Ripa Teatina, la storia di Rocky Marciano.

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Ripa Teatina – Guantoni indossati da Rocky Marciano – In alto veduta del paese ‐ Foto Leo De Rocco per Abruzzo storie e passioni

La cosa a cui pensavo più spesso era la povertà che mia madre e mio padre avevano affrontato.

Rocky Marciano

La “Nobile Arte

Castrum Teate, così si chiamava anticamente Ripa Teatina, un piccolo borgo collinare del chietino a metà strada tra il mare Adriatico e la Majella. Simboli del paese sono le torri medievali risalenti al XV sec., costruite a guardia del centro abitato e unite da un passaggio sotterraneo, utile a suo tempo per sorvegliare le due porte d’ingresso al Castrum Teate. Oggetto di un interessante recupero architettonico, le torri oggi sono diventate suggestivi spazi utilizzati per eventi culturali e mostre d’arte.

Ripa Teatina con le sue torri oggi si presenta placido, tra vigneti e uliveti, nella classica atmosfera rilassante della campagna abruzzese, negli ultimi anni sempre più apprezzata dai turisti stranieri, ma secoli fa questi posti non erano proprio così tranquilli. Castrum Teate, ossia il castello-fortino dell’antica Teate, l’attuale Chieti che leggenda vuole fondata dal mitico Achille, era una vera e propria fortificazione militare. Doveva difendere i teatini, che a quanto pare il lavoro sporco contro le invasioni nemiche, in particolare quelle dei Saraceni che fin qui arrivavano dalla vicina costa, lo facevano fare ai vicini ripesi, chissà se dietro compenso.

Pure l’esercito di Annibale si trovò ad attraversare il “fortino” di Ripa Teatina, gli elmi cartaginesi rinvenuti nei pressi della chiesa di Santo Stefano, situata a monte del paese di Ripa, sono la prova che il celebre condottiero e il suo esercito passarono proprio da queste parti. Gli antenati degli odierni ripesi dunque dovevano essere forti e coraggiosi, addestrati per difendere la “rupe” e il territorio circostante. Altro che atmosfera tranquilla di campagna.

Forse questi trascorsi storici contribuirono qualche tempo dopo a far riconoscere il “privilegio dei pugni” (1) agli abitanti di Ripa Teatina, privilegio concesso dai commissari regi di Carlo V, padre di Margherita d’Austria, che non lontano da Ripa Teatina, a Ortona, trascorse i suoi ultimi anni

Con questa singolare norma i ripesi potevano risolvere le loro controversie nella pubblica piazza e a suon di botte, ma con regole ben precise, come se fosse un incontro di pugilato, e versando una congrua gabella ai dominatori spagnoli. Da qui il nome di una delle antiche torri di Ripa Teatina: Torre di Porta Gabella.

Per una curiosa coincidenza alcuni secoli dopo questo singolare “privilegio” il piccolo paese di Ripa Teatina sarà conosciuto in tutto il mondo proprio grazie ad una serie di ganci, montanti e diretti, che non servivano per regolare controversie sulla pubblica piazza, ma fecero storia in quella “nobile arte” che è il pugilato.

Uno sport definito “nobile” perché anticamente considerato una “nobile difesa”. Nel 1865 sarà il marchese scozzese di Queensberry, John Sholto Douglas, a scrivere le regole della “noble art of defence” integrando quelle scritte nel 1743 da Jack Boughton nel “London Prize Ring Rule”, primo regolamento ufficiale nella storia del pugilato.

So fare il calzolaio, so leggere e scrivere

Era la notte del 26 ottobre 1951 quando un giovane radiocronista italo americano di nome Mike Bongiorno raccontava in diretta dal Madison Square Garden di New York uno degli incontri più leggendari nella storia del pugilato: quello tra lo statunitense Joe Louis e Rocky Marciano, pseudonimo di Rocco Marchegiano, il più grande campione dei pesi massimi della storia, figlio di emigranti italiani, suo padre era proprio di Ripa Teatina.

La storia delle origini di Rocky Marciano è legata alla storia di tanti emigranti abruzzesi che andarono a cercare fortuna nell’America degli “anni ruggenti”. Il 28 marzo 1912, un giovedì, mentre nel Parlamento italiano si discuteva la legge sulla “Tutela degli Emigranti”, cinque giovanissimi abruzzesi, i diciassettenni Quirino, Raffaele, Giuseppe e Donato, insieme al ventenne Paolo, il più “anziano” del gruppo, aspettavano pensierosi il loro turno all’ufficio immigrazioni di Ellis Island, nella baia di New York.

I cinque giovani erano partiti due settimane prima da Ripa Teatina e si erano imbarcati a Napoli, sulla nave a vapore “Canada”, stringendo in mano un biglietto in terza classe comprato con quel poco denaro che avevano in tasca. Quei ragazzi incarnavano il sogno di migliaia di loro coetanei, quel sogno americano che rappresentava una speranza, una opportunità per un futuro migliore, una risposta a quell’Europa che ai loro giovani occhi appariva troppo ingessata e incapace di garantire un futuro.

Quirino Marchegiano aveva in tasca solo 23 dollari, tutto ciò che rimaneva dei suoi risparmi dopo aver pagato il biglietto per il lungo viaggio verso il sogno americano. “So fare il calzolaio, so leggere e scrivere”, dichiarò il giovane abruzzese ai severi e rigorosi controllori americani. Non appena varcato il cancello delI’Immigration Station di Ellis Island i cinque amici si divisero, ognuno raggiunse la meta prefissata, la propria opportunità di vita, il proprio destino.

Fu proprio il destino a far incontrare Quirino Marchegiano con la futura moglie, Pasqualina Picciuto, una minuta e bella ragazza meridionale, originaria di un paese del beneventano, San Bartolomeo in Galdo, arrivata anche lei a cercar fortuna negli States a bordo di una nave a vapore che per un curioso gioco del destino era la stessa Canada sulla quale si imbarcò qualche anno prima il diciassettenne Quirino.

Su quella nave la giovane Pasqualina, all’epoca poco più che una bambina, si divertiva a rompere la monotonia del lungo viaggio ascoltando le canzoni popolari intonate malinconicamente dai tanti abruzzesi che gremivano la terza classe. Per un approfondimento: “La Canzone popolare abruzzese”, in questo blog.

I due si sposarono nel 1921, l’anno del processo a Sacchi e Vanzetti, in quella “ruggente” Brockton a sud di Boston dove Quirino, ormai ventenne, lavorava stabilmente in una fabbrica di scarpe. Dalla loro unione nacque il primo settembre del 1923 Rocco Francesco Marchegiano, un nome che da lì a qualche anno entrerà nella storia del pugilato negli USA e nel mondo e trasformerà in realtà quell’american dream che i suoi genitori inseguirono da giovanissimi.

L’italiano piccolo e muscoloso

Il “piccolo italiano riccioluto e muscoloso”, come lo chiamavano i vicini di casa e i suoi amici, iniziò a praticare il baseball quando era poco più che ventenne, ma il suo destino era diventare il re della boxe. In realtà Rocky Marciano non possedeva tutte le qualità fisiche e tecniche proprie di un pugile d’élite. Per i pesi massimi era troppo basso di statura, aveva uno scarso equilibrio tecnico, era troppo leggero e aveva le spalle curve, ma in compenso aveva una forza fisica e una tenacia incredibili, quando attaccava l’avversario sembrava un leone affamato, più veniva colpito e più attaccava, a volte con una aggressività ai limiti del regolamento.

Uno dei più grandi editorialisti sportivi della storia, Red Smith, scrisse che Marciano aveva un diretto che “corrispondeva al nono grado della scala Ritcher” . “Vidi in palestra un tipo piccolo, con le spalle curve e due piedi sinistri, ma con una forza micidiale”, dirà invece un giovane Angelo Dundee, futuro allenatore di Cassius Clay.

Consapevole della sua forza, Rocky Marciano cercò tenacemente di migliorare la tecnica allenandosi duramente, con una sorprendente forza di volontà e spirito innovativo: fu l’unico pugile della storia ad allenare con un pendolo le pupille e il primo a capire l’importanza della concentrazione nei giorni prima della gara. In prossimità di una gara Marciano si isolava per lunghi periodi dal mondo; anche addirittura tre mesi prima, come raccontano le cronache dell’epoca, durante i quali, lontano dalla moglie e dalla famiglia, era vietato parlare di boxe e pronunciare il nome dell’avversario. I giorni pre-gara erano scanditi solo da dieta, peso e allenamento, Marciano non leggeva o scriveva lettere, né usava il telefono. Esagerazione? No, funzionò alla grande, perché ancora oggi i suoi record restano imbattuti e il metodo Marciano fece scuola ai moderni Mental Coach dello sport.

Fu un suo amico a notare il talento che Marciano nutriva per la Boxe, scoperto, si racconta, durante una rissa, e a convincerlo a disputare il suo primo incontro da professionista, incontro che l’italiano “piccolo e muscoloso” vinse con facilità e per k.o. Da allora Rocky Marciano non smise mai di vincere, disputò 49 incontri e ne vinse 49, di cui 43 per knock-out, un record storico ancora oggi imbattuto.

Dopo i primi successi Rocco Marchegiano decise di farsi chiamare Rocky Marciano, perché nella pronuncia americana risultava più orecchiabile, così come avvenne con suo padre, che agli americani risultava più facile chiamare Pierino piuttosto che Quirino.

La fama di Rocky Marciano era tale che uomini d’affari, politici e star hollywoodiane facevano a gara per conoscerlo e farsi fotografare insieme a lui: da Frank Sinatra a Marilyn Monroe, da Rock Hudson e Marlon Brando a Mae West fino a Eisenhower e John Kennedy. Scorrendo l’album fotografico di quel periodo risalta l’immagine di Rocky Marciano con uno dei piloti di Formula 1 più celebri di tutti i tempi: Juan Manuel Fangio. I due si incontrarono ad una festa a Miami nel 1957.

Fangio, il cui record di 5 titoli mondiali vinti fu superato solo da Michael Shumacher nel 2003, detiene ancora oggi il record di pole position in carriera. Nato in Argentina, come Marciano i suoi genitori erano abruzzesi, il padre di Castiglione Messer Marino e la madre di Tornareccio.

È noto che la famosa serie cinematografica con Sylvester Stallone “Rocky” (Balboa) è un omaggio a Rocky Marciano, ma pochi sanno che il mondo dello spettacolo ha tributato al campione italo-americano anche altre citazioni: Jack Nicholson nel film “Qualcuno volò sul nido del cuculo” (2), Renato Salvatori in “Poveri ma belli”, persino i Beatles (3)

Quando Marciano arrivava in una città americana per disputare un incontro di pugilato o per seguire un periodo di allenamento, le cronache dell’epoca raccontano di gente salita sui tetti o aggrappata ai pali solo per vederlo passare. Come quando arrivò in California, nel North Bay a Calistoga, nell’aprile del 1955. Tutta la città si fermò al suo arrivo. Rocky Marciano seduto sul sedile posteriore di una lunga decapottabile tirata a lucido, scortata da diverse auto della polizia, salutava la folla e sorrideva alla vista di un grande striscione sul quale i proprietari di alcuni bar della zona scrissero in italiano: Alla tua salute, Rocky!

Era l’America degli anni ’50, quell’America che pochi anni prima aveva visto molti suoi giovani soldati soccombere in una Europa dilaniata dalla guerra e dalla follia nazista e che ora cercava di ricompattare la nazione catalizzando l’opinione pubblica.

Rocky Marciano in Abruzzo

Quando in un caldo agosto del 1964 Rocco Marchegiano alias Rocky Marciano visitò Ripa Teatina, da dove cinquant’anni prima partì suo padre, venne accolto da eroe, con tutti gli onori e con quella sincera e genuina ospitalità che solo gli abruzzesi “forti e gentili” sanno offrire. Il campione rimase così colpito da quella calda accoglienza che ritrovò la propria “italianità” e, rivolto ai ripesi, disse: “prometto di tornare”, donando al paese abruzzese i suoi guantoni.

Purtroppo quella promessa rimase tale. Nel 1969, alla vigilia del suo quarantaseiesimo compleanno un incidente aereo pose fine alla incredibile vita del “piccolo italiano muscoloso”. L’invincibile Marciano non riuscì a farcela. Sicuramente in quei drammatici momenti lottò come solo lui sapeva fare, ma quella volta l’avversario da battere era un Cessna che precipitava durante una tempesta. Troppo, anche per un grande campione come lui.

Così finisce la storia di un grande campione, ma il mito rimane. Anni dopo sarà suo figlio, Rocky Marciano Junior a partire da Brockton per tornare a visitare Ripa Teatina, rinnovando così quella promessa fatta da suo padre.

Rocky, forte e gentile.

Rocky Marciano resta nell’immaginario collettivo un simbolo di forza e coraggio, ma anche un simbolo del riscatto sociale, emblema per tanti abruzzesi emigrati nel mondo, come il citato Fangio, o Luciano Di Lello, il giovane ciabattino di Villa Santa Maria che nel 1904 a Parigi, dove aprì una piccola bottega, brevettò il primo prototipo al mondo del casco. Era l’anno in cui in Italia nacque la Gazzetta dello Sport, e il mondo sportivo, ma non solo, deve molto a Di Lello: pugili, ciclisti, motociclisti, piloti, persino gli astronauti, oggi indossano un dispositivo di protezione per la testa nato dalla geniale idea di Luciano Di Lello, si racconta ispirato dopo un tragico incidente in cui rimase vittima un suo familiare.

Rocky Marciano è stato anche un campione anche di solidarietà e amicizia, qualità che hanno nobilitato non solo il pugilato ma l’intero mondo sportivo. Tante sono le testimonianze legate a questo grande campione dal cuore gentile e generoso, soprattutto quelle relative agli aiuti economici che il bombardiere di Brockton elargiva ai suoi avversari in difficoltà. Come le spese mediche pagate a Carmine Vingo nei suoi due anni di convalescenza dopo il terribile k.o. subìto il 30 dicembre 1949 al Madison Square Garden.

Durante quell’incontro, che Rocky Marciano definì “il più duro della mia carriera”, al minuto e 46 del sesto round Carmine Vingo cadde sul tappeto privo di sensi dopo un potente montante sferrato da Marciano. Fu la fine della sua carriera di pugile, ma Rocky Marciano non smise mai di dimostrargli la sua amicizia, oltre alle spese mediche pagate lo invitò al suo matrimonio e lo volle suo ospite d’onore durante alcuni incontri disputati anni dopo. Oppure l’abbraccio a Joe Louis, steso alla terza ripresa, “da ragazzo eri il mio idolo” gli sussurrò piangendo. E non era retorica, il grande Marciano lo aiutò economicamente quando, tempo dopo, Joe cadde in rovina.

Il campione italo-americano incarna così l’ideale abruzzese per antonomasia, diventato un motto popolare, quel “abruzzesi forti e gentili” che, seppure offuscato dalla frenetica e moderna società contemporanea, è ancora oggi un tratto tipico delle genti di Ripa Teatina e di questa Regione.

Il Premio Marciano

Ripa Teatina tramanda la memoria storica di Rocky Marciano con il prestigioso “Festival Rocky Marciano”, unico in Italia dedicato al pugilato. Ogni anno in estate il paese abruzzese, nell’ambito di una kermesse che spazia dalla letteratura sportiva al giornalismo, tributa un premio ad una personalità del mondo sportivo, non solo del Pugilato. Tanti gli ospiti nazionali e internazionali, tra atleti, giornalisti e scrittori. In una recente edizione è stato premiato alla carriera Rocky Mattioli, altro grande campione del Pugilato internazionale, anche lui originario di Ripa Teatina.

Mattioli, il cui nome è stato inserito nella Australian National Boxing Hall of Fame, nacque nel 1953, quando Marciano, all’epoca trentenne, deteneva già il titolo mondiale dei pesi massimi; i suoi genitori, emigrati in Australia, scelsero di chiamarlo Rocco in omaggio al Campione di Brockton. “Ripa Teatina Terra di Campioni”, è proprio il caso di dire.

Copyright © Riproduzione Riservata – derocco.leo@gmail.com – Leo Domenico De Rocco- Tecnico della valorizzazione dei Beni Culturali ed Ecclesiastici Regione Abruzzo – Note e fonti dopo la galleria fotografica

Galleria fotografica

Ripa Teatina – Torri Medievali; Chiesa di San Pietro Apostolo; centro storico e l’ex Convento Francescano, sec. XVI, sede del prestigioso “Premio Rocky Marciano” – Foto Leo De Rocco per Abruzzo storie e passioni

California, luglio 1955, Rocky Marciano stende per KO l’inglese Don Cockell

Rocky Marciano mette KO all’ottava ripresa Joe Louis durante il mitico incontro del 26 ottobre 1951 al Madison Square Garden di New York

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Quirino Marchegiano e Psqualina Picciuto (Archivio Comune di Ripa Teatina)

Ripa Teatina, statua di Rocky Marciano all’ingresso del paese – Foto Leo De Rocco per Abruzzo storie e passioni

Ripa Teatina – monumento a Rocky Marciano all’ingresso del paese – Foto Leo De Rocco per Abruzzo storie e passioni e Rocky Marciano durante un allenamento – Foto AP

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Rocky Marciano, durante un allenamento di baseball – Foto Life Magazine

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Rocky Marciano mette KO Roland La Starza, 1953 – Credits:Olycom

Rocky Marciano sferza un destro da KO allo sfidante Don Cocktell (Donald John Cocktell) campione europeo dei pesi massimi, durante il match disputato al Kezar Stadium di San Francisco il 16 maggio 1955 – Foto AP

Rocky Marciano, Joe DiMaggio (marito di Marilyn Monroe) e il Presidente americano Eisenhower, 1953 (photo/pinterest) – a destra: Rocky Marciano insieme a Liz Taylor e Rock Hudson, 1955

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Miami, 1957 – Rocky Marciano e Juan Manuel Fangio – Foto Emilio Ronchini/Mondadori archivio Getty Images

Rocky Marciano, campione del mondo imbattuto dei pesi massimi, annuncia il suo ritiro durante la conferenza stampa organizzata a New York il 27 aprile 1956 – Foto AP

Rocky Marciano a Ripa Teatina, 1964 – per gentile concessione ad Abruzzo storie e passioni dall’Archivio, Assessorato allo Sport, del Comune di Ripa Teatina


La prima pagina del New York Times del primo settembre 1969

Rocky Marciano insieme a sua madre nel luglio del 1953 a Brockton

Rocky Marciano tra i ripesi durante il suo viaggio a Ripa Teatina nel 1964 – per gentile concessione dell’Assessorato allo Sport del Comune di Ripa Teatina

Con il figlio di Marciano, Rocky Marciano Junior, in occasione di un incontro di pugilato organizzato a Ripa Teatina

Altre immagini di Ripa Teatina – Foto Leo De Rocco per Abruzzo storie e passioni

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Note: 1) cit.: Gianni Ranieri, “Pugni e carezze del vero Rocky”, La Stampa, 18 agosto 2007; 2) Cit.: Dr.Spivey (Dean R.Brooks) “Lei è stato arrestato almeno cinque volte per aggressione, cosa sa dirmi a proposito” Rundy (Jack Nicholson) “Cinque combattimenti. Rocky Marciano ne ha fatti quaranta ed è diventato miliardario”; 3) bootleg tapes di “Think for yourself” Beatles, 1965, John Lennon e Paul McCartney parlano di Rocky Marciano; – Foto: Ripa Teatina, marzo 2016 autore Leo De Rocco; foto d’epoca, Archivio Comune di Ripa Teatina; copertina: Ripa Teatina, 1952, bambini esultano dopo la vittoria di Marciano su Louis; – Fonti: Ripa Teatina Terra di Campioni, Pro loco Ripa Teatina 2013 – Ringraziamenti: Ringrazio Gianluca Palladinetti, Assessore allo Sport Ripa Teatina, per la gentile concessione delle foto relative al viaggio di Rocky Marciano a Ripa Teatina.


English Version

The Hamlet and the Champion

 

The thing that I though about more often was the poverty that my mother and my father had dealt with (Rocky Marciano)


Rocky Marciano (ph-Pinterest)

Rocky Marciano (ph-Pinterest)


Castrum Teate, this was once the name of Ripa Teatina, is a quiet hilltop hamlet in the province of Chieti, surrounded by vineyards and olive groves and half way between the sea and the Majella mountain. Castrum Teate was a real armed fortress, which served as a defensive outpost for the nearby city of Chieti, the ancient Teate.


Santo Stefano Church, march 2016

Santo Stefano Church – ph Leo De Rocco/copyright


Who knows what strategic and military assessment did Hannibal make when he had to cross the “little fort” of Ripa Teatina; the Carthaginian helmets that were discovered near the church of Santo Stefano, upstream of the village, are evidence that the famous commander along with his mythical army passed by these places.


Ripa Teatina – medieval building – Ph Leo De Rocco


Ripa Teatina – St. Peter church – ph Leo De Rocco


Therefore, the ancestors of the modern citizens of Ripa Teatina must have been strong and brave, trained to defend the “cliff” and the territory of the ancient city of Teate. Perhaps this historical past contributed later to secure the recognition of the “privilege of punches” (1) to the inhabitants of Ripa Teatina, a privilege granted by the Royal Commissioners of Charles V.


Ripa Teatina – Saint Francis Convent – ph Leo De Rocco


With this rule, the citizens of this hamlet would be able to resolve their differences by fighting in the public square with very precise rules, as if it was a boxing match, and by paying a reasonable “gabelle” to the Spanish rulers. By a curious coincidence and some centuries later, this small village in Abruzzo became famous worldwide through a series of hooks, uppercuts and jabs that made history in the “noble art”, namely boxing.


Italian immigrants, Ellis Island

Italian immigrants, Ellis Island (ph-Ellis Island Museum)


It was the night of October 26, 1951 when a young Italian-American commentator called Mike Bongiorno, narrated live from the Madison Square Garden in New York one of the most legendary matches in the history of boxing, the one between the American Joe Louis and Rocky Marciano, a nickname for Rocco Marchegiano, who was the greatest heavyweight champion in history. He was the son of Italian immigrants and his father was from Ripa Teatina.

The story of the origins of Rocky Marciano is linked to the one of a great number of emigrants who went in America in order to seek their fortune in the “Roaring Twenties”. On March 28, 1912, a Thursday, we find five young people from Abruzzo, the seventeen-year-olds Quirino, Raffaele, Giuseppe and Donato, along with the twenty-year-old Paolo, who was the “oldest” of the group, waiting for their turn at the immigration office of Ellis Island, in the Bay of New York.

The five young men had left two weeks before from Ripa Teatina and had embarked in Naples, on the steamship “Canada”, holding tight a ticket in third class bought with the little money they had in their pockets.

Those guys embodied the dream of thousands of their peers, the American dream, which represented a hope, an opportunity for a better future, an answer to a Europe that seemed too “plastered” in their young eyes.

Quirino Marchegiano had only $23 in his pocket, which was all that remained of his savings after paying the ticket for the long journey to the American dream.


Rocky Marciano statue - Ripa Teatina - March 2016

Rocky Marciano’s statue – Ripa Teatina – March 2016 – ph Leo De Rocco


“I am a cobbler and I can read and write”, declared the young boy of Abruzzo to the strict and rigorous American controllers.

As soon as the five friends crossed the gate of the immigration office of Ellis Island, they were divided and each one of them reached their own final destination, their life opportunity, their own destiny.

And it was precisely the destiny that brought together Quirino Marchegiano with his future wife, Pasqualina Picciuto, a petite and beautiful girl from Benevento (Southern Italy), who also came to the United States aboard a steamship.

It was by a strange twist of fate that the ship was called “Canada”, as it was the same one on which years before the seventeen-year-old Quirino embarked. Pasqualina, who was a bit older than a little girl, broke the monotony of the long journey by listening to the folk songs sung in melancholy by the many others that were coming from Abruzzo and were crowding in the third class.

They got married in 1921, the year of the trial of Sacchi and Vanzetti, in the “roaring” Brockton (south of Boston), where the already twenty-year-old Quirino was working permanently in a shoe factory.

By their union and in September 1923, Rocco Francesco Marchegiano was born, a name that in a few years would become famous in the US and around the world and that would bring to life the American dream that both young parents pursued.


Rocky Marciano (photo/gettyimages)

Rocky Marciano (photo/gettyimages)

The “little curly-haired and muscular Italian,” as his friends used to call him, started to play baseball when he was in his early twenties, but his destiny was to become the king of boxing.

In fact, Rocky Marciano did not possess all the physical and technical qualities of an elite boxer: for example, he was too short for the heavyweights, he had no technical balance, he was too lightweight and he had stooped shoulders; however, he had an incredible physical strength and persistence that, when he attacked his opponent, he looked like a hungry lion: the more severely he was hit the more severely he would attack back, sometimes with an aggressiveness that was very close to the regulation limits.

One of the greatest sports columnists of history, Red Smith, wrote that Marciano had “a jab that corresponded to the ninth degree on the Richter scale”.

Conscious of his strength, Rocky Marciano tried persistently to improve his technique by training hard and with a surprising strength of will and a spirit of innovation: he was the only boxer in history to train the wards with a pendulum and the first to understand the importance of concentration in the days before the races.


Rocky Marciano and Joe Louis, 1951 (Photo by Charles Hoff/NY Daily News Archive via Getty Images)

Rocky Marciano and Joe Louis, 1951 (Photo by Charles Hoff/NY Daily News Archive via Getty Images)


“What I saw in the gym was a little guy, with his shoulders hunched and two left feet, but with a deadly force,” said a young man, Angelo Dundee, future trainer of Cassius Clay.

It was a friend to notice the talent for boxing of Marciano, which was apparently discovered during a fight, and to convince him to play his first match as a professional that the small and muscular Italian won easily with a knockout (k.o.).

Ever since, Rocky Marciano never ceased to win; he played in 49 matches and won all of them, including 43 by knockout, a record that still stands to this day.

After his early successes, Rocco Marchegiano decided reluctantly to be called Rocky Marciano, a word that was quite catchy in American English, just as it had happened to his father that the Americans decided it was easier to call Pierino rather than Quirino.


Rocky Marciano and J.F.Kennedy

Rocky Marciano and J.F.Kennedy (photo/pinterest)


The reputation of Rocky Marciano was so great that politicians, businessmen and Hollywood stars used to queue just to get to know him and to be photographed with him: for instance, from Frank Sinatra to Marilyn Monroe, who was a friend of his; from Rock Hudson and Marlon Brando to Mae West up to Eisenhower and John Kennedy.

This was the America of the 1950s, the same that had seen many of its young soldiers to succumb in a war-torn Europe a few years earlier, and was now trying to regroup the nation by redirecting the public opinion to celebrities.

Nevertheless, the reputation of Rocky Marciano would go on in the following years.

The citations dedicated to this Italian-American champion cannot be counted: from Jack Nicholson in the film “One Flew Over the Cuckoo’s Nest” (2) to Renato Salvatori in “Poveri ma belli” (U.S. title: Poor, But Handsome; U.K. title: A Girl in Bikini) up until the Beatles (3) and the popular movie sequel dedicated to “Rocky Balboa”.


Rocky Marciano visit to Ripa Teatina - Italy - 1964 (Ripa Teatina Municipal Photo Archive)

Rocky Marciano’s visit to Ripa Teatina – Italy – 1964 (Ripa Teatina Municipal Photo Archive)


In the hot August of 1964, when Rocco Marchegiano visited Ripa Teatina, the same place that his father had left fifty years before, he was greeted as a hero with all the honours and with that sincere and genuine hospitality that only the people of Abruzzo can offer.

The champion was so impressed by the extraordinary welcome he received that, as he was rediscovering his “Italian character” he promised to return.

Unfortunately, that promise remained as such. In 1969, on the eve of his forty-sixth birthday, a plane crash ended the amazing life of the “little curly-haired and muscular Italian.”

The invincible hero did not make it, even if he definitely struggled as only he could do. However, this time the opponent was a Cessna that fell down during a storm, too strong an opponent even for a hero like him.

Rocky Marciano remained the collective symbol of strength and courage, of social redemption, but also of solidarity and friendship.


Hercules bronze statue, third century BC – Villa Frigerj – National Archeological Museum of Abruzzo – ph Leo De Rocco


There are many testimonies of this kind-hearted Hercules, especially those relating to the economic aid that the bomber of Brockton handed out to his disgraced opponents.

For example, the medical expenses he paid to Carmine Vingo in his two years of recovering from the terrible k.o. that he suffered, or the embrace to Joe Louis, at whom he whispered crying as the latter was lying knocked-out in the third round: “you were my idol ever since I was a little boy,” and this was not rhetorical.

The big Marciano supported the ex-champion economically and by true friendship, who had fallen into depression and economic instability. The Italian-American champion thus embodies the ideal of Abruzzo par excellence, “forti e gentili” (the “strong and gentle”) that, although a little overshadowed by the modern globalised society is still a typical trait of the people of Abruzzo.

Ripa Teatina preserves the historical memory of the myth of Rocky Marciano with the “Marciano Award.” Each year this village of Abruzzo attributes a premium to one of the sports personalities, but not only of Boxing.

In a recent edition, Rocky Mattioli was the winner, another great champion of the International Boxing, who was also a native of Ripa Teatina. Mattioli, whose name is in the Australian National Boxing Hall of Fame, was born in 1953, when Marciano, in his thirties, already held the world heavyweight title. His parents, who later on emigrated to Australia, chose to call him Rocco to pay compliments to the Champion of Brockton.

Therefore, it is really the case to state: “Ripa Teatina, land of Champions”.

Leo De Rocco


Rocky Marciano visit to Ripa Teatina – Italy – 1964 (Ripa Teatina Municipal Photo Archive)

Rocky Marciano’s visit to Ripa Teatina – Italy – 1964 (Ripa Teatina Municipal Photo Archive)


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Rocky Marciano’s boxing gloves, exposed in Ripa Teatina Town hall – March 2016 – ph Leo De Rocco


Footnotes: 1) Gianni Ranieri, “Pugni e carezze del vero Rocky”, La Stampa, August 18, 2007; 2) Dr Spivey (Dean R. Brooks) “You have been arrested at least five times for assault, what can you tell me about it.” Rundy (Jack Nicholson) “Five fights. Rocky Marciano had forty of them and became a millionaire”; 3) bootleg tapes of “Think for yourself” Beatles, 1965, John Lennon and Paul McCartney talking about Rocky Marciano; – Photos: Ripa Teatina, March 2016 author Leo De Rocco; vintage photos, archive of the Town hall of Ripa Teatina; cover picture: Ripa Teatina, 1952, children cheering after the victory of Marciano over Louis; – Sources: Ripa Teatina Terra di Campioni, Proloco 2013 – Acknowledgements: Gianluca Palladinetti, Sports Assessor of the Town hall of Ripa Teatina; Andrea de Carlo, translator and professor of literature; Ioannis Arzoumanidis, research fellow, for translating this article into English – Author/Blogger: Leo De Rocco / derocco.leo@gmail.com


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