La Tavola dei Briganti

Parco nazionale della Maiella, cima del Blockhaus, 2143 m. e Madonna della Neve ‐ Foto Leo De Rocco per Abruzzo storie e passioni

Uno dei sentieri più suggestivi del massiccio montuoso della Maiella, la “montagna madre” degli abruzzesi, è la Tavola dei Briganti, dal nome di una grande lastra di pietra bianca della Maiella sulla quale in passato briganti e pastori incisero nomi, dediche e scritte contro il nuovo regno unitario dei Savoia.

Il percorso inizia dal Rifugio Pomilio (1888 m.), dopo circa 3 km si giunge alla Madonna della Neve, quindi alla cima Blockhaus (2145 m.) e dopo altrettanti chilometri si arriva alla Tavola dei Briganti (2114 m.) e alla fonte Acquaviva, ai piedi del monte Focalone (2676 m.).

Il sentiero attraversa una fitta selva di pini mughi inebriata dal profumo balsamico della resina e intervallata di tanto in tanto da prati ammantati in primavera da migliaia di fiori, che fanno da cornice a uno dei panorami più belli delle montagne d’Abruzzo: dalle cime più alte dell’Appennino al mare Adriatico.

La Tavola dei Briganti è un luogo incredibile dove natura e storia si incontrano, dove i protagonisti della storia italiana a ridosso dell’Unità d’Italia lasciarono il segno sulle nude rocce. Ma qui prima dei briganti e prima ancora dei Regni delle due Sicilie e dei Savoia regnavano i pastori, una figura ancestrale simbolo della transumanza, quel benefico viaggio autunnale di pastori e greggi dai pascoli estivi sui monti d’Abruzzo alle pianure pugliesi. Un viaggio senza tempo, nessuno sa quando iniziò, “la transumanza nacque prima di Cristo”, scrisse Ignazio Silone.

Per secoli pilastro fondamentale dell’economia di queste terre nel corso della sua millenaria storia la transumanza fu interrotta o sensibilmente ridotta solo in due occasioni: alla fine dell’Impero romano, quando la guerra greco-gotica e le invasioni resero pericoloso se non impossibile attraversare lunghi tragitti sui tratturi; e nel 1863, quando il nuovo Stato unitario varò la controversa Legge Pica contro il fenomeno del brigantaggio.

In questa occasione la transumanza fu interrotta “per motivi di ordine pubblico”, con gravi conseguenze per l’economia abruzzese dell’epoca. Dal malcontento diffuso tra contadini, braccianti, pastori e piccoli artigiani nacque il brigantaggio.

La brigantessa Michelina Di Cesare in abiti della tradizione popolare posa in uno studio fotografico a Roma, seconda metà dell’800.

“Prima era il regno dei fiori ora è il regno della miseria” (1), così scrivevano sui lastroni di roccia della “montagna madre” i briganti abruzzesi riuniti nella “Banda della Maiella”, formata da numerosi gruppi di briganti, ognuno con un suo capo, provenienti dai vari paesi abruzzesi: da Sant’Eufemia a Maiella, i fratelli Colafella e la banda di Croce di Tola, detto Crocitto; da Pacentro, Pasquale Mancini detto il Mercante; da Atessa, Domenico Valerio detto Cannone; da Campo di Giove, Fabio Marcucci detto Primiano; e ancora da Roccamorice, Guardiagrele, Orsogna.

La Maiella, montagna aspra e selvaggia, ricca di grotte, gole, burroni e anfratti, rappresentò la loro roccaforte, ma il territorio dei briganti era molto vasto, si estendeva dall’aquilano alla Maiella, fino alla Terra di Lavoro. Briganti ma anche brigantesse, come Michelina Di Cesare, la “guerrigliera per amore”. (2)

Per contrastare il brigantaggio le autorità del neonato Regno d’Italia intorno al 1863 costruirono sulla Maiella un fortino militare in legno che prese nome di “Blockhaus”, termine tedesco (block- haus) riferito a una particolare abitazione realizzata sovrapponendo tra loro tronchi di albero e coniato da un comandante militare austriaco che era di stanza con un plotone di soldati sulla cima oggi detta appunto Blockhaus (2143 m.).

Il fortino armato del Blockhaus, di cui oggi restano alcuni ruderi, serviva per cercare di contrastare la Banda della Maiella nel loro strategico punto di passaggio fra la valle di Pennapiedimonte e la Valle dell’Orfento, laddove circa 70 anni dopo il passaggio dei briganti, durante la Seconda guerra mondiale, cave e grotte daranno riparo ai soldati Alleati fuggiti dalle prigioni tedesche.

Galleria fotografica

Partenza dal Rifugio Pomilio

La cima del Blockhaus ha ospitato più volte l’arrivo di tappa del Giro d’Italia, la prima volta nel 1967, vinta dal belga Eddy Merckx, fino al 2022, vinta dall’australiano Jai Hindley

In lontananza il massiccio del Morrone (a sx) e il Sirente

Arnica montana

Madonna della Neve

Pino Mugo

Orchidea Sambucina

Fonte Acquaviva

Lingua di cane della Maiella

Gentiana Verna

Orchidea Sambucina

Escursionisti veneti incontrati lungo il sentiero

Tavola dei Briganti

Tavola dei Briganti

Anemone Alpino

Cytisus ardoini

Primula anemis

Anemone alpino

Dentaria

Viola di Eugenia

Genziana

Parco Nazionale della Maiella, Tavola dei Briganti e Fonte Acquaviva ‐ Foto e video Leo De Rocco per Abruzzo storie e passioni

Copyright ‐ Riproduzione riservata ‐ derocco.leo@gmail.com ‐ Abruzzo storie e passioni blog ‐ Note/Fonti: (1) trascrizione completa: “Nel 1820 nacque Vittorio Emanuele II re d’Italia, prima era il regno dei fiori ora è il regno della miseria”; (2) Michelina Di Cesare, guerrigliera per amore”, 2012, di Fulvio D’Amore, Edizioni Controcorrente; Parco nazionale della Maiella pagina ufficiale; “Sulle tracce dei Briganti sul Blockhaus”, di Enzo C. Delli Quadri ‐ Ringrazio Gianluca Faccia, guida turistica Decathlon Abruzzo.

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