– For the English version, please refer to the end of this page –
In copertina: Il Ponte del Capello, dettaglio degli affreschi del Maestro di Loreto, nella Chiesa di Santa Maria in Piano, Loreto Aprutino. Sotto: dettaglio esterno della Chiesa – Foto Leo De Rocco.
Percorro una strada panoramica che dalla costa si arrampica sulle colline pescaresi, oggi scopriremo un interessante ciclo di affreschi del ‘400, un Giudizio Universale che contiene una rarità: il “Ponte del Capello” e, sulla parete vicina, una scena medievale che esamineremo con la lente d’ingrandimento perché sembra svelare un famoso giallo storico, ancora oggi irrisolto. Ma prima faremo un salto nel centro storico del paese per visitare una nobile dimora storica e un museo dalla curiosa architettura.
Il viaggio on the road tra le colline abruzzesi è sempre piacevole grazie al bel panorama mare-monti, un classico della costa adriatica che non stanca mai, soprattutto se accompagnato dalla giusta colonna sonora.
Loreto Aprutino, gennaio 2016 – Foto Leo De Rocco
Busto di San Zopito, sec. XVII, ambito abruzzese, dettaglio, Chiesa di San Pietro Apostolo, Loreto Aprutino – foto Leo De Rocco
Loreto Aprutino – Foto Leo De Rocco
Loreto Aprutino è arroccato su una collina che guarda le montagne della Majella e del Gran Sasso, ma l’Adriatico non è molto lontano. Dal suo profilo, che osservo dalla strada che conduce al paese, emergono le linee del possente Castello Chiola e quelle del campanile della Chiesa patronale di San Pietro Apostolo, simboli dell’antico potere temporale e spirituale, entrambi dominano un mosaico di case e palazzi che al tramonto sembrano fatti di pietra dorata.
Il paese sembra un presepe, così appare anche in una serigrafia del 1970 dell’artista pescarese Franco Summa, ma anche 200 anni prima intagliato da un ignoto scultore abruzzese nel reliquiario in legno policromo con il busto del patrono San Zopito.
Scrutandola dall’elegante loggiato di San Pietro Apostolo, Santa Maria in Piano, la chiesa abbaziale che custodisce i citati affreschi, mi appare come un’isola circondata da un mare di secolari alberi di ulivo.
Chiesa di San Pietro Apostolo, Loreto Aprutino, in lontananza Santa Maria in Piano – foto Leo De Rocco
In effetti, mi dice un abitante del posto, l’olio “Aprutino Pescarese” prodotto in queste terre mare-monti, un’area che comprende anche i vicini paesi di Pianella e Moscufo, rappresenta una delle eccellenze d’Abruzzo. E’ stato il “primo olio in Italia ad ottenere la Denominazione di Origine Protetta dall’Unione Europea”, tiene a precisare il loretese che incontro appena giunto a destinazione.
Il Museo dell’Olio
Loreto Aprutino – Castello Amorotti, Museo dell’Olio – Foto Leo De Rocco
Loreto Aprutino – Castello Amorotti, Museo dell’Olio – Foto Leo De Rocco
Non a caso nel bel centro storico di Loreto Aprutino scopro un Museo dedicato proprio all’olio. Dunque l’olio da queste parti è così pregiato che è considerato come un’opera d’arte, un affresco o un dipinto: un olio da museo.
Dev’essere quello che pensò nell’Ottocento il loretese Raffaele Baldini Palladini, (1842-1916) un imprenditore agricolo pioniere della olivicoltura moderna.
Loreto Aprutino – Museo dell’Olio – Foto Leo De Rocco
Fu Baldini-Palladini ad inventare un marchio di qualità per l’olio e all’epoca chiamò qui a Loreto Aprutino Francesco Paolo Michetti, famoso pittore e tra i primi fotografi italiani, per farsi disegnare uno scenografico frantoio. Costruito poi con tanto di torre in stile castello medievale: il Castello Amorotti, dalle linee neogotiche (foto sopra), stile in voga in quel periodo, lo ritroviamo ad esempio nel Castello Della Monica a Teramo.

Espositore disegnato da Francesco Paolo Michetti, Museo dell’Olio, Loreto Aprutino – Foto Leo De Rocco
Dettaglio – Foto Leo De Rocco
L’olio prodotto negli storici frantoi loretesi era talmente pregiato che persino l’allora zar di Russia Nicola II ne ordinava ingenti quantità. Le guide del museo mi informano che l’olio veniva imbottigliato nei cristalli di Boemia, bottiglie stilose che in un evento parigino dedicato all’olio prodotto nel mediterraneo trovarono posto su un espositore in stile “umbertino” disegnato sempre da Michetti, che oltre ad essere un pittore e un fotografo scopriamo anche designer.
Ma a parte lo zar, i cristalli di Boemia e gli eventi della Belle Epoque, l’olio prodotto da queste parti è davvero buono, anche gustato sopra una semplice fetta di pane.
Loreto Aprutino – Museo dell’Olio – Foto Leo De Rocco
Loreto Aprutino – Museo dell’Olio – Foto Leo De Rocco
Loreto Aprutino – Museo dell’Olio – Foto Leo De Rocco
Loreto Aprutino – Museo dell’Olio, il medagliere di Raffaele Baldini Palladini – Foto Leo De Rocco
Loreto Aprutino – Museo dell’Olio – Foto Leo De Rocco

Museo dell’Olio, Loreto Aprutino – foto Leo De Rocco
Museo dell’Olio – Loreto Aprutino – Foto Leo De Rocco

Museo dell’Olio, Loreto Aprutino – foto Leo De Rocco
Il Museo dell’Olio fa parte del circuito dei Musei Civici di Loreto Aprutino che comprende anche il Museo Acerbo, sede di una notevole collezione di antiche Ceramiche di Castelli, composta da ben 570 antiche maioliche castellane, la più ricca collezione a livello internazionale. Antiche ceramiche barocche da spezieria, da rappresentanza e devozionali, incorniciate in un elegante e sobrio allestimento che rende piacevole la visita.
Giacomo Acerbo, barone dell’Aterno, oltre a collezionare le ceramiche amava anche le auto da corsa e in onore del fratello Tito, morto da eroe durante la Prima guerra mondiale, (fu Medaglia d’oro), creò la mitica “Coppa Acerbo“, una gara internazionale automobilistica che si disputava sul circuito pescarese, alla quale parteciparono personaggi come Tazio Nuvolari ed Enzo Ferrari, vincitore della prima edizione.
(Per un approfondimento vedi l’articolo dedicato: “Le antiche Ceramiche di Castelli, il Museo Acerbo di Loreto Aprutino”, in questo blog.)
Loreto Aprutino – Museo Acerbo delle Ceramiche di Castelli – Foto Leo De Rocco

Museo Acerbo, Loreto Aprutino – foto Leo De Rocco

Chiesa di San Pietro Apostolo, Loreto Aprutino, dettaglio – foto Leo De Rocco
Non lontano dal Museo dell’Olio, dalla Chiesa di San Pietro Apostolo e dal Museo Acerbo trovo il Castello Chiola, impossibile non notare questo imponente palazzo in stile cinquecentesco con richiami neoclassici. Da qui passarono longobardi e normanni e nel ‘300 diventò la storica dimora dei signori di Loreto, nobili feudatari di queste terre come i d’Aquino, i d’Avalos, i Caracciolo fino ai Conti di Loreto (nel ‘600).
La famiglia Chiola divenne proprietaria del palazzo nella metà dell’800. Oggi il castello è diventato un hotel di lusso, il gentilissimo personale mi permette di visitare gli ambienti comuni e quasi per caso in un grande salone scopro i cartoni preparatori disegnati da Basilio Cascella per i sette pannelli policromi in ceramica che l’artista pescarese realizzò per le famose terme toscane di Montecatini, oggi Patrimonio UNESCO. In un disegno ritrovo la rappresentazione della festa di San Zopito. (foto sotto)
Loreto Aprutino rinnova ogni anno un’antica tradizione popolare dedicata al citato San Zopito: in primavera, il lunedì dopo la Pentecoste, un bue bianco avvolto da un mantello con l’immagine di San Zopito viene portato in processione per le vie del paese, su di esso viene fatto sedere un bimbo, che rappresenta un angelo, vestito di bianco con in testa una corona di fiori, e insieme per tradizione devono inginocchiarsi davanti all’antica chiesa di San Pietro Apostolo.

I pannelli allegorici policromi in ceramica di Basilio Cascella, 1926 – Galleria della mescita, Terme di Montecatini
Castello Chiola, Loreto Aprutino, cartoni preparatori di Basilio Cascella per i pannelli in ceramica delle Terme di Montecatini – Foto Leo De Rocco
Loreto Aprutino – Castello Chiola – Foto Leo De Rocco
Castello Chiola, Loreto Aprutino, disegni preparatori per i pannelli in ceramica delle Terme di Montecatini, dettaglio della Festa di San Zopito – Foto Leo De Rocco
Loreto Aprutino – Santa Maria in Piano – Foto Leo De Rocco
Santa Maria in Piano – dettaglio – Gennaio 2016, Foto Leo De Rocco
Loreto Aprutino – Santa Maria in Piano – Foto Leo De Rocco
Portale della Chiesa di Santa Maria in Piano, Loreto Aprutino – Foto Leo De Rocco
Loreto Aprutino – Santa Maria in Piano – Foto Leo De Rocco
Arriviamo alla Chiesa di Santa Maria in Piano, oggi tappa principale del nostro viaggio a Loreto Aprutino. Nonostante le sue origini risalgano attorno all’anno 800, le prime fonti storiche della chiesa si registrano dal 1100. Furono i restauri effettuati a partire dal XV secolo a dare alla chiesa l’attuale forma architettonica e artistica.
Gli affreschi sulla controfacciata, rappresentano uno dei cicli pittorici più significativi del ‘400 abruzzese, descrivono un monumentale Giudizio Universale, notevole dal punto di vista artistico e iconografico ma anche per la brillantezza dei colori. Il vivace effetto cromatico è dovuto all’encausto, dal greco enkaustès “mettere a fuoco”, una tecnica pittorica che consisteva nello sciogliere i colori a caldo nella cera che acquisivano così brillantezza, in uso fin dall’antichità, la troviamo ad esempio nella pittura romana pompeiana.
Affresco pompeiano nella Villa dei Misteri – Foto Leo De Rocco
Mentre osservo gli affreschi di Loreto immagino l’anonimo artista lavorare con poca luce, nella penombra delle candele, intento a mescolare i colori nella cera d’api fusa, nel mentre i suoi aiutanti di bottega accendono torce e grandi bracieri perché l’affresco ad encausto dev’essere asciugato il prima possibile, ma il calore dev’essere avvicinato alla parete seguendo una tecnica e una tempistica ben precisi altrimenti il colore non si fissa e si stacca. Ed è quello che probabilmente accadde a Leonardo da Vinci nella sua pittura murale “La Battaglia di Anghiari” (1503) a Palazzo Vecchio di Firenze, opera rimasta incompiuta e abbandonata dallo stesso artista a causa di errori tecnici.
Giotto, Giudizio Universale, 1306, Cappella degli Scrovegni, Padova – Foto Leo De Rocco
Maestro di Loreto, Giudizio Universale, Chiesa di Santa Maria in Piano, Loreto Aprutino – Foto Leo De Rocco
Loreto Aprutino – Santa Maria in Piano, gennaio 2016 – Foto Leo De Rocco
La composizione di questo Giudizio Universale mi ricorda il celebre Giudizio di Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova che fotografai tempo fa, con il classico schema iconografico: nella parte centrale il Cristo giudicante in trono racchiuso nella mandorla e circondato da Santi, Sante, Profeti e Apostoli, Angeli e Arcangeli, e ancora: Angeli musicanti e cori celesti, posti nella parte più alta della rappresentazione, al centro i simboli della Passione di Gesù, mentre l’area sottostante è occupata dal Paradiso a sinistra e dall’Inferno a destra (guardando dal piano frontale). L’opera presenta una doppia linea di lettura: dal basso verso l’alto e da destra verso sinistra, nella galleria fotografica come potete vedere ho rispettato questo ordine. Siccome ad oggi l’autore risulta ignoto, lo chiameremo il Maestro di Loreto.
Loreto Aprutino – Santa Maria in Piano – Foto Leo De Rocco
Il Ponte del Capello – dettaglio degli affreschi quattrocenteschi nella chiesa di Santa Maria in Piano a Loreto Aprutino – Foto Leo De Rocco
Uno dei dettagli più curiosi e interessanti della rappresentazione, autentica rarità nella storia dell’arte, è il cosiddetto Ponte del Capello.
Il ponte negli affreschi di Loreto Aprutino è raffigurato sopra un fiume e presenta un restringimento nella parte centrale: solo le anime non appesantite (da tanti e gravi peccati commessi in vita) riusciranno ad oltrepassare quel passaggio cruciale e avere la possibilità di raggiungere il Paradiso, le altre inesorabilmente cadranno nel fiume di lava e saranno trascinate all’Inferno.
In questo dettaglio il Maestro di Loreto raffigura una folla di anime: qualcuno saluta, altri cercano di aiutare chi sta precipitando dal ponte, forse i propri cari, un’altra ancora con il pollice sembra fare segno “tocca a te”.
Loreto Aprutino – Dettaglio del Ponte del Capello – Foto Leo De Rocco
Attraversato il ponte le anime pie sono accolte da un Angelo che indica loro una strada circondata da giardini, fiori e alberi carichi di frutta, qualcuno mentre si incammina raccoglie i fiori, altri si arrampicano sugli alberi dell’Eden. La strada conduce ad un sontuoso palazzo in cui i beati vengono vestiti con eleganti abiti e incoronati con una ghirlanda di fiori.
Intanto l’Arcangelo Michele, raffigurato con abiti bizantini e una bilancia, pesa le anime che sul ponte stavano per cadere, una ulteriore prova: qualche anima dovrà tornare indietro per alleggerirsi nel purgatorio. Si tratta della psicostasia (1), che non ha nulla a che fare con la dieta…
Loreto Aprutino – Santa Maria in Piano – Foto Leo De Rocco
San Michele arcangelo mentre pesa le anime – dettaglio del Giudizio Universale, chiesa di Santa Maria in Piano – Loreto Aprutino – Foto Leo De Rocco
Loreto Aprutino – Santa Maria in Piano, gennaio 2016 – Foto Leo De Rocco
Loreto Aprutino – Santa Maria in Piano – Foto Leo De Rocco
Loreto Aprutino – Santa Maria in Piano – Foto Leo De Rocco
Loreto Aprutino – Santa Maria in Piano – Foto Leo De Rocco
Le anime pie ascendono in Paradiso – dettaglio degli affreschi in Santa Maria in Piano – Foto Leo De Rocco-gennaio 2016
Loreto Aprutino – Santa Maria in Piano, gennaio 2016 – Foto Leo De Rocco
L’iconografia del Ponte del Capello rimanda alla cultura orientale, in particolare a quella greco-bizantina (mutuata da quella egiziana) evidenti basi di studio e ispirazione di questo tanto bravo quanto misterioso Maestro di Loreto.
Una delle fasi del Giudizio Universale, secondo la cultura religiosa orientale, prevede il passaggio delle anime attraverso il Chinvato Peretu, (Zoroastro), un ponte che nella parte centrale è sottile come un capello affinché proprio in quel punto siano pesate le anime buone e quelle cattive.
L’anonimo pittore di Loreto era dunque a conoscenza anche della Visione di Alberico? (Che a sua volta aveva letto Zoroastro…) Il monaco di Montecassino, al secolo Alberico da Settefrati vissuto attorno al 1100, dopo una malattia con febbre alta e perdita di coscienza, e con visioni del paradiso, purgatorio e inferno, in compagnia, racconta il frate, di San Pietro, scortato da due angeli, descrive un “ponte su un fiume, dove le anime riescono a passare se sono leggere e con pochi peccati.”
Questo frate Alberico fu monaco a Montecassino e proprio all’allora abate dell’abbazia di Montecassino (tale Bertario) apparteneva, nell’anno 864, l’edificio primario di Santa Maria in Piano, coincidenze?
Loreto Aprutino – Santa Maria in Piano – Foto Leo De Rocco
Loreto Aprutino – Santa Maria in Piano – Foto Leo De Rocco
Loreto Aprutino – Santa Maria in Piano – Foto Leo De Rocco
Loreto Aprutino – Santa Maria in Piano – Foto Leo De Rocco
Loreto Aprutino – Santa Maria in Piano, gennaio 2016 – Foto Leo De Rocco
Loreto Aprutino – Santa Maria in Piano – Foto Leo De Rocco
Loreto Aprutino – Santa Maria in Piano, gennaio 2016 – Foto Leo De Rocco
Loreto Aprutino – Santa Maria in Piano, gennaio 2016 – Foto Leo De Rocco
Loreto Aprutino vista dalla chiesa di Santa Maria in Piano, gennaio 2016 – Foto Leo De Rocco
Le cinque campate della Chiesa loretese presentano altri interessanti affreschi. In particolare nella quinta campata troviamo una dettagliata, e secondo me pregevole, rappresentazione della vita di San Tommaso d’Aquino.
Questo secondo ciclo di affreschi, probabilmente successivo al Giudizio Universale del Maestro di Loreto, fu commissionato da Francesco II d’Aquino, la stessa casata del santo Tommaso; gli stemmi araldici della nobile famiglia sono lì a ricordarlo. (foto sotto)
Loreto Aprutino – Stemma della famiglia d’Aquino – Santa Maria in Piano – Foto Leo De Rocco
Costanza d’Avalos-d’Aquino e sua nipote Vittoria Colonna – Polittico d’Avalos o Madonna della Misericordia, 1512, autore ignoto – Ischia, Sagrestia del Convento dei frati minori di Sant’Antonio
Francesco II d’Aquino era il fratello di Antonella d’Aquino (1493), marchesa di Loreto Aprutino e sposa di Innico d’Avalos, ereditiera in Abruzzo del marchesato di Pescara, della Contea di Loreto Aprutino e della Baronia di Pescasseroli.
La figlia, Costanza d’Avalos, a parte le secondo me fantasiose ipotesi circa la sua identità riconosciuta nella misteriosa Gioconda di Leonardo, fu l’artefice di un importante ritrovo culturale sull’isola di Ischia, insieme, tra gli altri, alla sua illustre nipote, l’affascinante poetessa Vittoria Colonna, marchesa di Pescara e molto amica del celebre Michelangelo.
In un bel dipinto rinascimentale, il Polittico d’Avalos, dallo straordinario valore iconografico (foto sopra) ecco le due nobildonne ritratte nel 1512: a sinistra la duchessa di Francavilla al Mare Costanza d’Avalos in abiti vedovili, a destra la marchesa di Pescara Vittoria Colonna, all’epoca ventenne e sposata da tre anni (1509) con Ferrante d’Avalos quinto marchese di Pescara, abbigliata con abiti sontuosi, gioielli, capelli adornati da perle, nastri di seta e una retina d’oro. Nel polittico, che risulta esposto smembrato, è ritratto anche San Tommaso d’Aquino, storico protettore dei d’Aquino. (Al termine dell’articolo l’opera completa)
Santa Maria in Piano, Loreto Aprutino, affreschi sulla vita di San Tommaso d’Aquino, gennaio 2016 – Foto Leo De Rocco
Anche tra gli affreschi dedicati a San Tommaso d’Aquino scopriamo alcune curiosità. Il volto e le mani del Santo sono colorati di verde, (foto sopra) segno evidente di una morte avvenuta per avvelenamento, un omicidio dunque.
Un fatto storico citato anche da Dante nella Divina Commedia: “ripinse al ciel Tommaso”, citazione riferita al re di Napoli Carlo d’Angiò che rispedì (ripinse) in cielo, quindi fece uccidere, Tommaso d’Aquino.
La misteriosa morte di Tommaso d’Aquino è uno dei più clamorosi gialli storici rimasti irrisolti. Secondo alcuni studi fu quel superbo di Carlo I d’Angiò, che qualche anno prima fece tagliare la testa al giovanissimo Corradino di Svevia dopo la celebre Battaglia di Tagliacozzo, il mandante dell’omicidio di San Tommaso d’Aquino, ordinato dal re angioino mentre si recava da papa Gregorio X al concilio, il secondo, convocato a Lione nel 1274.
Il movente? Le sospette simpatie di una parte della nobile famiglia di Tommaso d’Aquino per gli Hohenstaufen, il casato al quale appartenne il citato Corradino, ma anche suo nonno lo Stupor Mundi Federico II, e suo zio Manfredi: insomma i regnanti in Sicilia e sud Italia prima degli angioini.
A quel Concilio frate Tommaso, ovviamente invitato, non arrivò mai perché morì nell’abbazia cistercense di Fossanova (Latina), ufficialmente per una malattia. Ma a quanto pare l’autore degli affreschi di Loreto Aprutino non aveva dubbi: fu invece omicidio per avvelenamento e non avevano dubbi nemmeno i suoi committenti, i conti d’Aquino feudatari di Loreto Aprutino e discendenti di San Tommaso, lo stemma del casato alla base degli affreschi è il loro beneplacito.
Ma i dubbi ancora oggi ci sono: e se il Tommaso d’Aquino rimandato in cielo, come scrive Dante, non fosse il santo in questione?
Insieme al povero Corradino di Svevia, dopo un processo farsa a Napoli, Carlo d’Angiò fece decapitate anche un cavaliere che accompagnava il giovane principe svevo e che pochi anni prima sposò la figlia di Federico II. E, colpo di scena, quel cavaliere si chiamava anche lui Tommaso d’Aquino, parente e omonimo del Santo morto a Fossanova.
Ma anche se questo cavaliere omonimo fosse realmente esistito, perché Dante si scomodò a citarlo, non era un personaggio storico rilevante. Il mistero sulla morte di San Tommaso d’Aquino è destinato a rimanere tale.
Loreto Aprutino – Santa Maria in Piano, affreschi sulla vita di San Tommaso d’Aquino, gennaio 2016 – Foto Leo De Rocco
Affreschi terza campata, Santa Maria in Piano, Loreto Aprutino, gennaio 2016 – Foto Leo De Rocco
Vita di San Tommaso d’Aquino, chiesa di Santa Maria in Piano, Loreto Aprutino, gennaio 2016 – Foto Leo De Rocco
Vita di San Tommaso d’Aquino, chiesa di Santa Maria in Piano, Loreto Aprutino, gennaio 2016 – Foto Leo De Rocco
Affreschi seconda campata – Santa Maria in Piano, Loreto Aprutino, gennaio 2016 – Foto Leo De Rocco
Loreto Aprutino – Santa Maria in Piano – Foto Leo De Rocco
Affreschi seconda campata, Santa Maria in Piano, Loreto Aprutino, gennaio 2016 – Foto Leo De Rocco
Santa Maria in Piano, Loreto Aprutino, gennaio 2016 – Foto Leo De Rocco
Curiosi infine gli antichi graffiti (originali) presenti ai piedi degli affreschi, uno di essi (foto sopra) indica che a fine luglio del 1590 “si oscurò il sole”, ma a quanto pare una eclissi ci fu nel 1560, non nel 1590… mistero.
La chiesa di Santa Maria in Piano è una delle chiese più intriganti e artisticamente interessanti d’Abruzzo, un motivo in più per visitare la bella Loreto Aprutino.
Loreto Aprutino, gennaio 2016 – Foto Leo De Rocco
Mentre scrivo sul misterioso artista di Loreto Aprutino che nel ‘400 cercò un dialogo iconografico tra la religione cristiana, quella greco ortodossa bizantina e quella islamica, l’attualità mi riporta ai conflitti in Medioriente, alle notizie sulla criminale distruzione di siti archeologici e il saccheggio di opere d’arte.
Per questo desidero ricordare l’archeologo e scrittore siriano Khaled al-Asaad: sacrificò la sua vita per difendere e salvare l’arte della sua terra, per Palmira.
Khaled al-Asaad era il Direttore del Museo di Palmira e dell’importante sito archeologico dell’antica città siriana, la sua passione e il coraggio nel difendere al costo della sua stessa vita un patrimonio di tutta l’umanità rimarranno sempre nella memoria.
Khaled al-Asaad nel Museo di Palmira da lui diretto, il 18 agosto 2015 Asaad fu ucciso davanti al suo Museo perché si rifiutò di rivelare dove si trovavano le opere d’arte, da lui nascoste per salvarle dalla distruzione.
La bellezza salverà il mondo? chissà, intanto vi invito a scoprire le bellezze di Loreto Aprutino, e non dimenticate di assaggiare la bontà dell’olio prodotto da queste parti, un olio da re.
Leo De Rocco
Copyright © Foto/Testo/Video
Copyright © Riproduzione Riservata – All rights reserved – La legge e le norme vigenti vietano la riproduzione, anche solo parziale, del testo e delle foto presenti in questo articolo, senza autorizzazione scritta: derocco.leo@gmail.com – Pictures, it is forbidden to use any part of this article without specific authorisation
Note: 1) La psicostasia deriva dalla cultura egiziana, nella quale Anubis aveva il compito di pesare i cuori delle anime affinché risultassero talmente puri da pesare meno della piuma di Maat, la dea della verità e della giustizia, e guadagnare così un posto nel paradiso – Foto (compreso copertina): Loreto Aprutino, gennaio 2016, autore Leo De Rocco – Fonti: Diocesi di Ischia; Guida alle città d’arte d’Abuzzo, Edizioni Carsa 2001- Collezione Acerbo in Loreto Aprutino, Carsa Edizioni – Ringraziamenti: Andrea de Carlo, traduttore e docente di letteratura; Don Andrea, parroco di Santa Maria in Piano – Blogger: Leo De Rocco per Abruzzo storie e passioni
Pietà lignea, scultore tedesco XV sec. – dettaglio dell’altare di Santa Maria in Piano, Loreto Aprutino, gennaio 2016 – Foto Leo De Rocco
Busto di San Zopito – Chiesa di San Pietro Apostolo – Loreto Aprutino – Foto Leo De Rocco
Loreto Aprutino in una serigrafia di Franco Summa, 1970 – Foto Leo De Rocco
Polittico d’Avalos, 1512 – Fonte Diocesi di Ischia
Copyright © Riproduzione Riservata– All rights reserved – Non è consentito nessun uso del testo e delle foto presenti in questo articolo senza autorizzazione scritta derocco.leo@gmail.com si ricorda che leggi e norme vigenti garantiscono il divieto di riproduzione sotto qualsiasi forma, anche solo parziale, del testo e delle foto presenti in questo articolo – Pictures, it is forbidden to use any part of this article without specific authorisation
Note: 1) Graffito del 1590 trovato in una campata della Chiesa di Santa Maria in Piano di Loreto Aprutino; per altri articoli su Loreto Aprutino, vedi Il Giardino Segreto, settembre 2015 – Foto (compreso copertina): Loreto Aprutino, gennaio 2016, autore Leo De Rocco – Fonti: Guida alle città d’arte d’Abuzzo, Edizioni Carsa 2001– Ringraziamenti: Andrea de Carlo, traduttore e docente di letteratura; Don Andrea, parroco di Santa Maria in Piano – Blogger: Leo De Rocco per Abruzzo storie e passioni.
– English version –
The Master of Loreto
As one moves along one of the scenic routes of the Abruzzo coast, which climb up mountains and hills, they meet Loreto Aprutino, an interesting art town, located between the Gran Sasso mountain and the Adriatic Sea. They could then visit the frescoes found in a beautiful abbey church of this town; a church that looks like an island surrounded by a sea of secular olive trees. The Oil “Aprutino Pescarese”, produced in these hilly areas, is indeed one of the delights of Abruzzo and it was the first olive oil in Italy to obtain the Protected Designation of Origin by the European Union.

It is no coincidence that in Loreto Aprutino there is an interesting Olive Oil Museum, which is housed in an old (and spectacular) oil mill. The building, constructed in a curious late Gothic style, was built at the end of the nineteenth century based on some designs that the distinguished artist of Abruzzo, Francesco Paolo Michetti, made on behalf of his friend and landlord Raffaele Baldini Palladini. The oil produced in this mill was so precious that even the Russian Tsar Nicholas II, used to order huge quantities of it. This oil of Abruzzo used to arrive on the magnificent tables of the Imperial Russia bottled strictly in the precious Baccarat crystal. The interesting architecture of the Olive Oil Museum and the fascinating history attached to it deserves an article of its own. In this photographic article another art treasure of Abruzzo, which is kept in Loreto Aprutino, will be discussed, namely the Church of Santa Maria in Piano.

The preserved frescoes in this magnificent abbey church represent one of the most important painters’ cycles of the of the fifteenth-century Abruzzo. Although its origins date back to around the year 800, the first historical sources of Santa Maria in Piano start in the year 1100. During that period, the building fell under the appurtenances of some nobles of the area, namely the Counts Guglielmo Tassone and Guglielmo Grandinato of Brittoli. The restorations commenced in the fifteenth century to give the building its current architectural and artistic form. The frescoes at the counter-façade represent a monumental “Last Judgement” painting, that leaves amazed those who gaze at it for the beauty and the brilliance of the colours. The lively and brilliant effect of the colours is due to the encaustic painting technique, which was about dissolving the colours in hot wax. The art students were not able to give a name to the author of this magnificent “Last Judgement”, therefore we will call this unknown artist simply as the “Master of Loreto”.
The artefact can be read in two ways: from bottom upwards and from right to left (in the photo gallery present in this article, this order has been respected). One of the most curious and interesting details from an artistic and iconographic point of view is the certainly rare (in the history of art) representation of the so-called Bridge of Capello (Ponte del Capello). The bridge, which is depicted above a river, has a narrowing in the middle: only the souls that are not weighed by a lot of sins will be able to cross that stretch of the bridge. On the other hand, the rest will fall surely in the river and will be dragged to Hell. The pious souls are instead greeted by an angel, while St Michael, who is unusually depicted in Byzantine clothes, awaits the souls to be “weighed” with a scale (psychostasia).

The iconography of the Capello Bridge refers to the Eastern culture, especially the Greek-Byzantine one or that of ancient Persia, a clear basis for study and inspiration as the mysterious Master of Loreto. Indeed, one of the “Last Judgement” phases, according to the Oriental-Islamic religious culture, involves the passage of souls through the Chinvato Peretu, a bridge, which in the central part is as thin as a hair so that at that point the good and the bad souls are weighed. The anonymous Master of Loreto was certainly also aware of the famous “Alberico vision”, described by Dante Alighieri in the Divine Comedy. In the vision, the monk Alberico of the Montecassino Monastery, from Settefrati (1100), describes a “bridge over a river, where the souls can pass if they are lightweight and with few sins.”

The five bays of the Church have some very interesting frescoes, as well. In particular, in the fifth bay a valuable artistic representation of the life of St. Thomas Aquinas can be found. The cycle of frescoes dedicated to St Thomas Aquinas, which were probably painted prior to the “Last Judgement” of the Master of Loreto, were commissioned by Francesco II of Aquino. The heraldic arms of the noble family paintings at the foot of the frescoes are a proof for that. Francesco II of Aquino was the brother of the Italian noblewoman Antonella of Aquino, who was the wife of Innaco d’Avalos and heiress in the Abruzzo region of: the marquisate of Pescara, the county of Loreto Aprutino and the barony of Pescasseroli. Her daughter, Constanza, is considered by some historians as one of the probable noblewomen portrayed in the famous painting by Leonardo da Vinci, namely Mona Lisa.

The frescoes dedicated to St. Thomas Aquinas are somehow quite interesting. The face and hands of the Saint are coloured green, a clear sign of a death by poisoning. This detail was also described by Dante Alighieri in the Divine Comedy. The numerous inscriptions at the foot of the frescoes of the bays are also curious. For example, one of those indicated a solar eclipse on the last day of July of 1590 that apparently occurred for real.
The artistic blending of the two cultures, Christian and Islamic, is represented in some of the details of the “Last Judgement” of Loreto Aprutino. Not only does this blending transmit appeal for the artistic beauty of the artefact itself, but it also assumes a deeper meaning in the framework of our contemporary times. Indeed, the unknown artist of the fifteenth century of Abruzzo has passed on to us (unknowingly and through his work) a message that is contemporary today. Furthermore, the recent events that have affected the art world in some areas of the Middle East inevitably bring us back a famous phrase in mind: “beauty shall save the world.”
Leo De Rocco
Copyright © All rights reserved – This article and the pictures shown on this website are private. It is thus prohibited to retransmit, disseminate or otherwise use any part of this article without written authorisation. – Footnotes: 1) Graffiti of 1590, found in a bay of the Church of Santa Maria in Piano di Loreto Aprutino; for other articles on Loreto Aprutino please see The Secret Garden (Il Giardino Segreto), September 2015 – Photos (including cover): Loreto Aprutino, January 2016, author Leo De Rocco – Sources: Guida alle città d’arte d’Abuzzo, Publisher: Carsa 2001 – Acknowledgements: Andrea de Carlo, translator and professor of Literature; Father Andrea, pastor of the Santa Maria in Piano Church – Blogger: Leo De Rocco / derocco.leo@gmail.com