In copertina: Atri, la Notte dei Faugni 2015 – Foto Leo De Rocco
Quest’ordine del mondo, che è lo stesso per tutti, non lo fece né uno degli dei, né uno degli uomini, ma è sempre stato ed è e sarà fuoco vivo in eterno, che al tempo dovuto si accende e al tempo dovuto si spegne. (1)
Atri è una bella città d’arte posizionata tra le colline teramane, ho scoperto che da tempo immemorabile qui ogni anno si celebra una curiosa festa notturna. Una tradizione molto sentita dagli atriani, soprattutto dai giovani, che unisce antichi riti pagani con le celebrazioni cristiane legate alla Immacolata Concezione.
Nei precedenti viaggi tra le storie e le passioni d’Abruzzo abbiamo già avuto modo di conoscere le bellezze artistiche e paesaggistiche di Atri, con il meraviglioso ciclo di affreschi quattrocenteschi, capolavoro di Andrea de Litio (Lecce nei Marsi, 1420 – Atri, 1495) nel Duomo cittadino e le magiche atmosfere create dalle colline argillose dei Calanchi nella Riserva Naturale Regionale e Oasi WWF alle porte della città.
Sono tornato ad Atri volentieri ma questa volta mettendo la sveglia perché questa festa si svolge tutta in notturna e si protrae fino all’alba inoltrata.
Gli atriani la chiamano La Notte dei Faugni e si celebra nella notte tra il 7 e l’8 dicembre.
Probabilmente gli atriani sono festaioli da sempre perché tra i citati affreschi trovo raffigurati un gruppo di giovanotti mentre suonano e ballano durante la notte Santa, subito dietro una civetta appollaiata sulla capanna della Natività.
Un dettaglio iconografico raro nell’ambito della tradizionale rappresentazione artistica della Natività (foto sotto).
Forse quei festanti giovanotti rinascimentali dipinti da Andrea De Litio, che era atriano di adozione, sono gli antenati dei giovani che oggi festeggiano allegramente i “faugni” nella notte della Immacolata Concezione, tradizionalmente la festa che segna l’inizio del periodo natalizio.
Duomo di Atri, affreschi quattrocenteschi di Andrea De Litio, scena della Natività, dettaglio dei giovani che fanno festa danzando durante la notte Santa – Foto Leo De Rocco
La parola Faugni deriva dal latino fauni-ignis, che significa fuoco del fauno. Prima del cristianesimo nelle campagne era usanza celebrare l’arrivo della stagione fredda (ma anche la primavera) accendendo fuochi in onore di Satiro, ma anche per il dio Fauno, entrambe divinità mitologiche legate alla fertilità e la forza vitale della natura (Satiro) e alla protezione di pastori e agricoltura (Fauno). Non è raro nel mondo latino la confusione tra Satiri e Fauni, questi ultimi saranno poi identificati in Pan, dio dei boschi e dei pascoli, degli animali e dei pastori.
Proprio a dicembre, dal 5 all’8, gli antichi romani festeggiavano, come rito propiziatorio a protezione dei pastori, degli allevamenti e dell’agricoltura, le Faunalia Invernali (le Faunalia, anche chiamate Lupercalia, si tenevano anche a febbraio) riunendosi attorno a grandi falò, inebriati dalle esalazioni dell’incenso ma anche dal buon vino, che in quelle allegre scorribande scorreva a fiumi: del resto dai greci ai romani Dioniso e Bacco docet…
Pompei, Casa del Fauno, Satiro danzante, II sec. a. C. – Foto Leo De Rocco
Atri – La Notte dei Faugni – Foto Leo De Rocco – dicembre 2015
Con la diffusione del cristianesimo Teodosio I, l’imperatore romano che dichiarò il cristianesimo religione di Stato e divise l’impero in Occidente e Oriente, abolì tutti i riti pagani e spense così tutti i relativi fuochi…
Ma la tradizione popolare, come più volte la storia insegna, non può essere sempre cancellata tout court, ecco allora che quelle feste pagane organizzate attorno a grandi falò, o comunque con il fuoco come protagonista, si trasformarono in riti più consoni alla nuova religione di Stato.
E’ dunque probabile che i riti propiziatori celebrati dai contadini medievali per proteggere l’agricoltura e i pastori contrapponendo la luce e il calore del fuoco alle fredde, buie e lunghe notti dell’inverno che stava iniziando, derivino proprio da quelle antiche feste pagane.
Così è avvenuto nella storia della tradizionale Notte dei Faugni di Atri, e similarmente anche in altri antichi riti abruzzesi che vedono il fuoco protagonista con l’accensione di grandi falò la notte della Immacolata Concezione: ad esempio da secoli nelle campagne del chietino a Francavilla al Mare, oppure nell’aquilano a Pescasseroli con il grande falò alto fino a dieci metri acceso nella piazza davanti alla chiesa madre; ma anche, sempre a dicembre, nel cuore dell’Appennino abruzzese-molisano con la spettacolare “ndocciata” di Agnone e Civitanova del Sannio, rito celebrato fin dai popoli italici sanniti, in cui vengono accese “ndocce” di abete bianco alte fino a tre metri, e in altri centri tra Abruzzo e Molise.
Atri – La Notte dei Faugni – Foto Leo De Rocco – dicembre 2015
Atri – La Notte dei Faugni – Foto Leo De Rocco – dicembre 2015
Atri – La Notte dei Faugni – Foto Leo De Rocco – dicembre 2015
Arrivo ad Atri tra le due e le tre di notte credendo, vista l’ora e il freddo pungente, di trovare al mio arrivo solo qualche sparuto gruppo di nottambuli come me, ma dopo aver svoltato le ultime due curve che portano alla villa comunale dei Cappuccini, un bel parco-giardino all’italiana che funge da porta d’ingresso al paese, mi appare improvvisamente una fiumana di gente, tutta allegra e chiassosa: in strada c’è l’intero paese!
Il clima è così allegro e spensierato che mi coinvolge subito allontanando da me qualsiasi sbadiglio. Mi rendo conto, con piacere, che qui la notte sarà lunga e…giovane.
Noto che da tutte le vie del paese gli atriani, molti raggruppati in comitive di amici, si dirigono cantando e facendo un chiasso non fastidioso ma festaiolo, in direzione della piazza principale, quella davanti al Teatro Piceno e al Duomo: la Basilica Concattedrale di Santa Maria Assunta, prezioso esempio architettonico della “Scuola di Atri” rappresentata da Rainaldo d’Atri e Raimondo di Poggio (seconda metà del XIII sec.)
Queste allegre comitive trasportano i Faugni, ora capisco cosa sono! Lunghe e pesanti fasci di canne secche, tenute insieme da numerosi lacci vegetali.
Arrivati davanti al Duomo, i Faugni vengono tutti accesi attingendo la fiamma da un grande braciere posto al centro della piazza.
Il braciere era stato acceso la sera prima proprio davanti al pregiato portale del Duomo e viene ora benedetto dal Vescovo: il fuoco diventa così “sacro” e sancisce l’incontro tra la tradizione religiosa e il rito arcaico, un tempo pagano.
I grandi Faugni ardenti vengono quindi trasportati sempre a mano, quelli più grandi da due o più persone, per tutte le vie del paese come in una laica processione: ogni angolo di Atri deve essere inondato di luce e calore.
Atri – La Notte dei Faugni – Foto Leo De Rocco – dicembre 2015
Atri – La Notte dei Faugni – Foto Leo De Rocco – dicembre 2015
Atri – La Notte dei Faugni – Foto Leo De Rocco – dicembre 2015
Atri – La Notte dei Faugni – Foto Leo De Rocco – dicembre 2015
Atri – La Notte dei Faugni – Foto Leo De Rocco – dicembre 2015
Atri – La Notte dei Faugni – Foto Leo De Rocco – dicembre 2015
I giovani atriani mentre per le vie del paese trasportano questi diffusori ardenti e fumanti di luce e allegria scandiscono in maniera ritmata e gioiosa un ritornello:
“Viva – i – Faugni – evviva – Atri…!”
Il suggestivo corteo notturno accompagnato dalla folla, dal suono delle campane e riscaldata dai fuochi, in verità riscaldata anche dal buon vino che viene gentilmente offerto anche a me, deve però affrettarsi: prima che appaia il primo chiarore dell’alba tutti i Faugni devono essere lanciati, uno ad uno, nel grande braciere da dove furono accesi e benedetti, davanti al Duomo, così come prescrive l’antichissima tradizione.
Il gigantesco falò propiziatorio così formato viene circondato in un clima conviviale da cittadini e turisti che insieme aspetteranno l’alba e la messa mattutina.
Ad Atri la “notte bianca” esiste da secoli, ma questa non è una semplice festa commerciale effimera, ha invece un significato profondo legato alla tradizione, alla storia e alla identità del luogo. La Notte dei Faugni è una delle feste più coinvolgenti d’Abruzzo.
Leo De Rocco
Copyright testo e foto – Riproduzione riservata
Pictures, it is forbidden to use any part of this article without specific authorisation derocco.leo@gmail.com – Note: 1) Citazione del filosofo greco Eraclito di Efeso – Fonti: Mitologia Greca e Latina, di Anna Ferrari, edizioni UTET – Autore: Leo De Rocco derocco.leo@gmail.com – Altri articoli su Atri in questo blog: “Atri, tra Adriano e Andrea De Litio” e “Il Mare pietrificato: la Riserva Naturale dei Calanchi e la storia della liquirizia”.