Costa dei Trabocchi: Torino di Sangro e Pollutri

Costa dei Trabocchi, Via Verde, spiaggia di Torino di Sangro, Trabocco Le Morge e Riserva Naturale della Lecceta – Foto-video Abruzzo storie e passioni

Dopo il Regio Tratturo e le dune in fiore di Casalbordino proseguiamo il viaggio verso sud. La Costa dei Trabocchi continua piacevolmente a sorprenderci, le spiagge diventano sempre più selvagge e i fitti boschi mediterranei arrivano a ridosso del mare.

La Riserva Naturale Regionale della Lecceta è un esteso bosco ricco di flora e fauna che dal paese di Torino di Sangro si estende fino a scomparire tra le dolci colline dell’entroterra.

Nelle vicinanze, in località Le Morge, nei pressi dell’omonimo trabocco ben ancorato tra le rocce marine levigate dalle onde, si trova un’ampia spiaggia seminascosta dalla macchia mediterranea dove, in un’area appositamente segnalata, è possibile fare naturismo.

Anche in questo tratto della Costa dei Trabocchi sono da secoli radicate le tradizioni popolari. L’ultima domenica di maggio durante i festeggiamenti in onore della Madonna di Loreto patrona di Torino di Sangro le donne del posto seguendo un’antica tradizione intonano durante la processione una dolce melodia chiamata il “Canto dei Fiori“, nel mentre alzano al cielo un fiore in segno di devozione e buon auspicio mazzi fiori colorati.

“A te con questi fiori accetta il nostro amore, per sempre i nostri cuori saran con te, saran con te nel tempo del dolore, saran con te nel tempo del gioir”

Cantano le donne di Torino di Sangro davanti alla statua della Madonna di Loreto che, portata in processione lungo le vie del paese, viene ricoperta di petali di rose lanciati dai balconi delle case e dalla torre campanaria della chiesa patronale, nel mentre gruppi di bambini vestiti di bianco cospargono le vie con petali di fiori.

Il Trabocco Le Morge e la spiaggia naturista – Foto Leo De Rocco

Pollutri, palazzi storici e antichi frantoi – Foto Abruzzo storie e passioni

Anche la fascia collinare a ridosso della costa riserva piacevoli sorprese. A pochi chilometri dal litorale dei trabocchi si incontrano caratteristici paesi in passato pertinenze di feudi e baronie le quali basavano le loro ricchezze soprattutto dai cospicui ricavi provenienti dalla coltivazione di estesi uliveti, oggi in gran parte sostituiti da vigneti che digradano verso il mare.

Pollutri è uno di questi borghi, si trova a una manciata di chilometri dalla prossima tappa del nostro viaggio, Casalbordino.

Pollutri conserva un interessante centro storico con antichi frantoi e nobili palazzi, all’interno di uno di questi scopro un pregevole busto settecentesco in argento che raffigura San Nicola, patrono dei marinai e di Pollutri, opera attribuita ad argentieri napoletani, i fratelli Giuseppe e Gennaro Del Giudice, appartenenti ad una famiglia di orafi documentati per la prima volta nel 1569.

San Nicola di Bari è un santo molto amato a Pollutri, probabilmente il culto fu introdotto dai pastori transumanti sulle antiche vie tratturali che collegavano l’Abruzzo alla Puglia.

Non a caso, come abbiamo visto nei precedenti articoli, l’immagine del santo la ritroviamo tra gli affreschi duecenteschi dell’Abbazia di San Giovanni in Venere e sulle maioliche colorate nel Porto di Ortona.

Pollutri, busto in argento di San Nicola opera degli argentieri napoletani famiglia Del Giudice, epoca seconda metà del ‘700 – Foto Abruzzo storie e passioni

I pollutresi lo festeggiano in due occasioni: a dicembre, dies natalis del Santo (Nicola di Bari morì a Myra il 6 dicembre del 343) con la tradizionale cottura in piazza il 5 dicembre di quintali di fave secche, servite poi con pane e vino, in ricordo dei pasti poveri consumati dai pastori transumanti, viandanti e pellegrini e di chi aveva poco da mangiare, nonché dai pescatori durante l’inverno; e a maggio (le spoglie del Santo furono traslate dai marinai baresi dalla Turchia a Bari il 9 maggio 1087) con la “Sfilata delle Some” che rievoca un tempo lontano, quando si andava al mulino con l’asino per trasportare la farina macinata.

In questa occasione le massaie di Pollutri usano preparare dolci, pizzelle arabescate, “pupatte” e taralli di pane, questi ultimi dopo la benedizione vengono lanciati il primo venerdì di maggio dai balconi del settecentesco Palazzo Del Re sulla folla festante di cittadini e turisti, in segno augurale di abbondanza e prosperità, nonché come atto devozionale.

Sempre nel territorio di Pollutri a cinque chilometri dal mare, scopriamo ancora un’altra Riserva Naturale in questo Abruzzo chiamato la “regione verde d’Europa”, è la riserva Bosco di don Venanzio, un’oasi di naturalezza per ricci, volpi, tassi e uccelli migratori, come l’airone e il fenicottero rosa. Ricca anche la flora, come il giglio rosso, il bucaneve e l’anemone dell’Appennino. Questi ultimi sono fiori montani, la presenza in questo bosco rappresenta una unicità.

Il Bosco di don Venanzio, ultima testimonianza delle antiche foreste che un tempo coprivano la Costa dei Trabocchi è collegato alla Riserva Naturale di Punta Aderci, grazie a un percorso attrezzato gestito da associazioni locali. L’intera area un tempo faceva parte della tenuta di caccia dei d’Avalos, marchesi del Vasto.

Ciclopedonale Via Verde sul ponte del fiume Osento, tra Torino di Sangro e Casalbordino

La stele in memoria di Donato Iezzi sulla ciclopedonale Via Verde Torino di Sangro – Foto Abruzzo storie e passioni

Ci rimettiamo in viaggio verso sud, dopo la scoperta delle belle tradizioni popolari di Torino di Sangro e Pollutri ci aspettano le dune fiorite del bellissimo mare di Casalbordino. Sulla ciclopedonale il confine con Torino di Sangro è segnato dal fiume Osento e da un cippo commemorativo in ricordo di Donato Iezzi, sindaco di Torino di Sangro, medaglia d’oro al valor civile, morto a 34 anni nel 2003 durante un violento nubifragio, mentre si accingeva a verificare i danni sul territorio comunale.

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