Pacentro, la Corsa degli Zingari.

– For the english version, please refer to the end of this page –


Laudamus veteres, sed nostri utemur annis. (Elogiamo i tempi antichi, ma sappiamoci muovere nei nostri) – Ovidio


Pacentro è un suggestivo paese arroccato sulle falde del monte Morrone, alle porte del Parco Nazionale della Majella. Ci troviamo nella valle Peligna, un’area ricca di storia, arte e bellezze naturali, ma anche di antiche tradizioni popolari, come la Corsa degli Zingari.


Pacentro, settembre 2015 – Foto Leo De Rocco


Incuriosito da questa singolare gara disputata a piedi nudi correndo da una montagna all’altra, sono venuto qui a Pacentro per osservarla da vicino e in ogni sua fase.

Rimedio un pass stampa all’ultimo momento grazie alla gentile Floriana, una responsabile dello staff organizzativo: constato con piacere che il famoso detto “abruzzesi forti e gentili” vale ancora, almeno nei piccoli paesi.

Prima di assistere alla storica corsa visito il paese e il suo circondario. Pacentro nella memoria popolare viene spesso associato alla famosa cantante Madonna, qui si trova la casa dei suoi nonni, i Ciccone.

All’ingresso del centro storico un pacentrano me la indica dicendomi che molti in paese ancora ricordano quando la pop star incontrò a Torino, durante un concerto nel settembre del 1987, i suoi parenti arrivati da Pacentro. In quel lontano settembre il paese della Corsa degli Zingari finì sui giornali e sulle televisioni di mezzo mondo.

Per una curiosa coincidenza il 1987 è lo stesso anno in cui venne regolamentata la Corsa degli Zingari, si stabilì che doveva tenersi nel pomeriggio della prima domenica di settembre.


Pacentro – Castello Cantelmo-Caldora – Foto Leo De Rocco


Ma sarebbe riduttivo ricordare Pacentro solo per la signora Ciccone, le sue torri medievali che da secoli dominano la Valle Peligna sono lì a testimoniare la storia di questo paese, avvolto da una magica atmosfera medievale, dominato dal castello dei Cantelmo e dei Caldora.

Nomi che rievocano celebri condottieri italiani, come Jacopo Caldora (Castel del Giudice, 1369 – Colle Sannita, 1439). Ritratto da Leonardo da Vinci e ricordato anche per aver sposato una delle donne più affascinanti dell’epoca, la Contessa Covella di Celano potente e intelligente nobildonna della Contea Marsicana, Jacopo Caldora è stato anche un uomo colto e raffinato, oltre alle armi amava la poesia e non gradiva i titoli, preferiva farsi chiamare solo Jacopo.

Eppoi i palazzi nobiliari e le chiese, le piazze, i panorami e gli antichi vicoli, il circondario di Pacentro, qui siamo a due passi da Sulmona, e ovviamente la Corsa degli Zingari.

Chissà, forse i Duchi feudatari di Pacentro, i citati Cantelmo e Caldora, selezionavano durante la storica Corsa i giovani pacentrani più valorosi per arruolarli tra le file del proprio esercito oppure per inserirli nel corpo di guardia al castello e nella corte ducale.


Pacentro – Foto Leo De Rocco


Tra i vicoli di Pacentro – Settembre 2015 – Foto Leo De Rocco


Pacentro – Settembre 2015 – Foto Leo De Rocco


La storia della corsa

Da oltre 500 anni a Pacentro si svolge la curiosa corsa a piedi nudi detta “degli Zingari”, questa a cui partecipo come cronista è la numero 565. Ma chi sono questi “zingari”? Il significato etimologico del termine non ha qui l’accezione comune: verrebbe da pensare a parole come nomadi o gitani, invece il termine zingaro qui a Pacentro descrive nel locale dialetto “colui che corre scalzo”.

I giovani partecipanti a questa corsa, di per sé molto impegnativa e non priva di insidie, corrono a piedi nudi non su un rettilineo asfaltato, sarebbe troppo comodo, partono invece dalla cima di una montagna posta di fronte al paese, montagna che devono scalare sempre a piedi nudi, per poi raggiungere, correndo alla massima velocità, il traguardo che è una piccola chiesa del paese dedicata alla Madonna di Loreto, chiesa molto cara ai pacentrani.

Saturnino Gatti, uno dei più importanti artisti del Rinascimento abruzzese dipinse il “Trasporto della Santa Casa” della Madonna di Loreto nel 1587, l’opera si trova nella collezione del Metropolitan Museum di New York. (Foto sotto)

La devozione a questa Madonna, venerata perché ritenuta dai fedeli capace di “guarire le ferite”, deriva dalla tradizione religiosa che racconta la sosta proprio qui a Pacentro – su una montagna di fronte al paese chiamata Colle Ardingo, sulla quale svetta una roccia detta Pietra Spaccata – della Vergine durante il suo miracoloso “viaggio” a Loreto, insieme alla Santa Casa.

Alcune ore prima dell’inizio della tradizionale gara pacentrana si svolge la Corsa degli Zingarelli, una simpatica gara, disputata su un breve tratto di strada nei pressi della chiesa della Madonna di Loreto, che vede gareggiare i bambini del paese.


Saturnino Gatti – Trasporto della Santa Casa di Loreto, 1510 – Metropolitan Museum New York

La Corsa

Nel pomeriggio della prima domenica di settembre i giovani pacentrani, in veste di “zingari”, perché, come ho già spiegato, devono correre scalzi, si incamminano lentamente salendo sul sentiero nascosto nel fitto bosco che li porterà sulla cima di una montagna, il citato colle della Pietra Spaccata, che appare dipinta col tricolore.

Le difficoltà della impegnativa gara è evidente già in questa prima fase: per raggiungere il punto di partenza a piedi nudi i partecipanti si procurano le prime piccole abrasioni, per via delle pietre che lastricano il sentiero roccioso. (Foto sotto)


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Pacentro, settembre 2015, gli “Zingari” in fila indiana scalano il monte – Foto Leo De Rocco

Nel mentre il rintocco delle campane della chiesetta della Madonna di Loreto si sente in tutta la Valle Peligna, è il segnale che l’antico rito sta per ripetersi. Un segnale che fa salire la trepidazione tra i partecipanti.

Intanto i paesani e i numerosi turisti presenti si assiepano lungo il percorso della gara. Dopo alcuni minuti gli atleti arrivano al punto di partenza, riconoscibile dalla roccia tricolore, pronti per il via. (foto sotto)


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Pacentro, l’arrivo degli “zingari” al punto di partenza della corsa – Foto Leo De Rocco

Sulla montagna la tensione emotiva tra i giovani atleti, tutti di età media tra i 14 e i 25 anni, (massimo 30), ma partecipano anche più grandi, è altissima, tutti hanno lo sguardo fisso in direzione della chiesetta.

Questi ragazzi ora devono dare prova di coraggio, forza e resistenza. Intanto il fumo prodotto da alcuni fuochi di artificio nasconde per qualche minuto la montagna. In silenzio e concentrati i ragazzi aspettano il segnale di partenza.


Pacentro – Settembre 2015, Corsa degli Zingari – la folla attende l’arrivo del vincitore davanti all’ingresso della Chiesa della Madonna di Loreto – Foto Leo De Rocco


Dopo alcuni minuti dalla chiesa-traguardo un rintocco a pieno ritmo rompe il silenzio dell’attesa: è il segnale del via alla corsa numero 565. I giovani si precipitano lungo la discesa ripida e insidiosa lunga sui 300 metri. E’ impressionante vedere con quale rapidità corrono giù per la montagna nonostante siano a piedi nudi, vi assicuro che la discesa è davvero molto ripida.

Finita la discesa gli “zingari” attraversano velocemente un pianoro, sul quale scorre il torrente Vella, per poi riprendere ancora un’altra salita, questa volta più breve, che porta finalmente alla via principale del paese, quindi alla chiesa-traguardo, ai piedi della Madonna di Loreto dove arrivavano incitati e applauditi tra due ali di folla.


Pacentro – Settembre 2015, Corsa degli Zingari – L’arrivo del vincitore Alessio Marcaurelio – Foto Leo De Rocco


Corsa degli Zingari, l’arrivo del vincitore Alessio Marcaurelio – Pacentro, settembre 2015 – Foto Leo De Rocco


Ecco che arriva il vincitore (foto sopra), è un ragazzo di 20 anni, si chiama Alessio Marcaurelio e questa è la sua quinta vittoria consecutiva, un vero e proprio record! A mano a mano arrivano anche gli altri ragazzi tutti, come Alessio, esausti e provati.

Molti hanno i piedi sanguinanti, o comunque escoriati, ma al dolore e alla stanchezza si associa l’emozione e la gioia per la prova superata e per la tensione ora finalmente sciolta.

Tensione accumulata anche nei mesi che precedono la corsa in quanto per acquisire forza e resistenza mi dicono che i giovani si sono allenati duramente. Tutti i partecipanti appena giunti al traguardo vengono subito assistiti da uno staff medico.


Pacentro – Settembre 2015, Corsa degli Zingari – Foto Leo De Rocco

Pacentro – Settembre 2015, Corsa degli Zingari – Foto Leo De Rocco


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Pacentro – Settembre 2015, Corsa degli Zingari – Foto Leo De Rocco


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Pacentro – Settembre 2015, Corsa degli Zingari – Foto Leo De Rocco


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Pacentro – Settembre 2015, Corsa degli Zingari – Foto Leo De Rocco


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Pacentro – Settembre 2015, Corsa degli Zingari – Foto Leo De Rocco – il vincitore Alessio Marcaurelio, questa è la sua quinta vittoria


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Pacentro – Settembre 2015, Corsa degli Zingari – Foto Leo De Rocco


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Pacentro – Settembre 2015, Corsa degli Zingari – Foto Leo De Rocco


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Pacentro – Settembre 2015, Corsa degli Zingari – Foto Leo De Rocco


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Pacentro – Settembre 2015, Corsa degli Zingari – Foto Leo De Rocco


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Pacentro – Settembre 2015, Corsa degli Zingari – Foto Leo De Rocco


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Pacentro – Settembre 2015, Corsa degli Zingari – Foto Leo De Rocco


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Pacentro – Settembre 2015, Corsa degli Zingari – Foto Leo De Rocco


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Pacentro – Settembre 2015, Corsa degli Zingari – Foto Leo De Rocco


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Pacentro – Settembre 2015, Corsa degli Zingari


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Pacentro – Settembre 2015, Corsa degli Zingari – Foto Leo De Rocco


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Pacentro – Settembre 2015, Corsa degli Zingari – Foto Leo De Rocco – I primi tre classificati si apprestano a sfilare trionfanti per le strade del paese


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Pacentro – Corsa degli Zingari 2015 – il vincitore Alessio Marcaurelio con il vessillo della vittoria, chiamato il “Palio”, viene festeggiato da paesani e turisti – Foto Leo De Rocco


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Pacentro – I primi tre classificati nella Corsa degli Zingari 2015 sfilano per le vie del paese festeggiati dalla folla. Tutto il paese è in festa – Foto Leo De Rocco


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Pacentro – Settembre 2015, Corsa degli Zingari – Tutti a festeggiare a casa del vincitore con un ricco banchetto – Foto Leo De Rocco


Il vincitore Alessio viene subito festeggiato dai suoi compagni e portato in trionfo per le vie del paese; si farà festa fino a tarda notte. Il corteo festante attraversa le vie del paese e accompagna il vincitore fino alla sua abitazione, qui famigliari e amici hanno preparato un ricco banchetto che viene offerto, in un clima allegro e di festa, a tutti i presenti.

Un antico esempio di condivisione e ospitalità, che in questo Abruzzo “forte e gentile” assume una valenza di laica sacralità.

Le famiglie di Pacentro sono molto legate alla tradizionale corsa, un evento sempre ricco di aneddoti e di storie tramandate dagli anziani alle nuove generazioni. Ogni famiglia ambisce ad avere almeno una volta un proprio rappresentante protagonista nella storica competizione. Il vincitore porta gli onori della vittoria anche alla propria famiglia.

“Lu bbalie”, (traduzione: “il palio”), è il premio che tradizionalmente viene assegnato al vincitore della corsa. Consiste in un pezzo di stoffa (foto sopra), oggi simbolico e rievocativo ma anticamente era costituito da un tessuto pregiato, presente solo nei guardaroba di nobili e cavalieri. Il Palio veniva usato dal vincitore per farsi confezionare dalla sarta del paese un abito nuovo. Un premio all’epoca di gran valore in quanto i partecipanti alla Corsa erano soprattutto ragazzi del popolo.

L’eleganza vestiva così forza e prestanza fisica e la ragazza più bella del paese sceglieva il vincitore, o il vincitore sceglieva lei, per unirsi in matrimonio.

Oggi i tempi sono cambiati, il simbolico palio di stoffa viene affiancato anche da un premio in denaro e le ragazze rincorrono il vincitore per un selfie da pubblicare live sui social, ma la Corsa degli Zingari di Pacentro ancora oggi dopo secoli rinnova la passione e l’attaccamento che gli abruzzesi, compreso le nuove generazioni, hanno per le proprie radici e per le antiche tradizioni locali e ci regala ancora grandi emozioni.

Leo De Rocco

Copyright Foto e testo – Riproduzione riservata


Dintorni di Pacentro: storia e natura.

Il circondario di Pacentro è molto interessante dal punto di vista paesaggistico, storico e culturale. Il citato Monte Morrone ci ricorda il famoso Pietro Angelerio, l’eremita che amava così tanto queste montagne della Majella da essere chiamato Pietro da Morrone, diventato papa col nome di Celestino V, il papa del gran rifiuto. Arrivando da Sulmona a Pacentro si incrocia sulla strada anche la bella Abbazia di Santo Spirito al Morrone, un vero e proprio monumento storico, per secoli ha rappresentato l’insediamento più significativo della Congregazione dei Celestini.

Il primo eremo di Pietro da Morrone  era costituito da una grotta solitaria, poi ampliata e diventata l’eremo di Sant’Onofrio, e si trova ancora lì, arroccato su questo monte, raggiungibile ovviamente solo a piedi seguendo lo stesso sentiero che nel 1294 percorse il re di Napoli Carlo II d’Angiò.

Il sovrano, in compagnia di suo figlio Carlo Martello, della guardia reale e della corte, necessitava della benedizione papale a garanzia degli accordi presi con gli aragonesi che avevano occupato la Sicilia. Per questo si recò all’eremo di Sant’Onofrio per prelevare il papa-eremita e scortarlo fino alla Basilica di Collemaggio a L’Aquila nella quale era pronta la cerimonia di incoronazione papale.

Com’è noto papa Celestino V dopo pochi mesi da questi eventi pronunciò il famoso “gran rifiuto” preferendo tornare tra gli eremi della sua Majella, ma per poco in quanto il nuovo papa Bonifacio VIII lo farà rinchiudere in un castello di sua proprietà vicino Frosinone, dove Pietro da Morrone morirà nel 1296.


Monte Morrone – Area archeologica della Villa di Ovidio e del santuario di Ercole Curino – Foto Leo De Rocco


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Monte Morrone – Area archeologica della Villa di Ovidio e del santuario di Ercole Curino, in alo Eremo di Celestino V, Sant’Onofrio al Morrone – Foto Leo De Rocco


Non lontano da Pacentro si trova anche una interessante area archeologica che secondo alcuni studi sarebbe ciò che rimane della villa di Ovidio, uno dei più celebri poeti dell’impero romano, nato nel 43 a.C. nella vicina Sulmona.

Il luogo dove sorgeva la villa di Ovidio era anche la sede del tempio romano dedicato a Ercole Curino. Proprio in questa area archeologica fu rinvenuta una preziosa statua in bronzo argentato risalente al III secolo avanti Cristo raffigurante il mitico Ercole barbuto, probabilmente opera ispirata all’originale di Lisippo, uno dei più importanti maestri della scultura greca, scultore preferito da Alessandro Magno.


Chieti – Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo – statua di Ercole Curino, bronzo argentato III sec.a.C. Ritrovata nell’area archeologica del Monte Morrone – Foto Leo De Rocco


Copyright – All rights reserved – Non è consentito nessun uso del testo e delle foto presenti in questo articolo senza autorizzazione scritta – Pictures, it is forbidden to use any part of this article without specific authorisation – Note: 1) per un approfondimento su Saturnino Gatti vedi in questo blog l’articolo “Il Genio Abruzzese” – Foto: compreso copertina, Pacentro: agosto 2014 e settembre 2015; Villa di Ovidio: settembre 2015 – Ringraziamenti: Comitato Organizzatore festa Corsa degli Zingari, Pacentro, un particolare ringraziamento alla responsabile Floriana Rossi – Autore/Blogger: leo.derocco@virgilio.it


English Version

The Race of the Zingari


Laudamus veteres, sed nostri utemur anni. (We praise the ancient times, but we know how to move in our own). Ovidio

In Abruzzo, natural beauty often lives in symbiosis with history and traditions. Pacentro is a picturesque village at the foot of Mount Morrone, in the Majella National Park. Pacentro, which is considered as one of the most beautiful villages in Italy, is located in an area that is rich in history and art.


Pacentro, september 2015

Pacentro, ph Leo De Rocco


On a hill of Mount Morrone there are the remains of the villa of one of the most famous poets of the Roman Empire, Ovid of Abruzzo, who was born in the nearby town of Sulmona in 43 B.C. The villa of Ovid is also home to the Roman temple dedicated to Hercules Quirinus, the place where a wonderful statue of Hercules was found, considered by some scholars to be inspired by the original artwork of Lysippos.

The latter was one of the greatest teachers of Greek sculpture and the favourite sculptor of Alexander the Great. The bronze statue of Hercules Quirinus has recently been exposed in Florence, together with other important artworks from renowned international museums on the occasion of the beautiful exhibition “Power and Pathos, bronzes of the Hellenistic world.”


Hercules Quirinus, bronze statue – National Archaeology Museum of Abruzzo – ph Leo De Rocco


For more than 500 years, a traditional festival takes place in Pacentro that combines pagan and religious traditions: the race of the Zingari. The etymological meaning of the term “Zingari” does not have the ordinary Italian meaning of “Gypsies” or “nomadic” in Pacentro, but it rather describes “the one who is barefoot” in the local dialect.

The young participants in this quite challenging and dangerous “race” have to run barefoot from the top of a mountain, located in front of the village, until the finish line, which is at the church of Virgin Mary of Loreto.

The devotion to this particular Madonna, who is worshiped because she can heal wounds, was due to the old religious tradition that narrates the stopover of Virgin Mary in Pacentro, during her miraculous “journey” in Loreto along with the “Holy House”.


Saturnino Gatti, Virgin Mary of Loreto – Metropolitan Museum New York ph Leo De Rocco


The artistic translation of this religious journey is masterfully represented by the marvelous painting “Translation of the Holy House of Loreto”, which is exhibited at the Metropolitan Museum of New York and is the artwork of one of the greatest Renaissance artists of Abruzzo (and of Italy), Saturnino Gatti of L’Aquila. 1)

In the late afternoon of the first Sunday of September, the youngsters of Pacentro walk slowly to the top of a mountain overlooking the village, which is the starting point of the “holy race”. The ringing of the bells, which at times echoes strongly throughout the Peligna Valley, is a sign that the secular ritual is about to repeat itself (in 2015 is the 565th edition) and helps to raise the thrill amongst the participants.

The difficulty of this dangerous and demanding “race” is evident from the earliest stages. Indeed, the young people need to reach the starting point by climbing up barefoot the steep ascent of the mountain, thus getting already the first injuries because of the sharp stones of the path. Whilst the solemn procession dedicated to the Madonna of Loreto is about to end, the villagers and tourists crowd along the path of “race.”

On the mountain, the emotional tension amongst the young athletes, of an average age between 14 and 25 years (but there are also participants in their thirties), is very high and everybody has their eyes on the goal: the church built on the opposite mountain.

The youngsters are considered as “heroes” by the local community and they are called as such in order to help them demonstrate courage and strength. Meanwhile, the smoke from some fireworks wraps the mountain thus hiding it from the athletes, who are waiting in silence the signal to start.

Here comes the signal, just a few minutes later: at the first bell ring, the young athletes rush down the steep and insidious descent and a few minutes later through a plateau and then take another steep slope leading to the village and the church-finish line. It is impressive to see how quickly these young athletes rush down from the mountain given that they are barefoot.


The Race of the Zingari, the winner arrive to the church - Pacentro, September 2015

The Race of the Zingari, the winner, Alessio Marcaurelio, arrive to the church – Pacentro, ph Leo De Rocco


The athletes arrive exhausted at the feet of the statue of the Madonna of Loreto. Many of them arrive with bleeding feet from the injuries sustained during the race, made between thorns, rocks and sharp stones, but the pain and fatigue is relieved by the excitement and joy of the passed test.

The young athletes are greeted by the villagers with honour and the winner is carried in triumph through the streets of the village, celebrating until late at night.

The families of Pacentro hold on to this festival, which is passed down for generations, and each year aspire to have a representative character for the competition, as the winner takes the honours of victory even to his family.

The festive procession accompanies the winner until his own home, where family members have prepared something to offer to all guests. An old example of hospitality, which in the “strong and gentle” Abruzzo assumes a value of secular sacredness.


The winners oh Race of Zingari - Pacentro, september 2015

The Race of the Zingari, the winners – Pacentro, ph Leo De Rocco


“Lu bbalie” (translated, “the prize”) is the symbolic award that the winner of the race has received for centuries. This consists of a piece of cloth that was once used by the young boy to have a new suit made for him: elegance would thus accompany physical strength and the most beautiful girl of the village “would choose” the winner to marry.

In an era based on globalisation and mass communication, the piece of cloth is now accompanied by a cash prize and the girls chase the winner for “selfies” to publish subsequently “live” on the social media.

Times have changed, but the sixteenth century race of the Zingari of Pacentro confirms for centuries the love that the people of Abruzzo have for their roots and to their own traditions and today still gives out intense emotions.

Leo De Rocco


Copyright –All rights reserved – This article and the pictures shown on this website are private. It is thus prohibited to retransmit, disseminate or otherwise use any part of this article without written authorization. – Footnote: 1) For further information on Saturnino Gatti, please refer to the article “Il Genio Abruzzese” (published on this blog). Photos: including cover, Pacentro: August 2014 and September 2015; Villa of Ovid: September 2015 – Acknowledgements: Organising Committee of the festival “Race of the Zingari”, Pacentro; special thanks to the person in charge, Floriana Rossi – Author/Blogger: derocco.leo@gmail.com

2 commenti Aggiungi il tuo

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    Piace a 1 persona

  2. CarloX ha detto:

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