Foto copertina: Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco
Cugnoli, Alanno e Pietranico, oggi viaggeremo tra le colline pescaresi alla scoperta dei tesori custoditi in questi tre piccoli paesi tra loro confinanti, immersi nel verde, tra uliveti e vigneti che si perdono nelle valli boscose a ridosso della Majella.
Sarà un viaggio nella storia dell’arte, con il romanico nella Chiesa di Santo Stefano (XIII sec.) a Cugnoli e il barocco nei due Oratori mariani di Santa Maria delle Grazie (1505) ad Alanno e Santa Maria della Croce (1618) a Pietranico.
Cugnoli – Chiesa di Santo Stefano, XIII sec. – Foto Leo De Rocco
Cugnoli – Chiesa di Santo Stefano XIII sec. – Foto Leo De Rocco
Cugnoli – Foto Leo De Rocco
Cugnoli – Foto Leo De Rocco
Cugnoli – Foto Leo De Rocco
Cugnoli – Foto Leo De Rocco
Cugnoli – Foto Leo De Rocco
La chiesa di Santo Stefano di Cugnoli custodisce un significativo esempio di romanico abruzzese, l’ambone di Nicodemo, realizzato nel 1166. L’opera medievale sembra un libro di pietra fatto di simboli misteriosi con gli evangelisti, angeli, piccoli mostri e animali fantastici, motivi geometrici e vegetali, scene bibliche e uomini che lottano tra il bene e il male.
Cugnoli – Chiesa di Santo Stefano – ambone di Nicodemo – Foto Leo De Rocco
Cugnoli – Chiesa di Santo Stefano – ambone di Nicodemo – Foto Leo De Rocco
L’ambone di Cugnoli, per restare nel pescarese, presenta similitudini con quello policromo datato 1159 nella chiesa romanica di Santa Maria del Lago a Moscufo, anche questo realizzato da Nicodemo, ed entrambi a lui commissionati da Rainaldo, abate dell’abbazia di Montecassino. Probabilmente all’abate Rainaldo piacque così tanto l’ambone di Moscufo del 1159 che 7 anni dopo ne propose uno simile al nostro Nicodemo: “fanne uno uguale per il monastero di San Pietro a Cugnoli.”
Cugnoli – atmosfere medievali – Foto Leo De Rocco
Cugnoli – Foto Leo De Rocco
Il magister Nicodemo lo possiamo immaginare, attorno al 1150, spostarsi tra queste colline sul dorso di un mulo, un cavallo oppure a piedi, con il suo scalpello, le formelle di legno per il gesso da impastare nel finissimo marmo tritato, i vasi con pigmenti e colori e le matite per i disegni preparatori.
Altre sue opere si trovano nella bella chiesa di Santa Maria in Valle Porclaneta, a Rosciolo dei Marsi, realizzate in collaborazione con gli artisti suoi contemporanei Roberto e Ruggero. I tre fondarono una sorta di “cooperativa” dell’arte, configurando nell’ambito dell’arte romanica italiana una peculiarità tutta abruzzese.
(Su Nicodemo, Roberto e Ruggero, il romanico abruzzese, vedi l’articolo “Il gioiello del Velino”, in questo blog).
Cugnoli – Chiesa di Santo Stefano, ambone di Nicodemo 1166, trasportato qui nel 1582, proveniente dalla Chiesa di San Pietro – Foto Leo De Rocco
Cugnoli – ambone di Nicodemo – Foto Leo De Rocco
Cugnoli – ambone di Nicodemo XII sec. – Foto Leo De Rocco
Cugnoli – ambone di Nicodemo – Foto Leo De Rocco
Cugnoli – ambone di Nicodemo – Foto Leo De Rocco
Cugnoli – ambone di Nicodemo – Foto Leo De Rocco
Moscufo – dettaglio dell’ambone di Nicodemo, 1159 – Foto Leo De Rocco
Quando nel 1166 Nicodemo scolpì questo capolavoro dell’arte romanica abruzzese, destinato ad un monastero benedettino dedicato a San Pietro, (non più esistente), non poteva immaginare che nel ‘500 la sua opera verrà smontata e trasportata a pezzi su un carro trainato da buoi per essere ricomposta nella chiesa di Santo Stefano, dove da quel momento farà compagnia a due eleganti sculture lignee policrome, che erano lì dal ‘400.
Rappresentano l’Annunciazione dell’Arcangelo Gabriele alla Vergine Maria, quei panneggi e quelle dorature annunciano anche il Rinascimento.
Cugnoli – Chiesa di Santo Stefano – Annunciazione, gruppo scultoreo ligneo policromato e dorato, XV sec. – Foto Leo De Rocco
Cugnoli – Annunciazione, dettaglio – Foto Leo De Rocco
Più difficile, se non impossibile, il dialogo con la vicina pala d’altare del ‘700, il cui stile barocco, compreso la finta finestra in tromp-l’oeil tanto di moda nel barocco sei-settecentesco, fanno diventare il romanico del nostro Nicodemo un lontanissimo ricordo.
Finte finestre e finti marmi, come quelli dell’Oratorio di Pietranico e Alanno, il barocco del resto è retorica e stupore.
Cugnoli – Chiesa di Santo Stefano – Foto Leo De Rocco – Madonna addolorata tra i santi Stefano e Paolo, sec. XVIII
Cugnoli – Chiesa di Santo Stefano, Madonna con Bambino
Cugnoli, Alanno e Pietranico rappresentano il triangolo d’oro dell’arte abruzzese dove romanico, rinascimento e barocco raccontano la storia dell’arte tra colline confinanti. Un unicum straordinario.
Tra le colline di Alanno e Pietranico – Foto Leo De Rocco
Gli Oratori mariani di Alanno e Pietranico si trovano a poca strada l’uno dall’altro, sono accomunati dallo stesso stile artistico, il barocco, e da alcune similitudini ravvisabili nelle decorazioni, stucchi e dorature. Sono anche legati da due racconti popolari simili. Racconti che come spesso accade nella tradizione orale si perdono nella leggenda, ma non sono da sottovalutare in quanto costituirono il motivo fondante per la costruzione dei due edifici destinati al culto.
Queste storie popolari tramandate da secoli narrano di antiche apparizioni mariane a giovani contadini che agli occhi della comunità locale diventarono testimoni diretti di eventi miracolosi, nonché portatori di un messaggio divino affinché sul luogo della apparizione sia costruita una cona rurale, o una edicola votiva. Nuclei primari per successivi ampliamenti e costruzioni di chiese e oratori. Così avvenne nel 1498 ad Alanno e similmente a Pietranico circa un secolo dopo, nel 1613. Entrambi gli Oratori documentano i rispettivi eventi: quello di Pietranico con una breve citazione posta sul portale, mentre l’oratorio di Alanno è ancora più, per così dire, “barocco”, in quanto la narrazione è evidenziata da citazioni e un ciclo di rilievi (quattro) che copre l’intera controfacciata.
Pietranico
Pietranico – Foto Leo De Rocco
Poco distante dal paese di Pietranico, su un panoramico colle che domina una valle boscosa nello scenario della Majella, trovo l’Oratorio di Santa Maria della Croce. Mi viene incontro Dora, una simpatica signora del posto che conosce storie e aneddoti legati a questi luoghi. Gentilmente si offre di aprire le porte dell’oratorio, è lei che custodisce le chiavi. Prima di ammirare l’arte barocca di questa chiesa ho cercato in paese informazioni sull’evento miracoloso di Pietranico.
I racconti popolari, come quello che ho appreso dai pietranichesi sulla storia del loro oratorio, esprimono una miscela di tradizione, religione e una narrazione spesso leggendaria, ma ammantata di fascino per via del coinvolgimento popolare che rimanda ad un Abruzzo arcaico descritto in passato, soprattutto nei suoi aspetti più eccessivi, da artisti e letterati come Francesco Paolo Michetti e Gabriele D’Annunzio.
Roma – Galleria d’Arte Moderna – Il Voto, 1883, Francesco Paolo Michetti – Foto Leo De Rocco
Il grande dipinto di Michetti “Il Voto” esposto nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma, ma anche “Gli Storpi” esposto al Museo Michetti di Francavilla al Mare, e le vicende popolari intrise di fede e superstizione narrate da d’Annunzio negli “Idolatri” e nella “Trilogia dei Romanzi della Rosa”, nello specifico nel romanzo “Il Trionfo della Morte”, sono esempi eloquenti di come gli artisti e gli intellettuali raccontavano con la pittura e la letteratura quel lontano passato abruzzese fatto di tradizioni popolari e riti ancestrali. (Sullo stesso tema: “Miglianico, D’Annunzio, Michetti e San Pantaleone”, in questo blog)
Rapino – La testimonianza dell’apparizione mariana ad un giovane contadino del posto in una raffigurazione della manifattura delle ceramiche di Rapino – Foto Leo De Rocco
Paesaggio campestre tra Alanno e Pietranico – Foto Leo De Rocco
Paesaggio tra Alanno e Pietranico – Foto Leo De Rocco
Come a Pietranico anche a Rapino, nel chietino, la chiesa della Madonna del Carpineto, chiamata anche Madonna della Pioggia, situata nel rione dei ceramisti, ricorda che la sua costruzione avvenne a seguito di una apparizione mariana ad un fanciullo del posto, un contadino che invocava la grazia di Maria affinché cessasse la siccità che rendeva arido il suo campo. (1)
Parimenti accadde tra Casalbordino e Pollutri, sempre nel chietino, dove si narra che nel 1576 la Vergine Maria apparse ad un contadino del posto il quale chiese l’intervento divino per salvare il raccolto a seguito di una tempesta. Sul luogo fu costruita prima una cappella votiva, successivamente la Basilica della Madonna dei Miracoli, visitata dallo stesso D’Annunzio nel 1889 insieme a Francesco Paolo Michetti.
La salvezza miracolosa di alcuni pastori da piogge torrenziali e frane di rocce nei pressi della famosa Grotta del Cavallone, citata da D’Annunzio nella “Figlia di Iorio”, è invece all base della costruzione del Santuario della Madonna della Valle a Taranta Peligna. Secondo la tradizione popolare nel XV secolo la Madonna apparve su un grande ramo di una quercia secolare ad alcuni pastori rifugiati in una grotta a causa di una frana che dalla montagna minacciava il paese. Per grazia ricevuta i pastori intagliarono la statua della Madonna nel legno della stessa quercia e crearono una edicola votiva, diventata nel tempo l’attuale Santuario.
Pescara Colli – Madonna dei Sette Dolori o delle Sette Spade – Foto Leo De Rocco
Singolare è il racconto popolare dell’apparizione mariana a Pescara Colli, in quanto avvenuta sotto forma di un dipinto, con raffigurata la scena della Deposizione dalla Croce e con la Madonna addolorata, apparso su una pietra nel XVII sec. In questo caso più che una apparizione si trattò di un messaggio mariano indirizzato a contadini e pastori tra pascoli e boschi di querce dell’allora Castellammare Adriatico, l’attuale Pescara Colli. L’evento della apparizione e il successivo miracolo della pioggia che salvò dalla siccità i raccolti dei pescaresi, è alla base della costruzione, in stile tardobarocco, della Basilica della Madonna dei Sette Dolori.
Pietranico – Oratorio Madonna della Croce – pala d’altare con l’Annunciazione – Foto Leo De Rocco
La leggenda di Pietranico narra di una apparizione mariana, avvenuta il 25 marzo, giorno in cui si festeggia l’Annunciazione, ad un ragazzino intento a lavorare la terra in quel periodo resa arida dalla siccità, ma per grazia ricevuta tornata fertile. A ricordo di questo episodio fu costruita agli inizi del ‘600 l’attuale chiesa-oratorio dedicata a Santa Maria della Croce, successivamente l’edificio di culto sarà affiancato da un monastero.
Nel dettaglio si racconta che la Vergine Maria con la sua “veste bianca stellata”, così come riportato sopra il portale d’ingresso alla chiesa-oratorio, (foto sotto), indicò ad un giovane contadino di Pietranico di nome Domenico del Biondo, disperato per il mancato raccolto del suo campicello, il luogo dove costruire una chiesa: un’altura, chiamata contrada “della Croce”.
Pietranico – Oratorio Madonna della Croce – Foto Leo De Rocco – “Addì, 25 Maro 1613, giorno di lunedì, festività della santissima Annunciazione…” La storia dell’apparizione riportata sul portale dell’oratorio.
Il fanciullo riportò ai paesani “l’ordine” ricevuto dalla Vergine ma non venne creduto, in suo aiuto però avvenne il miracolo: alcune rose profumate improvvisamente sbocciarono dal bastone che il contadinello usava per andare nei campi, ora diventati fertili e rigogliosi e non più aridi, nel mentre le campane iniziarono a suonare senza che nessuno le toccasse.
Il miracolo era compiuto e la comunità del piccolo paese iniziò il pellegrinaggio sul luogo dell’apparizione, dove presto sarà edificata prima una cona e successivamente una chiesa e un monastero. Da allora nei primi giorni di maggio i devoti pietranichesi festeggiano la Madonna della Croce accendendo al tramonto numerosi falò che illuminano la facciata della chiesa creando una suggestiva atmosfera.
L’evento miracoloso del bastone, che improvvisamente fiorisce, narrato nel 1613 a Pietranico rimanda ai vangeli apocrifi che raccontano il simile episodio miracoloso accaduto a Giuseppe in occasione del suo matrimonio con la Vergine Maria.
Ecco un passo del racconto:
“Indossato il manto dei dodici sonagli, il sommo sacerdote entrò nel santo dei santi e pregò riguardo a Maria. Ed ecco che apparve un angelo del Signore, dicendogli: Zaccaria, Zaccaria esci e raduna tutti gli scapoli del popolo. Ognuno porti un bastone: sarà la moglie di colui che il Signore designerà per mezzo di un segno. Uscirono i banditori per tutta la Giudea e tutti accorsero portando un bastone, entrarono nel tempio e dopo le preghiere solo il bastone di Giuseppe, della stirpe reale di Davide, ebbe il segno: fiorì e da esso uscì una colomba.” (2)
In un altro racconto si narra che Giuseppe, mentre lavorava il legno, annunciò ad alcuni amici che lo stavano salutando l’avvenuto miracoloso concepimento della Vergine Maria, ma non venne creduto, (come il giovane contadino di Pietranico quando raccontò ai suoi paesani l’apparizione), Giuseppe insistette affermando che “è stato annunciato dall’angelo del Signore”, allora uno dei presenti gli dice “se è la verità che il bastone che hai in mano fiorisca adesso” e così accadde, tra lo stupore dei presenti.
Lo Sposalizio della Vergine, Pietro Vannucci detto il Perugino – Musée des Beaux Arts, Caen, Francia – Si noti il bastone fiorito di San Giuseppe
Nella storia dell’arte troviamo il riferimento al bastone fiorito nel famoso dipinto di Raffaello Sanzio lo “Sposalizio della Vergine”, in cui viene raffigurato Giuseppe con il ramo la cui cima è coronata da delicati fiori, nel mentre un ragazzo spezza il suo rimasto secco.
Nella realizzazione del suo capolavoro Raffaello si ispirò al medesimo tema iconografico che troviamo nello “Sposalizio della Vergine”, la pala d’altare destinata al Duomo di Perugia, la Cattedrale di San Lorenzo, nella Cappella del Santo Anello dove è custodito l’anello nuziale di Maria, che il suo maestro Pietro Perugino — che fu maestro anche dell’abruzzese Francesco da Montereale (Montereale 1466, L’Aquila 1541) — stava dipingendo (o aveva appena terminato di dipingere) tra il 1501 e il 1504.
Raffaello Sanzio – Sposalizio della Vergine, 1504 – Pinacoteca di Brera
Pietranico – Foto Leo De Rocco – Il paese prende il nome dalla gigantesca roccia posta sul punto più alto del colle, anticamente chiamata “Pietra Iniqua”
Pietranico – Foto Leo De Rocco – l’enorme masso, che i pietranichesi chiamano “Pietra di Castello”, ricorda la grande roccia detta Morgia di Gessopalena e la leggenda dei giganti in Abruzzo che narra in un tempo antico la presenza dei giganti in terra d’Abruzzo capaci di costruire mura ciclopiche e spostare massi enormi.
Pietranico – Antiche vasche rupestri per la vinificazione – Foto Leo De Rocco – Territorio roccioso quello di Pietranico, queste vasche scavate nella roccia e risalenti al Medioevo, sono veri e propri monumenti. Anticamente al loro interno veniva pigiata l’uva.
Pietranico – Antica vasca per la vinificazione, dettaglio – Foto Leo De Rocco
Pietranico – Antica vasca per la vinificazione, dettaglio – Foto Leo De Rocco
Pietranico – sono sette le antiche vasche per la vinificazione – Foto Leo De Rocco
Pietranico – Atmosfere tardo-barocco nella chiesa di San Rocco, dedicata alla Passione di Gesù – Foto Leo De Rocco
Pietranico – Madonna in terracotta, sec. XVI, bottega di Saturnino Gatti – Foto Leo De Rocco – Storia travagliata quella della Madonna di Pietranico. Fin dal ‘500 si trovava a Pietranico, venne spostata a L’Aquila a seguito del disastroso terremoto del 1915. Ancora uno spostamento nel Museo dell’Abbazia di San Clemente a Casauria; quindi riportata a L’Aquila e depositata per decenni nei magazzini del Museo Nazionale d’Abruzzo. Ridotta a pezzi dal terremoto del 2009 venne riconosciuta grazie ad una vecchia foto ritrovata a Pietranico. Restaurata grazie anche ai fondi raccolti dagli italoamericani su iniziativa dell’Italian America Museum di New York, l’opera è stata esposta al Consolato Generale d’Italia a New York e nel 2011 ritornò finalmente a Pietranico, nella chiesa di San Rocco.
Pietranico – Oratorio Madonna della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco
Pietranico – Oratorio Madonna della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco
Pietranico – Paesaggio dal piazzale antistante l’ingresso della Chiesa di Santa Maria della Croce – Foto Leo De Rocco
La chiesa di Pietranico a prima vista sembra un semplice edificio campestre di culto. Lo stile architettonico è simile a quello delle chiese che un tempo segnavano la via degli antichi tratturi abruzzesi. Non a caso il Tratturo Magno, l’antica via della Transumanza che collegava gli altopiani abruzzesi alle pianure della Puglia, passa proprio da queste parti. (3)
All’esterno l’architettura della chiesa si presenta con linee sobrie ed essenziali, non appena varcato l’ingresso, posto davanti ad un bel terrazzamento panoramico che è una vera oasi di pace, (foto sopra), la sobrietà cede il posto all’opulenza decorativa, sembra di assistere ad un spettacolo improvviso di fuochi d’artificio: ecco il tripudio barocco colorato d’oro, blu, azzurro e bianco tra putti, cherubini, arcangeli, colonne, fregi, stucchi, dorature, decorazioni, finti marmi, dipinti, archi, bassorilievi, statue e affreschi.

Pietranico – Oratorio di Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco
L’unica navata, opera di un certo Berardino Cardelli, probabilmente originario di Santo Stefano di Sessanio, e le due piccole cappelle laterali, opera di artisti vari, offrono uno degli esempi più significatici, insieme all’oratorio di Alanno, del barocco nella sua versione abruzzese.
Per lo storico dell’arte Vincenzo Balzano (Castel di Sangro, 1866 – Roma, 1951) Santa Maria di Pietranico e Santa Maria delle Grazie di Alanno, rappresentano “quanto di più perfetto ha il barocco italiano in fatto di architettura, pittura, di decorazione e d’intagli”. I due oratori suscitarono l’interesse anche di altri illustri storici dell’arte, come Vincenzo Bindi, Bernard Berenson, Federico Zeri.
Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco
Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco
Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco
Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco
Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco
Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco
Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco
Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco
Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco
Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco
Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco
Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco
Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco
Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco
Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco
Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco
Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco
Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco
Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco
Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco
Pietranico – Oratorio Santa Maria della Croce, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco
La storia dell’Oratorio di Pietranico è contornata da alcuni aneddoti curiosi. La signora Dora mi racconta di alcune misteriose “sparizioni” relative ad importanti oggetti d’arte un tempo parte integrante della chiesa-monumento di Pietranico: “fino a tempi recenti c’era un prezioso lampadario settecentesco e le due cappelle laterali erano separate da due meravigliose e antiche grate in ferro battuto, lavorate a mano: è tutto andato perduto.” Dora ricorda anche la visita in questa chiesa di Vittorio Sgarbi: il critico d’arte “arrivò in un orario insolito e fece bloccare i lavori di restauro” perché da lui giudicati “discutibili.” In effetti è riscontrabile una difformità stilistica tra gli affreschi, nelle due cappelle laterali.
Lascio la bella chiesa barocca di Pietranico, con la sua oasi di pace tra boschi di pini e querce e le sue storie leggendarie e affascinanti, la prossima tappa è l’Oratorio di Santa Maria delle Grazie nella vicina Alanno.
Alanno
Alanno – Foto Leo De Rocco
Il centro storico di Alanno – Foto Leo De Rocco
Prima di visitare l’oratorio di Alanno faccio quattro passi nel centro storico, tra le sue “rue” (viuzze), con le torri medievali e ciò che rimane dell’antico castello a testimonianza che Alanno, così come Pietranico, in passato era un feudo (Castrum Alanne) assegnato alle pertinenze dell’Abbazia di San Clemente a Casauria dall’imperatore Ludovico II. (4)
Alanno – Torre Longobarda, castello – Foto Leo De Rocco
Alanno – Foto Leo De Rocco
Alanno – Foto Leo De Rocco
Alanno – Foto Leo De Rocco
Alanno – la locale squadra di calcio dilettantistico, con lo stemma “Dio e Costanza” – Foto Leo De Rocco
Alanno – Foto Leo De Rocco
Alanno – Torre del Castello – Foto Leo De Rocco
Successivamente, intorno al ‘400, si avvicendarono le famiglie Camponeschi, Caracciolo, d’Aquino, fino ai Fieramosca, questi ultimi discendenti del famoso condottiero Ettore, ricordato nei libri di storia per la celebre “Disfida di Barletta”, la sfida tra cavalieri italiani e francesi avvenuta durante la Guerra d’Italia nel 1503 a Trani.
Uno dei tredici cavalieri italiani era abruzzese, Giovanni Capoccio da Tagliacozzo, e le scene del famoso duello cavalleresco sono affrescate nel soffitto di uno dei saloni del Palazzo Ducale di Atri.
l’Oratorio della Madonna delle Grazie si trova a pochi chilometri dal centro di Alanno, dalle terrazze panoramiche che si incontrano passeggiando lungo il corso principale del paese lo si intravede seminascosto tra boschi e uliveti. (Foto sotto)
Alanno – in lontananza l’Oratorio della Madonna delle Grazie – Foto Leo De Rocco
Da Alanno percorro per pochi chilometri una strada tortuosa che conduce ad un rettilineo, da qui già si intravede tra gli ulivi il portale e i bastioni che possenti proteggono da secoli l’Oratorio. Giunto sul piazzale intitolato ad Andrea De Litio – (4) uno degli artisti di riferimento nelle opere presenti all’interno, insieme alla scuola del Pinturicchio e del Maestro di Beffi, mentre le decorazioni sono opera, come scritto sopra, delle stesse maestranze che realizzarono stucchi e dorature nell’Oratorio di Pietranico – trovo l’edificio ancora inagibile dopo il terremoto del 2009, ci sono ancora i ponteggi, l’ingresso è sbarrato; i restauri procedono a rilento a causa, mi dicono qui, della mancanza di fondi. Mi riprometto di tornare per completare l’articolo.
Alanno – Oratorio della Madonna delle Grazie, agosto 2015 – Foto Leo De Rocco- L’edificio è chiuso per restauro post terremoto 2009
Qualche anno dopo
Alanno – Oratorio Madonna delle Grazie – Foto Leo De Rocco
Alanno – Oratorio Madonna delle Grazie – Foto Leo De Rocco
Torno ad Alanno a distanza di tempo, i lavori di restauro nell’Oratorio di Santa Maria delle Grazie sono andati avanti, ma l’edificio lo trovo ancora chiuso. Grazie alla gentilezza che ho riscontrato tra gli abitanti di Alanno, come pure a Pietranico, una cordialità che rimanda a quell’Abruzzo “forte e gentile” ormai riscontrabile solo nei piccoli paesi dell’entroterra abruzzese, sono riuscito ad entrare nell’Oratorio.
Il portale in pietra bianca della Majella, datato 1506, richiama lo stile del battistero rinascimentale del Duomo di Atri (tra l’altro della stessa epoca) con evidenti influenze della scuola fiorentina che ricordano lo stile di Antonio Rossellino, ma anche quelle del nostro Silvestro dell’Aquila (4).
A mio avviso l’autore di questo portale è lo stesso (lui o la sua bottega) che realizzò il portale della Chiesa di San Pietro Apostolo a Loreto Aprutino, come potete constatare dal seguente confronto fotografico.
Alanno – Portale dell’Oratorio Madonna delle Grazie – Foto Leo De Rocco
Loreto Aprutino – Portale della Chiesa di San Pietro Apostolo – Foto Leo De Rocco
Oltretutto tra gli Oratori di Alanno e Pietranico ravviso altre similitudini con la chiesa patronale di Loreto Aprutino. Oltre al portale trovo somiglianti le decorazioni a stucco della Cappella di San Tommaso d’Aquino (nella Chiesa di San Pietro di Loreto Aprutino) con le medesime dei due Oratori, in particolare in quello di Pietranico. (5)
E’ dunque evidente che le stesse botteghe e artisti dell’epoca operarono, seppur in diversi periodi di tempo, sia negli Oratori in questione che nella Chiesa madre di Loreto Aprutino.


Appena entrati nell’Oratorio alannese il colpo d’occhio è notevole, in particolare per la presenza, oltre a stucchi e decorazioni, di un numero considerevole di rilievi e statue tra: profeti, Evangelisti, Padri della Chiesa, Virtù Cardinali, personaggi biblici, Santi, in particolare Sant’Antonio Abate, e Sante, persino la peruviana Santa Rosa da Lima raffigurata in un rilievo con il suo fascio di rose e il vangelo, una santa ricordata soprattutto per la sua vicinanza agli Indios del Perù, nella sua epoca (il ‘600) ancora oggetto di emarginazione e violenza etnica.
Molto bella è l’area attorno all’altare maggiore, in cui trovo gli affreschi più importanti insieme a decorazioni parietali, bassorilievi e ancora statue. Tutte opere visibili parzialmente dall’unica navata e dalle quattro cappelle distribuite sui due lati: il presbiterio semi nascosto sembra un prezioso scrigno segreto. Purtroppo anche in questa chiesa un suo tesoro originale è andato perduto, in questo caso (mi raccontano gli alannesi) l’antico pavimento in maiolica.
(La galleria fotografica relativa all’Oratorio di Alanno sarà aggiornata quando termineranno i lavori di restauro)
Alanno – Oratorio Madonna delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Rilievi con la storia dell’apparizione mariana
Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco
Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Incoronazione di Maria
Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Madonna con Banbino e angeli
Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – in alto: Salomone tra Isaia (sx) e Geremia (dx)
Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Incoronazione di Maria
Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie, Annunciazione – Foto Leo De Rocco
Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Salomone tra Ezechiele (sx) e Giosuè (dx)
Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Matteo e l’angelo (sx) e Luca con il suo simbolo: il toro (dx)
Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Giovanni con il suo simbolo: l’aquila (sx); Marco con il suo simbolo: il leone (dx)
Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco
Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Aronne (al centro) tra Mosè (dx) e Gedeone
Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Balaustra seicentesca
Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco
Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco
Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco
Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco
Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco
Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Tentazioni di Sant’Antonio
Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Virtù cardinali: Fortezza (in basso) e Saggezza (in alto)
Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Virtù cardinali: Giustizia (in alto) e Temperanza (in basso)
Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – in alto: Daniele
Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Flagellazione di Cristo
Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – La Visitazione (in basso) e L’Annunciazione
Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Fuga in Egitto (in basso) e Angelo annunciante
Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Angelo, putto e decorazione a rilievo con uva e melograno (simboli cristiani)
Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – papa San Gregorio Magno
Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco
Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco
Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco
Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco
Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Madonna con Bambino e San Giovannino, in alto: Sant’Agostino
Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Santa Barbara
Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Santa Regina
Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Santa Rosa da Lima
Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Sant’Antonio Abate
Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Lievitazione di Sant’Antonio Abate
Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Sant’Antonio e il fuocoAlanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Sant’Antonio e il miracolo del fuoco
Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Dio Padre benedicente
Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – San Paolo e San Girolamo
Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – San Francesco e San Pietro
Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco
Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco
Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Miracolo di Sant’Antonio
Alanno – Oratorio Santa Maria delle Grazie – Foto Leo De Rocco – Madonna con Bambino e angeli
Gli Oratori di Alanno e Pietranico rappresentano anche mete fondamentali del non trascurabile turismo religioso legato al culto mariano in Abruzzo, che ritroviamo in altri significativi itinerari, come la Basilica della Madonna dei Sette Dolori a Pescara Colli, la Basilica della Madonna dei Miracoli a Casalbordino, la Madonna di Punta Penna a Vasto e la Madonna del Ponte a Lanciano.
Pietranico e Alanno sono piccoli paesi da scoprire e valorizzare, insieme alla vicina Cugnoli che con il suo prezioso ambone romanico arricchisce l’affascinante viaggio tra queste colline all’insegna dell’arte, della cultura e della natura.
Leo De Rocco
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Ringraziamenti:
Pietranico, un particolare ringraziamento alla sig.ra Maria Luisa Marsili per le preziose informazioni sul suo paese e la disponibilità all’apertura della chiesa di San Rocco. Ringrazio la sig.ra Dora, custode dell’Oratorio Madonna della Croce – Alanno, ringrazio i titolari del bar-ristorante Oratorio; e Angelica Breda, Assessore alla Cultura del Comune di Alanno – Cugnoli, un sentito ringraziamento a don Augusto, parroco della chiesa di Santo Stefano.
Note: 1) vedi articolo: “La dea di Rapino”; 2) da L’Osservatore Romano, Antonio Tarallo; 3) vedi l’articolo “Autunno abruzzese, gli antichi tratturi” e “Sulle antiche vie di Navelli”; 4) vedi l’articolo “Abbazia di San Clemente a Casauria”; 5) vedi l’articolo “Atri, tra Adriano e Andrea De Litio”; 6) vedi l’articolo “Gli affreschi del Maestro di Loreto” – Fonti: Comune di Alanno – Foto: compreso copertina, Pietranico e Alanno: agosto 2015 autore Leo De Rocco – Blogger: Leo De Rocco leo per Abruzzo storie e passioni.