Corradino D’Ascanio, genio visionario.

Volare era per me il sogno più bello e accarezzato

Corradino D’Ascanio

Corradino, genio e inventore.

In uno dei nostri viaggi itineranti in terra d’Abruzzo, alla ricerca di storie, passioni e impressioni d’occhio e di cuore, siamo stati a Popoli Terme, la città ducale feudo dei Cantelmo, i quali fecero realizzare una delle architetture medievali più importanti della regione: la Taverna Ducale. Popoli è chiamata la “Chiave dei tre Abruzzi”, la “città dell’acqua e del vento”. Proprio quest’ultimo elemento naturale, il vento, suscitò interesse e curiosità ad un ragazzino popolese vissuto nel secolo scorso. Come tutti gli adolescenti era un giovane sognatore, ma Corradino, questo il suo nome, rispetto ai suoi coetanei volava alto nel vero senso della parola: sognava proprio di volare.

Corradino D’Ascanio nacque a Popoli il 1° febbraio 1891 da Giacomo D’Ascanio e Anna De Michele. La sua casa era un palazzo signorile affacciato sul corso principale, all’epoca denominato Corso Vittorio Emanuele, diventato nel dopoguerra Corso Gramsci. Una strada che per le sue dimensioni non sembra quella di uno dei tanti piccoli paesi abruzzesi. Sarà forse per il passato di storica città ducale e per la sua posizione strategica, così ricca di corsi d’acqua e attraversata dalla Tiburtina Valeria, che qui a Popoli unisce tre valli, un tempo crocevia dei millenari tratturi abruzzesi, i pilastri dell’economia antica.

Quando il 17 dicembre 1903 i fratelli Wilbur e Orville Wright fecero volare il “Wright Flyer“, una macchina motorizzata con pilota, Corradino D’Ascanio era uno studente di 12 anni, affascinato fin da bambino dai disegni sulle tecniche del volo teorico effettuate da macchine rudimentali, come quelle delle “Vite Aerea“, disegnate 400 anni prima da Leonardo da Vinci. La notizia della realizzazione del primo aeroplano della storia costruito dai fratelli Wright fece il giro del mondo e arrivò pure a Popoli, accedendo come un fulmine la fantasia del piccolo Corradino.

Il primo deltaplano

D’Ascanio iniziò ad osservare gli uccelli in volo. Prendeva nota su come i volatili planano, sul tempo di volo, sul peso, sull’apertura alare e sull’altezza raggiunta sfruttando le correnti ascensionali e la direzione dei venti, che qui a Popoli Terme sono onnipresenti, soprattutto tra i suoi canyon, noti come le Gole di Popoli.

Non solo, Corradino, proprio come fece secoli prima Leonardo da Vinci, integrò quelle osservazioni scientifiche con lo studio delle ali e della conformazione ossea degli uccelli, che suo padre riportava a casa dopo le battute di caccia effettuate tra i numerosi boschi che circondano Popoli.

Nel 1906, tre anni dopo il Flyer dei fratelli Wright, Corradino quindicenne, sognatore e visionario, mise in pratica i suoi studi e si costruì da solo un deltaplano, il primo in Abruzzo e, probabilmente, in Italia. Lo fece di nascosto perché per foderare le ali dovette rubare le lenzuola dal letto di sua madre, ma finalmente riuscì a coronare il suo sogno inseguito fin da bambino. Con quel deltaplano artigianale Corradino volò davvero, e lo fece davanti ai suoi amici che increduli e con gli occhi sgranati lo videro sollevarsi da terra per 15 metri, dopo essere decollato dalla cima di un colle sopra Popoli.

Grazie agli eredi di Corradino D’Ascanio e alla passione di Ezio D’Amato, ingegnere del noto Centro spaziale del Fucino Telespazio, nonché attuale proprietario del palazzo dove nacque Corradino, quel vecchio deltaplano, simbolo di sogni avverati e sfide vinte, è ancora conservato in una delle stanze dove Corradino amava giocare da bambino, divertendosi a far librare nell’aria macchine volanti costruite con la carta. Nella galleria fotografica in esclusiva per Abruzzo storie e passioni le foto del deltaplano di Corradino.

Il pilota automatico

Dopo il diploma conseguito nel 1909 all’Istituto Tecnico Ferdinando Galiani di Chieti, Corradino D’Ascanio si laureò in ingegneria industriale nel 1914 al prestigioso Politecnico di Torino. Soldato arruolato nel dicembre dello stesso anno, durante la Prima guerra mondiale D’Ascanio creò la prima delle tante sue invenzioni rivoluzionarie: assemblò un’apparecchiatura radio su un aeroplano.

Seguiranno altri dispositivi che ancora oggi fanno parte delle apparecchiature della cabina piloti degli aerei di tutto il mondo, come il dispositivo per mostrare al pilota l’inclinazione dell’aereo e quello che permette di lasciare i comandi, il famoso “pilota automatico“. Col tempo e lo sviluppo della tecnologia queste apparecchiature si sono ovviamente evolute, D’Ascanio faceva parte di un’epoca pionieristica, ma la firma su queste invenzioni è la sua.

Il clinometro

Negli anni 1916-17, tra congedi provvisori e permessi Corradino D’Ascanio si divideva tra le visite al paese natale e il lavoro nelle officine fondate da Ottorino Pomilio (Chieti, 1887 – Roma, 1957) – la “Società Anonima per Costruzioni Areonautiche ing. Ottorino Pomilio & C.” – una delle prime aziende areonautiche italiane, passata poi alla FIAT, alla quale D’Ascanio cedette il brevetto del suo “clinometro universale“.

Durante uno dei suoi ritorni a Popoli, nel 1917, Corradino si rese protagonista di un episodio che sembra uscito da un film. Per poter comunicare anche di notte con la sua fidanzata, una bella ragazza del posto di nome Paola Paolini, installò due telefoni a batteria collegandoli alla rete elettrica pubblica. I due si sposarono nello stesso anno e dalla loro unione nacquero Giacomo (1922) e Giorgio (1927).

Il forno elettrico

Dopo una breve esperienza americana, (1918), durante la quale collaborò con la “Pomilio Brothers Corporation” e fondò una società areonautica insieme a Ugo Veniero, figlio di Gabriele d’Annunzio, per la costruzione di un aeroplano equipaggiato con un motore delle moto Harley Davidson, Corradino D’Ascanio tornò in Italia. Nella sua città aprì uno studio di ingegneria civile e industriale dove presero corpo altre invenzioni, come il forno elettrico, così potrete “riscaldare pane e dolci” scrisse Corradino, e la “macchina elettropneumatica” per la catalogazione e ricerca rapida di documenti.

L’elicottero

Ma Corradino D’Ascanio era un visionario e il volo rimase sempre la sua più grande passione, era affetto da “elicotteropatia” scrisse. Così nel 1925 insieme al barone Camillo Trojani di Pescosansonesco, nel pescarese (all’epoca provincia dell’Aquila) Corradino fondò una società per realizzare il progetto di una macchina volante nata dalla sua geniale creatività; una macchina per il volo verticale, nacque così per la prima volta nella storia l’idea dell’elicottero.

Il prototipo dell’elicottero firmato da Corradino D’Ascanio, “D’AT3” (D’Ascanio – Trojani – prototipo nr. 3) venne collaudato a Ciampino, dove ancora oggi sul piazzale davanti all’aeroporto un monumento dedicato all’abruzzese visionario ricorda il primo volo al mondo effettuato con l’elicottero firmato Corradino D’Ascanio. Nel 1930 il D’AT3 conquistò i primati internazionali di durata del volo (8 minuti e 45 secondi), di distanza (circa 1 km) e altezza (18 mt).

La notizia del volo sperimentale del primo elicottero fece, come accadde anni prima per il primo aeroplano dei fratelli Wright, il giro del mondo. Il brevetto del prototipo dell’elicottero firmato Corradino D’Ascanio fu venduto a molti paesi occidentali e al Giappone, ma per motivi ancora oggi poco chiari le autorità italiane non rinnovarono i finanziamenti al progetto, e così nel 1931 D’Ascanio si trovò quasi in povertà, avendo lui stesso contribuito a finanziare il progetto dell’elicottero insieme al barone Trojani.

L’elica a passo variabile

Il lungimirante popolese si salvò grazie al suo stesso genio: inventò “l’elica a passo variabile” suscitando l’interesse della Piaggio, con la quale D’Ascanio collaborerà con successo dal 1932 fornendo all’azienda di Enrico Piaggio la sua consulenza tecnica. Grazie all’elica inventata da D’Ascanio si registrarono nuovi record mondiali: il biplano “Caproni Ca.161 bis” pilotato dal colonnello Mario Pezzi raggiunse i 17 mila metri, nessun uomo arrivò a quell’altezza prima di allora. Il prototipo dell’elicottero realizzato da Corradino D’Ascanio, rimasto non attuato per lo strano disinteresse delle autorità italiane, le quali non seppero cogliere l’occasione come invece faranno gli americani,  furono studiati da Igor Sikorsky (Kiev, 1889 – Easton, 1972), ingegnere di origine russa, diventato cittadino americano.

Il 14 settembre 1939 Sikorsky portò in volo il suo “Vought Sikorsky VS – 300, nacque così la produzione in serie e l’uso anche commerciale, non solo militare, dell’elicottero. Circa 10 anni dopo, in occasione della IV conferenza mondiale sull’elicottero, organizzato a Filadelphia dall’American Helicopter Society (1948) fu invitato a presiedere Corradino D’Ascanio, in quella occasione Igor Sikorsky ringraziò pubblicamente l’abruzzese riconoscendogli i meriti delle sue invenzioni nella storia dell’elicottero. Al suo ritorno in Italia D’Ascanio raccontò gli investimenti cospicui dell’aviazione americana, in particolare nel campo del volo verticale, ma, ancora una volta e inspiegabilmente, fu ignorato dalle istituzioni italiane.

La Vespa

Le basi per il “miracolo economico” italiano, iniziato nei primi anni ’50, furono gettate già l’indomani della fine della Seconda guerra mondiale. Dopo la Liberazione, nella estate del 1945, Enrico Piaggio chiamò Corradino D’Ascanio per affidargli il compito di realizzare un nuovo ciclomotore da produrre su larga scala, alla portata delle tasche popolari e comodo anche per le donne.

Il geniale D’Ascanio inventò quello diventerà uno dei simboli dell’italianità nel mondo, iconico come la pizza e la Nutella: la Vespa. Il primo modello della Vespa Piaggio, il “98”, fece la sua comparsa nel 1946 al Salone del Ciclo e del Motociclo a Milano. D’Ascanio curava anche gli allestimenti alle presentazioni, e così la Vespa appariva sospesa su un ramo di mandorlo o su un filo, persino su un tapis roulant. Il successo fu strepitoso in Italia e all’estero. Persino Hollywood qualche anno dopo, nel 1952, rese protagonista la Vespa di Corradino D’Ascanio nel film Premio Oscar “Vacanze romane”, diretto da William Wyler, con Gregory Peck e Audrey Hepburn. Il primo di una lunga serie di film di successo con la Vespa di Corradino in prima piano: dalla “Dolce Vita” ad “American graffiti” e “Il Talento di mr Ripley”; da “Caro diario” a “Nuovo Cinema Paradiso”, impossibile elencarli tutti.

L’ultima invenzione

Corradino D’Ascanio, il ragazzo abruzzese visionario, concluse il suo incredibile percorso creativo tracciato da invenzioni rivoluzionarie conosciute in tutto il mondo così come la iniziò da ragazzino, a 15 anni, quando volò su Popoli Terme con il suo deltaplano cucito con le lenzuola rubate a sua madre davanti ai suoi amici increduli.

Nel 1964 a 73 anni l’ultimo progetto lo realizzò per la società areonautica italiana Augusta SpA, si trattò di un aliante per l’addestramento dei piloti di elicotteri.

“In questo aeroporto volò primo al mondo l’elicottero progettato dall’ingegnere Corradino D’Ascanio”

Recita la dedica sul monumento dedicato a Corradino, installato all’ingresso dell’aeroporto di Roma-Ciampino. Popoli Terme ricorda Corradino D’Ascanio (Popoli, 1891 – Pisa, 1981) con un museo e con il “Vespa Club Corradino D’Ascanio”.

Copyright ‐ Riproduzione riservata ‐ derocco.leo@gmail.com Tecnico della valorizzazione dei Beni Culturali ed Ecclesiastici Regione Abruzzo ‐ Note e fonti dopo la galleria fotografica

Popoli Terme – Foto Leo De Rocco per Abruzzo storie e passioni

Popoli Terme, Corso Gramsci, a destra la casa natale di Corradino D’Ascanio – Foto Leo De Rocco per Abruzzo storie e passioni

L’ingegnere Corradino D’Ascanio nel suo studio

La Vite Aerea di Leonardo da Vinci, 1489, Parigi, Istituto di Francia.

Il deltaplano costruito da Corradino D’Ascanio nel 1906 – Foto Leo De Rocco per Abruzzo storie e passioni, per gentile concessione dell’ing. Ezio D’Amato

Venuta dall’alto di Popoli Terme, probabilmente in questa zona Corradino inaugurò il primo deltaplano costruito in Italia ‐ Foto Leo De Rocco per Abruzzo storie e passioni

Corradino D’Ascanio davanti al prototipo dell’elicottero presso le officine Camplone a Pescara nel 1926

Corradino D’Ascanio con Enrico Piaggio

Il prototipo della Vespa disegnata da Corradino D’Ascanio nel 1945

Audrey Hepburn e Gregory Peck a bordo della Vespa D’Ascanio in una scena del film Vacanze romane (1953)

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Copyright – Riproduzione riservata – derocco.leo@gmail.com Tecnico della valorizzazione dei Beni Culturali ed Ecclesiastici – Ringrazio l’ing. Ezio D’Amato, proprietario della casa natale di Corradino D’Ascanio e Bruno Di Tommaso, guida turistica a Popoli Terme ‐ Fonti: “Una Vespa mi ha punto. L’uomo che inventò la Vespa sognando l’elicottero” film documentario, 2015, diretto da Leonardo Araneo – Foto copertina: Relazione tecnica di Corradino D’Ascanio sul nuovo elicottero PD3 a una sola elica, 1949.

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