Introduzione
Negli articoli precedenti abbiamo più volte incrociato l’arte e la letteratura dell’Ottocento abruzzese. A Miglianico abbiamo seguito le tracce degli Idolatri di Gabriele d’Annunzio, raccontando l’antica devozione popolare per San Pantaleone e la sua interpretazione artistica e letteraria nata dal sodalizio d’Annunzio-Michetti.
I riti arcaici dei devoti – come il gesto di strisciare sul pavimento in segno di ex voto – furono immortalati nel 1883 da Francesco Paolo Michetti nella grande tela Il Voto, oggi conservata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, una delle opere più rappresentative della pittura italiana ottocentesca.
A Vasto, nel Palazzo d’Avalos, abbiamo poi incontrato altre figure centrali di quel secolo: Gabriele Smargiassi, tra i protagonisti della Scuola di Posillipo, e due importanti dinastie di artisti: i Palizzi e i Rossetti. Proprio da quest’ultima famiglia nacque Dante Gabriel Rossetti, che nel 1848, insieme ai “confratelli” John Everett Millais e William Holman Hunt, fondò a Londra il movimento dei Preraffaelliti, destinato a influenzare l’arte europea.
In questo articolo scopriremo nuove e luminose visioni nelle sale del Museo dell’Ottocento di Pescara, custode di una collezione pittorica tra le più importanti in Italia. Cercheremo le impressioni d’occhio e di cuore in questo tempio dell’arte, dove ci aspetta anche una straordinaria mostra. Infine, per restare immersi nel secolo romantico, visiteremo una raffinata dimora ottocentesca: la Casa-Museo Vincenzo Bindi a Giulianova.
Prima parte
Pescara – Museo dell’Ottocento
Abbiamo creato la Fondazione Di Persio-Pallotta perché non avendo eredi diretti non si corre il rischio che la collezione venga smembrata. Le stesse cornici non potranno essere tolte dalle opere.
Il Museo dell’Ottocento – Fondazione Di Persio-Pallotta – comprende circa 260 opere distribuite in 15 eleganti e moderne sale, articolate sui tre piani di un edificio neoclassico, già sede della Banca d’Italia.
L’importante raccolta è il risultato di oltre tre decenni di ricerche, passione e paziente dedizione del collezionista pescarese Venceslao Di Persio, condivisa con sua moglie Rosanna Pallotta. I due mecenati sottolineano una visione del collezionismo come atto di responsabilità culturale prima ancora che di gusto estetico.
Il museo si affaccia su viale Gabriele d’Annunzio, una delle strade più eleganti di Pescara, punteggiata da palazzi ottocenteschi e reminiscenze art noveau, come le variopinte maioliche disegnate nella forma di arance incorniciate sulla facciata dell’ex Teatro Michetti. Il viale dedicato al Vate incrocia corso Manthonè, luogo evocato in uno degli articoli inaugurali di questo blog: A casa di Gabriele d’Annunzio, senza dimenticare Flaiano.
Complice l’allestimento raffinato e la qualità della raccolta, attraversare le sale del Museo dell’Ottocento restituisce la sensazione di trovarsi al numero 1 di rue de la Lègion d’Honneur, sede del Musée d’Orsay. Non è un caso: la direzione del museo parigino tentò in passato, senza successo, di acquistare parte della collezione Di Persio, oggi custodita a Pescara: Il collezionismo riconosce tre momenti: desiderare un’opera, acquistarla e tramandarla, amano ripetere Rosanna e Venceslao Di Persio.
Tra Verismo e pre-Impressionismo, le opere esposte raccontano una stagione d’oro dell’arte italiana e francese: dalla Scuola di Posillipo alla Scuola di Barbizon. A completare l’esposizione, le cornici – vere opere d’arte – che spaziano dal Rinascimento al Barocco, come la monumentale cornice berniniana che occupa quasi l’intera parete della biblioteca museale, composta da oltre tremila volumi.
La mostra Antonio Mancini e Vincenzo Gemito
La grande mostra dedicata a Mancini e Gemito arricchisce ulteriormente la già importante collezione permanente che vanta ben 17 opere di Antonio Mancini. Una raccolta unica, avviata nel 1987 con l’acquisto da Christie’s del Ritratto di Mrs. Fry (1907). Alla collezione pescarese si affiancano 140 opere provenienti da musei italiani e stranieri e da raccolte private.
Scugnizzi e prevetarielli, saltimbanchi e pescatorelli, domina la cultura popolare napoletana dalla seconda metà dell’Ottocento ai primi del Novecento, insieme alle ricerche stilistiche e ai percorsi personali dei due artisti: Gemito propone la mitologia, alimentata dalle due visite a Ercolano e al Museo Archeologico di Napoli; Mancini invece dialoga con i viaggi, soprattutto a Venezia e in Francia, che segnarono la sua maturità artistica.
Nati entrambi nel 1852, i due si conobbero da giovanissimi frequentando la scuola serale di San Domenico Maggiore a Napoli, allievi dello scultore Stanislao Lista e del pittore Domenico Morelli. Un apprendistato condiviso, che sarà sviluppato da Mancini nella pittura e da Gemito nella scultura, nel disegno e nell’arte orafa.
Tra le opere più importanti in mostra spiccano due dipinti iconici di Mancini, esposti per la prima volta insieme: i Prevetarielli. Il primo (1870) proveniente dal Museo Nazionale di San Martino, Napoli, già appartenuto alla collezione dei fratelli Beniamino e Paolo Rotondo – formata da opere di Morelli, Michetti, Dalbono, De Nittis, Gemito e Barbella – il secondo, Prevetariello in preghiera (1873), fa parte della collezione permanente del museo pescarese.
Accanto ad essi, altri due gioiellini illustrano la straordinaria capacità narrativa e pittorica di Mancini: Dopo il duello (1872) e Verità (1873). Nel primo appare ancora una volta Luigello – Luigi Paolo Gianchetti, il modello prediletto dal pittore – lo ritroviamo anche nel ruolo dello Scugnizzo e del Saltimbanco.
In una posa drammatica e teatrale Luigello veste i panni di un bambino aristocratico che guarda impaurito una spada e una camicia sporca di sangue poggiati davanti a lui. Anche i colori sembrano rivelare l’atmosfera del momento: il giallo, simbolo di vitalità e spensieratezza giovanile, contrasta con il bianco insanguinato e con il nero di un’ombra che incombe e prende la forma di un misterioso e inquietante profilo.
Verità è invece un’opera più complessa, quasi sperimentale, creata, afferma uno dei curatori della mostra (1) “in un flusso di co-scienza visivo che sembra anticipare, senza volerlo, alcuni aspetti della pittura surrealista.”
La galleria fotografica comprende: la collezione permanente, le nuove acquisizioni e alcune opere della mostra Antonio Mancini e Vincenzo Gemito”. Ho inserito anche alcune immagini tratte dall’archivio del blog dedicate a Gemito e a Michetti, provenienti dal Palazzo Zevallos di Napoli, fino al 2022 sede delle Gallerie d’Italia. In chiusura, Il Voto di Michetti, alcuni dettagli delle Serpi dello stesso artista e un un autoritratto in bronzo di Gemito, conservato nei depositi del Museo d’Arte Costantino Barbella di Chieti, altro importante tempio dell’arte, non solo ottocentesca, a cui questo blog ha dedicato un articolo.
Seconda parte
Casa-museo Vincenzo Bindi Giulianova
Ho mirato ad assicurare anzitutto ciò che mi è più caro, la mia raccolta, costata sacrifici e cure ma grazie ad essa ho trovato conforto nelle moltissime tristi contingenze della mia vita.
Con queste parole Vincenzo Bindi (Giulianova, 1852 – Napoli, 1928) spiegava il senso più profondo del suo lascito: non solo la pinacoteca e la ricca biblioteca personale, ma anche l’antico palazzo di famiglia, oggi sede della Casa-Museo a lui intitolata.
Giurista, studioso e storico, Bindi costruì nel tempo una raccolta d’arte di grande valore, arricchita ulteriormente dopo il matrimonio con Rosa Carelli, figlia del pittore Consalvo Carelli, figura di spicco della scuola napoletana dell’Ottocento.
Le “tristissime contingenze” a cui lo studioso allude nelle sue memorie rimandano alla tragica perdita dei suoi tre figli – Ernestino nel 1884, Enrico nel 1902, e Alberto nel 1908 – eventi che segnarono in modo indelebile la sua vita.
La collezione ospitata nel palazzo giuliese riunisce opere di artisti di primo piano: da Jusepe de Ribera a Francesco Solimena, da Luca Giordano ai protagonisti della Scuola di Posillipo – Eduardo Dalbono, Giacinto Gigante e Teodoro Duclère – fino ai grandi abruzzesi dell’Ottocento: Teofilo Patini, Francesco Paolo Michetti, i fratelli Palizzi, Costantino Barbella e Raffaello Pagliaccetti.
Un ruolo speciale lo giocano gli arredi, un vero tocco di classe: restaurati con rispetto filologico in occasione della riapertura della Casa-Museo, ricreano l’atmosfera intima e borghese della dimora familiare. A completare il percorso museale una piccola ma preziosa raccolta di maioliche Capodimonte, Ginori e Castelli, queste ultime parte della più ampia collezione che Bindi donò al Museo Capitolare di Atri.
Dal collezionista al museo, due epoche un’unica visione.
Nel panorama culturale abruzzese, il Museo dell’Ottocento rappresenta una preziosa novità, un luogo dove la visione privata diventa patrimonio condiviso e dove l’eredità di un secolo si rinnova attraverso lo sguardo di chi ha saputo collezionare con intelligenza e passione. In questa prospettiva l’accostamento con Vincenzo Bindi non è soltanto un esercizio di memoria, ma un dialogo ideale tra due epoche.
Come Bindi dedicò la sua vita a salvaguardare opere, libri e memorie familiari, trasformando la sua casa in uno scrigno da consegnare alle generazioni future, così la Fondazione Di Persio-Pallotta ha dato forma a un progetto museale che, pur immerso nella contemporaneità, nasce dallo stesso impulso: sottrarre la bellezza alla dispersione, custodirla e tramandarla.
Così l’Abruzzo si ritrova oggi ricco di due luoghi simbolo: da un lato la Casa-Museo Bindi, che conserva l’anima colta e intima del mecenatismo ottocentesco; dall’altro il Museo dell’Ottocento di Pescara, che rinnova lo spirito attraverso un allestimento moderno e una collezione capace di dialogare persino con i grandi musei italiani ed europei.
Leo Domenico De Rocco – Tecnico della valorizzazione dei Beni Culturali ed Ecclesiastici Regione Abruzzo ‐ Copyright ‐ Riproduzione riservata ‐ derocco.leo@gmail.com – Note e Fonti dopo la galleria fotografica


Il Voto, 1883, Francesco Paolo Michetti, Galleria d’Arte Moderna, Roma ‐ Foto Leo De Rocco per Abruzzo storie e passioni



Le Serpi, 1900, dettaglio, Francesco Paolo Michetti, Museo Michetti MuMi, Francavilla al Mare – Foto Abruzzo storie e passioni
Museo dell’Ottocento





Pescara, immagini del Museo dell’Ottocento e il collezionista Venceslao Di Persio – Foto Abruzzo storie e passioni blog


Pescara, raffinati elementi barocchi nella biblioteca del Museo dell’Ottocento ‐ Foto Leo De Rocco per Abruzzo storie e passioni





”Prevetariello”, Antonio Mancini, 1870, Napoli, Museo e Certosa di San Martino – a destra: “Prevetariello in preghiera”, Antonio Mancini, 1873, Pescara, Museo dell’Ottocento – mostra “Antonio Mancini e Vincenzo Gemito” ‐ Foto Leo De Rocco per Abruzzo storie e passioni



“Dopo il duello”, 1872, Galleria Civica d’arte moderna e contemporanea Torino – Mostra “Antonio Mancini e Vincenzo Gemito” Pescara, Museo dell’Ottocento


“Verità”, Antonio Mancini, 1873, Collezione Museo dell’Ottocento Pescara

“Scugnizzo che legge”, Antonio Mancini, 1874, Collezione privata – Mostra “Antonio Mancini e Vincenzo Gemito” Pescara, Museo dell’Ottocento

“Saltimbanchi suonatori”, Antonio Mancini, 1877, Collezione privata – Mostra “Antonio Mancini e Vincenzo Gemito” Pescara, Museo dell’Ottocento


“Carmela”, bronzo, 1883, Vincenzo Gemito, Milano, Galleria d’Arte Moderna – “La modella preferita”, 1905,Antonio Mancini, Milano, Art Studio Predazzini – mostra “Antonio Mancini e Vincenzo Gemito” Pescara, Museo dell’Ottocento


”Fanciullo ferito”, Antonio Mancini, 1872, collezione privata – Mostra “Antonio Mancini e Vincenzo Gemito” Pescara, Museo dell’Ottocento.

“Telemaco”, Antonio Mancini, 1885, Collezione privata – Mostra “Antonio Mancini e Vincenzo Gemito” Pescara, Museo dell’Ottocento.


”Bimbo con la rosa in bocca”, Antonio Mancini, 1871, Collezione privata – Mostra “Antonio Mancini e Vincenzo Gemito” Pescara, Museo dell’Ottocento


”Il pittorello”, Antonio Mancini, 1878, Collezione Sacerdoti-Ferrario – Mostra “Antonio Mancini e Vincenzo Gemito” Pescara, Museo dell’Ottocento


”Pastorello”,1884, Antonio Mancini, Raccolte Frugone Genova

“Bambina con scialle rosa”, 1872, Antonio Mancini, Carpi, Collezione Palazzo Foresti – mostra “Antonio Mancini e Vincenzo Gemito” Pescara, Museo dell’Ottocento




Ritratto di Antonio Mancini, John Singer Sargent, 1901, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma – mostra “Antonio Mancini e Vincenzo Gemito” Pescara, Museo dell’Ottocento.






“Busto di fanciulla napoletana”, 1919-20, Vincenzo Gemito, Collezione Intesa San Paolo Gallerie d’Italia Napoli – mostra “Antonio Mancini e Vincenzo Gemito” Pescara, Museo dell’Ottocento

“Studio per ritratto di giovane donna con leone, 1911, Vincenzo Gemito

“La zingara”, 1885, Vincenzo Gemito, Collezione Intesa San Paolo Gallerie d’Italia Napoli – mostra “Antonio Mancini e Vincenzo Gemito” Pescara Museo dell’Ottocento


”Acquaiolo”,1920, argento, Vincenzo Gemito, Collezione privata e “Narciso”, 1886, Vincenzo Gemito, Collezione Lamberti – mostra “Antonio Mancini e Vincenzo Gemito” Pescara, Museo dell’Ottocento

Coppa con scene mitologiche, 1920, Sorrento, Collezione Luciano e Arianna Russo – mostra “Antonio Mancini e Vincenzo Gemito”, Pescara, Museo dell’Ottocento

”Medusa”, 1923, Vincenzo Gemito, Collezione privata – mostra “Antonio Mancini e Vincenzo Gemito”, Pescara, Museo dell’Ottocento



Autoritratto, 1886, Vincenzo Gemito, Collezione Intesa San Paolo Gallerie d’Italia, Napoli – mostra “Antonio Mancini e Vincenzo Gemito” Pescara, Museo dell’Ottocento





Ritratto di Domenico Morelli, 1848, Saverio Altamura – Museo dell’Ottocento


“Cesarella”, 1878, Domenico Morelli – a destra: “Arabo in preghiera”, acquerello su carta, 1865, Domenico Morelli – Museo dell’Ottocento Pescara

”Il mercato dei piccoli schiavi”, 1870, Domenico Morelli – Pescara, Museo dell’Ottocento


Nuova acquisizione: ”La lettura (Eleonora d’Este)”, 1865, Domenico Morelli – Pescara, Museo dell’Ottocento




”Bandiera”, Antonio Mancini 1919, Collezione Sacerdoti Ferrario – a destra: “Petit garcon à la table”, 1875, Napoli, Collezione privata – mostra “Antonio Mancini e Vincenzo Gemito” Pescara, Museo dell’Ottocento.


”La modella preferita”, 1905, Antonio Mancini, Art Studio Pedrazzini Milano – a destra: “Il piccolo fioraio”, 1886, Antonio Mancini, Collezione privata – mostra “Antonio Mancini e Vincenzo Gemito” Museo dell’Ottocento Pescara


Francesco Paolo Michetti, autoritratto, 1873 – Pescara, Museo dell’Ottocento

“Contadini alle messi”, Francesco Mancini, 1868, Museo dell’Ottocento Pescara – Foto Abruzzo storie e passioni





Museo dell’Ottocento Pescara – Foto Abruzzo storie e passioni

”La gondola”, Vincenzo Caprile – Museo dell’Ottocento Pescara

”Le ruisseau entre les rochers”, 1876, Gustave Cobert – Museo dell’Ottocento Pescara

”Le Mont Saint-Michel depuis l’entrée principale de l’abbaye”, 1832, Théodore Rousseau – Museo dell’Ottocento Pescara




“La Vallée de la Toques”, 1895, Costant Troyon – Museo dell’Ottocento Pescara

”L’Innocence tentèe par trois Amours”, 1867, Narcisse Virgilio Diaz de la Pena – Pescara, Museo dell’Ottocento


”A teatro”, 1883, Giuseppe De Nittis – Museo dell’Ottocento Pescara


”L’adoloscente”, 1885, Silvestro Lega – Pescara, Museo dell’Ottocento ‐ Foto Leo De Rocco per Abruzzo storie e passioni
Pescara, Museo dell’Ottocento – mostra “Antonio Mancini e Vincenzo Gemito” – foto e video Abruzzo storie e passioni blog





Palazzo Zevallos Napoli (fino al 2022 sede delle Gallerie d’Italia) con le statue di Vincenzo Gemito e l’autoritratto di Francesco Paolo Michetti, 1877 – Foto Leo De Rocco per Abruzzo storie e passioni

Autoritratto, Vincenzo Gemito ‐ Museo d’arte Costantino Barbella Chieti (attualmente nei depositi del Museo chietino) ‐ Foto Leo De Rocco per Abruzzo storie e passioni
Casa-Museo Bindi Giulianova







































































Casa-museo Vincenzo Bindi Giulianova – Foto e video Abruzzo storie e passioni
Copyright– Riproduzione riservata – derocco.leo@gmail.com Tecnico della valorizzazione dei Beni Culturali ed Ecclesiastici Regione Abruzzo ‐ Note: (1) Da “Il Giornale dell’Arte”, ottobre 2023 – Fonti: Biblioteca Museo dell’Ottocento Fondazione Di Persio-Pallotta Pescara; Direzione Regionale Musei Campania; Polo Museale Civico Giulianova, Pinacoteca Civica Vincenzo Bindi.
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