studioso Vincenzo Eugenio Balzano (Castel di Sangro, 1866 – Roma, 1951), fondatore della Deputazione abruzzese di Storia Patria, scrisse che “l’oratorio di Pietranico, insieme a quello di Alanno, racchiude quanto di più perfetto ha il barocco italiano in fatto di architettura, pittura, di decorazione e di intagli”. Un’affermazione di parte, se pensiamo ad esempio all’importanza nella storia dell’arte del barocco romano, sospeso tra Bernini, Borromini e Caravaggio, per citarne solo alcuni, oppure del barocco siciliano, rappresentato dalla maestria nell’arte della stuccatura di Giacomo Serpotta. La “perfezione” descritta da Balzano rende più il merito se riferito al territorio abruzzese, cito a titolo di esempio la chiesa di Santa Maria del Colle a Pescocostanzo e la chiesa di Santa Chiara a Chieti.

Seconda parte

Alanno

Passeggiando nel centro storico di Alanno, tra le sue vie chiamate “rue”, si fanno notare le antiche torri medievali e i resti del castello, testimonianze del passato longobardo e della influenza su questo territorio, insieme alla vicina Pietranico, dell’abbazia di San Clemente a Casauria.

Dalla fine del Medioevo al Rinascimento si avvicendarono al potere locale le famiglie Camponeschi, Caracciolo, d’Aquino, fino ai Fieramosca, questi ultimi discendenti del famoso condottiero Ettore, ricordato nei libri di storia per la celebre “Disfida di Barletta”, la sfida tra cavalieri italiani e francesi avvenuta durante la Guerra d’Italia nel 1503 a Trani. Uno dei tredici cavalieri italiani era abruzzese, Giovanni Capoccio da Tagliacozzo. Le scene del famoso duello cavalleresco sono affrescate sul soffitto di uno dei saloni del Palazzo Ducale di Atri.

L’oratorio di Santa Maria delle Grazie si trova a pochi chilometri dal centro del paese, dalle terrazze panoramiche che si incontrano passeggiando lungo il corso principale lo si intravede su un’altura, circondato da uliveti e protetto da possenti mura. Il piazzale davanti all’Oratorio è intitolato ad Andrea de’ Litio (3), uno degli autori delle opere presenti all’interno, insieme alla scuola del Pinturicchio e del Maestro di Beffi.

Le decorazioni a stucco e le dorature sembrano richiamare lo stile presente nell’oratorio di Pietranico, ma anche, a mio avviso, nella chiesa di San Pietro a Loreto Aprutino, in particolare nella cappella di San Tommaso d’Aquino. È dunque probabile che siano le stesse maestranze.

Il portale in pietra bianca della Maiella datato 1506 richiama lo stile del battistero rinascimentale del Duomo di Atri (della stessa epoca), con evidenti influenze della scuola fiorentina, che ricordano lo stile di Antonio Rossellino, ma anche quelle del nostro Silvestro dell’Aquila (4). A mio avviso l’autore di questo portale è lo stesso (lui o la sua bottega) che realizzò il portale della Chiesa di San Pietro Apostolo a Loreto Aprutino, come evidenzio nella galleria fotografica.

L’oratorio di Alanno è caratterizzato da un numero rilevante di rilievi e statue: Profeti, Evangelisti, Padri della Chiesa, Virtù Cardinali, Sante e Santi, in particolare Sant’Antonio Abate. Nelle didascalie che accompagnano le foto esposte nella galleria fotografica ho cercato di elencarli tutti. In un rilievo è scolpita persino la peruviana Santa Rosa da Lima, raffigurata con il suo fascio di rose e il vangelo. Una santa ricordata soprattutto per la sua vicinanza agli indios del Perù, nel XVII secolo oggetto di emarginazione e violenza etnica. Interessante è l’area presbiteriale, dove si trovano gli affreschi più importanti e le decorazioni parietali, i bassorilievi e ancora statue. Tutte opere visibili parzialmente dall’unica navata e dalle quattro cappelle distribuite sui due lati, ma questo presbiterio semi nascosto ha il suo fascino, sembra un prezioso scrigno segreto.

Barocco abruzzese, tra devozione e meraviglia.

Pietranico e Alanno si rivelano come scrigni preziosi dell’arte barocca e di memoria condivisa. Luoghi dove il tempo sembra essersi fermato e dove la tradizione incontra la storia per dare forma a un’arte più intima e familiare, che ancora oggi continua a dare voce a una comunità capace di trasformare la fede e la devozione in bellezza. Venite a visitare questi luoghi, in bici oppure passeggiando senza fretta, ammirando il bellissimo paesaggio e l’arte delle sue chiese.

Continuiamo il nostro viaggio tra le colline pescaresi, la prossima tappa è Pianella, con la chiesa di Santa Maria Maggiore, uno degli esempi architettonici più rappresentativi del Medioevo abruzzese.

Copyright ‐ Riproduzione riservata ‐ derocco.leo@gmail.com – De Rocco Leo Domenico ‐ Tecnico della valorizzazione dei Beni Culturali ed Ecclesiastici Regione Abruzzo ‐ Note e fonti dopo la galleria fotografica

Paesaggio collinare tra Pietranico, Alanno e Cugnoli ‐ Foto Leo De Rocco per Abruzzo storie e passioni

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Pietranico, il paese e il contesto paesaggistico ‐ Foto Leo De Rocco

La chiesa parrocchiale di Pietranico e la statua di San Michele Arcangelo ‐ Foto Abruzzo storie e passioni

Pietranico e la Pietra iniqua o Pietra di Castello – Foto Leo De Rocco per Abruzzo storie e passioni

Mura Megalitiche del Monte Pallano – Foto Leo De Rocco per Abruzzo storie e passioni

Pietranico,  vasche rupestri – Foto Leo De Rocco per Abruzzo storie e passioni

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Pietranico –  Chiesa di San Rocco e la statua della Madonna in terracotta, sec. XVI, attribuita alla bottega di Saturnino Gatti – Foto Leo De Rocco

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Paesaggio tra le colline di Alanno, Pietranico e Cugnoli – Foto Abruzzo storie e passioni

A sinistra: Roma, Galleria d’Arte Moderna, Il Voto, 1883, Francesco Paolo Michetti – Foto Leo De Rocco – A destra: Rapino, la testimonianza dell’apparizione mariana (Madonna del Carpineto) a un giovane contadino del posto in una raffigurazione della manifattura delle ceramiche di Rapino – Foto Leo De Rocco per Abruzzo storie e passioni

Pietranico – Oratorio Madonna della Croce – pala d’altare con l’Annunciazione, opera di Tommaso di Bernardino Aquilano, 1628 – Foto Leo De Rocco

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Pietranico – Oratorio Madonna della Croce – Foto Leo De Rocco – “Addì, 25 Marzo 1613, giorno di lunedì, festività della Santissima Annunciazione…” La storia dell’apparizione riportata sulla controfacciata.

Il luogo dove secondo la tradizione popolare nel 1613 avvenne l’apparizione mariana al contadino di Pietranico – Foto Leo De Rocco per Abruzzo storie e passioni

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Pietranico, i tradizionali falò in onore della Madonna della Croce – Foto Parrocchia San Michele Arcangelo Pietranico

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Pietranico, i tradizionali falò in onore della Madonna della Croce nella edizione 2023, interrotta e annullata a causa del maltempo – Foto Leo De Rocco

Pietranico, l’edizione 2024 è stata ridotta a causa del forte vento ‐ Foto Leo De Rocco per Abruzzo storie e passioni

San Giuseppe col bastone fiorito dipinto su una maiolica di Castelli (Te) – Bottega Grue, XVIII sec. Museo Acerbo Loreto Aprutino – Foto Leo De Rocco

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Sposalizio della Vergine, Pietro Vannucci detto il Perugino – Musée des Beaux Arts, Caen, Francia – Si noti il bastone fiorito di San Giuseppe e, a sinistra, il ragazzo che spezza il suo – Foto Leo De Rocco

Sposalizio della Vergine, Pietro Vannucci detto il Perugino – Musée des Beaux Arts, Caen, Francia – dettaglio del bastone fiorito di San Giuseppe – Foto Leo De Rocco

Lo Sposalizio della Vergine, Pietro Vannucci detto il Perugino – Musée des Beaux Arts, Caen, Francia – Foto Leo De Rocco

Raffaello Sanzio – Sposalizio della Vergine, 1504 – Pinacoteca di Brera

Pietranico – Oratorio Madonna della Croce – Foto Leo De Rocco

Pietranico – Oratorio Madonna della Croce – Foto Leo De Rocco

Pietranico, paesaggio dal piazzale antistante l’ingresso della Chiesa di Santa Maria della Croce. L’edificio di culto fu costruito non lontano dalle antiche vie dei Tratturi – Foto Leo De Rocco

Palermo, Oratorio di San Lorenzo – Foto Leo De Rocco – l’oratorio presenta pregevoli decorazioni a stucco e statue, opera settecentesca di Giacomo Serpotta. La pala d’altare rappresenta la Natività tra i santi Francesco e Lorenzo opera di Caravaggio (in copia, l’originale fu trafugato dalla mafia nel 1969)

Chiesa di Santa Chiara, Penne (Pe) – Foto Gabriele Paesani, per gentile concessione ad Abruzzo storie e passioni

Chieti, chiesa di Santa Chiara XVII secolo ‐ Foto Leo De Rocco (su questa chiesa link al termine di questo articolo)

Galleria fotografica dell’Oratorio di Santa Maria della Croce (le foto sono protette da copyright)

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Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco – Arco centrale e altare maggiore

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Pietranico – Oratorio di Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco – Controfacciata

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Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco – Sulle arcate stucchi e decorazioni con Angeli, Arcangeli, Santi e Profeti.

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Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco

Pietranico – Oratorio di Santa Maria della Croce – Foto Leo De Rocco – Cappella di sinistra dedicata alla Santissima Annunciazione.

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Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco – La Crocifissione, datata 1670, è opera di Bernardino Cardelli, un artista nato a Santo Stefano di Sessanio. Ai lati le statue degli apostoli Pietro e Paolo.

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Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco

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Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco

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Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco

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Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco – L’Arcangelo Michele

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Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco

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Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco

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Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco – Orazione nell’orto. Un angelo appare a Gesù mentre prega. I tre apostoli addormentati sono: Pietro, Giacomo e Giovanni.

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Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco – San Girolamo, Sant’Agostino e San Rocco.

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Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco – Ultima Cena.

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Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco – San Pietro

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Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco – San Paolo

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Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco – Resurrezione di Gesù

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Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco – La Pesca miracolosa nel Mare di Tiberiade

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Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco – Gesù risorto appare agli Apostoli

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Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco – Visitazione di Maria alla cugina Elisabetta, sono presenti Giuseppe e Zaccaria. La cappella dedicata all’Annunciazione è opera di Tommaso di Bernardino Aquilano.

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Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco – Due sono le cappelle laterali: a sinistra dedicata all’Annunciazione e a destra a Santa Maria della Croce.

Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce – Foto Leo De Rocco

Paesaggio collinare tra Alanno e Pietranico ‐ video Leo De Rocco per Abruzzo storie e passioni

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Il centro storico di Alanno – Foto Leo De Rocco

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Alanno – Torre Longobarda, castello – Foto Leo De Rocco

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Alanno – la locale squadra di calcio dilettantistico, con lo stemma “Dio e Costanza” – Foto Leo De Rocco

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Alanno – Una targa contro la violenza sulle donne – Foto Leo De Rocco

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Alanno – Torre del Castello – Foto Leo De Rocco

Alanno – in lontananza l’Oratorio della Madonna delle Grazie – Foto Leo De Rocco

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Alanno – Oratorio della Madonna delle Grazie, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco- L’edificio è chiuso per restauro post terremoto 2009

Alanno – Oratorio Madonna delle Grazie – Foto Leo De Rocco

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Alanno – Portale dell’Oratorio Madonna delle Grazie – Foto Leo De Rocco

Loreto Aprutino – Portale della Chiesa di San Pietro Apostolo – Foto Leo De Rocco

Loreto Aprutino – Chiesa di San Pietro Apostolo, Cappella di San Tommaso d’Aquino – Foto Leo De Rocco

Loreto Aprutino – Chiesa di San Pietro Apostolo, dettaglio decorazioni – Foto Leo De Rocco

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Alanno, Oratorio di Santa Maria delle Grazie, controfacciata – Foto Leo De Rocco – San Paolo e San Girolamo – L’incisione racconta la storia di un contadino, Paolo Androno, il quale in contrada della Croce, ai confini con Pietranico, vide la Madonna ricevendo l’invito a far costruire una chiesa.

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Alanno, Oratorio di Santa Maria delle Grazie, controfacciata – Foto Leo De Rocco – San Francesco e San Pietro

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Alanno – Oratorio Madonna delle Grazie, controfacciata – Foto Leo De Rocco – Apparizione della vergine Maria al contadino

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Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie, controfacciata – Foto Leo De Rocco – Processione degli alannesi dopo l’apparizione mariana e costruzione dell’oratorio

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Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Incoronazione di Maria

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Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Madonna con Bambino e angeli, altare centrale.

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Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – in alto: Salomone tra Isaia (sx) e Geremia (dx)

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Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Davide tra Ezechiele (sx) e Giosuè (dx)

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Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Aronne (al centro) tra Mosè (dx) e Gedeone (sx)

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Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Matteo e l’angelo (sx) e Luca con il suo simbolo: il toro (dx)

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Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Giovanni con il suo simbolo: l’aquila (sx); Marco con il suo simbolo: il leone (dx)

Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie, porta seicentesca – Foto Leo De Rocco

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Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Balaustra seicentesca

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Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie, decorazioni – Foto Leo De Rocco

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Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco

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Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Decorazioni presbiterio

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Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco

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Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Tentazioni di Sant’Antonio

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Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Virtù cardinali: Fortezza (in basso) e Saggezza (in alto)

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Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Virtù cardinali: Giustizia (in alto) e Temperanza (in basso)

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Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – in alto: il profeta Daniele

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Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Flagellazione di Cristo

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Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – La Visitazione (in basso) e L’Annunciazione (in alto)

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Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Fuga in Egitto (in basso) e Angelo annunciante (in alto)

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Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Angelo, putto e decorazione a rilievo con uva e melograno (simboli religiosi cristiani)

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Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – papa San Gregorio Magno

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Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Foglie di acanto

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Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco

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Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Madonna con Bambino e San Giovannino, in alto: Sant’Agostino

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Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Santa Barbara

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Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Santa Regina

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Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Santa Rosa da Lima

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Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Sant’Antonio Abate

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Alanno, Oratorio Madonna delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Miracolo di Sant’Antonio

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Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Lievitazione di Sant’Antonio Abate

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Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Sant’Antonio e il miracolo del fuoco

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Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Dio Padre benedicente

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Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco

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Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Uva e melograni

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Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Madonna con Bambino e angeli

Paesaggio tra Cugnoli, Alanno e Pietranico – Foto Leo De Rocco

Copyright – Riproduzione riservata – derocco.leo@gmail.com Tecnico della valorizzazione dei Beni Culturali ed Ecclesiastici – Ringraziamenti: Pietranico, un particolare ringraziamento alla sig.ra Maria Luisa Marsili per le preziose informazioni sul suo paese e la disponibilità per la visita alla chiesa (attualmente chiusa al pubblico) di San Rocco e alle vasche rupestri. Ringrazio inoltre la sig.ra Dora, custode dell’Oratorio Madonna della Croce – Alanno, ringrazio i titolari del bar-ristorante Oratorio; e Angelica Breda, Assessore alla Cultura del Comune di Alanno.

Note al testo: 1) da L’Osservatore Romano, Antonio Tarallo; 2) e 3) vedi gli articoli “Autunno abruzzese, gli antichi tratturi” e “L’oro rosso aquilano”; 4) vedi l’articolo “Abbazia di San Clemente a Casauria”; 5) vedi l’articolo “Atri, tra Adriano e Andrea de Litio”; 6) vedi l’articolo “Loreto Aprutino, il Ponte del Capello”.

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